«Amate gli animali: Dio ha donato loro i rudimenti del pensiero e una gioia imperturbata. Non siate voi a turbarla, non li maltrattate, non privateli della loro gioia, non contrastate il pensiero divino. Uomo, non ti vantare di superiorità nei confronti degli animali: essi sono senza peccato, mentre tu, con tutta la tua grandezza, insozzi la terra con la tua comparsa su di essa e lasci la tua orma putrida dietro di te; purtroppo questo è vero per quasi tutti noi».

Iniziare con un pensiero nobile di Dostoevskij non lenisce il dolore ripugnante di quanto si è appreso ieri per l’accaduto a Palmi, dove cinque poveri cani sono stati brutalmente ammazzati, si può davvero dire come bestie, a colpi di piccone non prima di averli legati per le zampe.  Un’azione degna di una barbarie per colpa della mano dell’uomo, se così si potrebbe definire, che lascia senza fiato solo al pensiero dell’immaginazione di quanto abbiano potuto soffrire quei poveri animali.

Si parla molto spesso di violenza, questo è u paese, l’Italia, dove la violenza fa scrivere pagine intere quotidiane di episodi che nulla hanno a che vedere con una società civile del rispetto e della tolleranza. Si parla spesso di “femminicidio” e tanto altro in cui si perde la vita per mano degli uomini, della loro superficialità a comprendere culturalmente del concetto di vita.

Già in passato si è verificato un episodio simile in Calabria, a Sangineto, facendo scalpore a livello nazionale dove un cane di nome Angelo era stato prima crudelmente violentato e mortificato dalla furia umana e poi fatto morire per impiccagione. E il seguito di quanto è accaduto, la condizione per cui questa situazione culturale del contesto attraverso vari servizi, ci ha fatto capire che siamo un popolo ancora indietro culturalmente nel rispetto per gli animali. Uccidere un animale equivale senza alcuna differenza come uccidere un essere umano, così come soffre un cane, soffre l’uomo. È un concetto così difficile da capire?

Diversi episodi del genere accadono in ogni parte dello stivale tra quelli che si riescono a scoprire, perché altri che non sappiamo ne accadono a discapito di molti animali ignari che l’uomo è profondamente cattivo e crudele.

La crudeltà è crudeltà, non esistono scuse né alcuna giustificazione. Gli animali che periscono a causa dei maltrattamenti, sono “coscienti” di tutto, provano dolore, terrore e hanno dei sentimenti che così facendo sono mortificati. È un fatto innegabile. Vivendo in una società civile, abbiamo la possibilità e il dovere di condannare questi comportamenti aberranti e quest’assurdità che sta prendendo una bruttissima piega.

Come ogni cosa che accade e che va nella direzione contraria al comportamento civile è figlia di una carenza culturale di base, di una forma educativa tendente alla vigliaccheria e al piacere di procurare dolore. Questa gentaglia senza onore né educazione né cultura e senza alcun minimo concetto che li possa avvicinare agli uomini, sono bestie, cialtroni senza anima e delinquenti da strapazzo.

Nessuno augura il male a nessuno perché non fa parte dei diritti degli uomini, il male è una piaga che va combattuta per essere sconfitta. E per fare questo occorre cambiare molti pilastri della nostra vita educativa, cominciando da noi stessi, cambiando i nostri piccoli gesti quotidiani potremmo porre un freno a queste terribili azioni. Per finire, i grandi cambiamenti cominciano sempre dalla casa. Cominciate a cambiare nel vostro piccolo, nelle modeste azioni di tutti i giorni, per costruire un mondo migliore.

La “Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”, c disse Gandhi, e con ciò vi siete mai chiesti a che punto è il nostro progresso dopo che sentiamo questi terribili episodi? Un popolo si conosce attraverso il proprio cuore e la propria anima. Che razza di popolo saremmo se ancora consentiamo simili torture?