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Polistena, Versavia (FdI), risultati raccolta differenziata peggiori se si diminuiscono i giorni di raccolta

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Dal 27 luglio scorso il nuovo cambiamento del calendario per la raccolta differenziata è stato annunciato con un messaggio che evidenziava un dato parziale di raccolta del 55%.

Come si fa a propagandare risultati mirabolanti e migliori rispetto al passato allorquando i giorni di raccolta vengono diminuiti?

Se i dati sono reali (e temiamo non lo siano), cosa è cambiato rispetto al passato? È migliorata la gestione della raccolta? Significa, pertanto, che fino ad oggi non si è agito bene! È aumentata la consapevolezza dei cittadini nei confronti della raccolta differenziata? Allora c’è stata un’adesione di massa alla filosofia della “decrescita felice”!

I desolanti dati reali, estratti dai report dell’ARPACal, sulla raccolta differenziata a Polistena rappresentano il fallimento di un’Amministrazione Comunale arrogante ed incapace.

Basterebbe a farli arrossire, se non fossero già rossi, il confronto con la vicina Cittanova che per volume di rifiuti prodotti, numero di abitanti ed appartenenza allo stesso Ambito Territoriale Ottimale può rappresentare il migliore termine di paragone.

A questo si aggiunga la gestione della cosiddetta “isola ecologica” che nulla ha da invidiare alle isole di plastica che si trovano al centro delle correnti dell’Oceano Pacifico. Così, mentre le ultime uccidono l’habitat marino, la prima ammorba con i suoi miasmi maleodoranti gli incolpevoli abitanti di contrada Russo.

Un centro di raccolta differenziata gestito negli ultimi 10 anni con l’arroganza dell’ignoranza e la superbia del colpevole. Tante, infatti, sono state le denunce provenienti dalla politica (interrogazioni consiliari senza risposta, interventi di Deputati della Repubblica) e da comuni cittadini (non ultima la denuncia del 2016 indirizzata alla ASP di RC, al Corpo Forestale ed alla Procura della Repubblica di Palmi) che non hanno trovato ascolto nella sorda Amministrazione Comunale né nelle altre istituzioni adite.

La tanto abusata parola “legalità” non si rappresenta solo con le passerelle con il Procuratore di turno o partecipando alla marcia del 21 marzo tra le colorate bandiere di Libera ma, come la definisce la Conferenza Episcopale Italiana, “la legalità è il rispetto e la pratica della Legge”. Quella Legge che è stata per anni calpestata e derisa e ci riferiamo al Decreto del Ministero dell’Ambiente dell’08/04/2008 che disciplina i centri di raccolta di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, come previsto dal D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”.

Purtroppo, tutto quello che c’è scritto in quella norma negli anni a Polistena è stato disatteso.

Per esempio:

Allegato I punto 2.1: “Il centro di raccolta deve essere allestito nel rispetto di tutte le norme vigenti in materia di tutela della salute dell’uomo e dell’ambiente”.

Abbiamo chiesto agli abitanti limitrofi al centro se è stata tutelata la loro salute tenuto conto che anche e soprattutto d’estate debbono tener chiuse le finestre per non far entrare in casa il nauseabondo fetore emanato dai rifiuti “raccolti” nel centro, per non parlare dell’inquietante aumento di malattie nella zona.

Allegato I punto 2.2: ”Il centro di raccolta dev’essere dotato di:

  1. b) pavimentazione impermeabilizzata nelle zone di scarico e deposito dei rifiuti
  2. c) adeguata viabilità interna”

Ammesso e non concesso che la viabilità interna sia stata realizzata, di solito è vietato entrare nel centro a depositare i rifiuti creando non poche difficolta alla viabilità sul viale Falcone.

La pavimentazione impermeabilizzata è stata realizzata in due fasi, nel 2012 e nel 2020, e solo in alcune zone del centro, con una piastra di calcestruzzo da 40 cm ma prima di questi interventi i rifiuti ed i liquidi da essi creati, sia per fermentazione e putrefazione sia per contatto con le acque meteoriche, il cosiddetto percolato, hanno potuto insinuarsi nel terreno che, seppur non si rilevino in situ falde idriche superficiali, hanno potuto raggiungere una falda idrica principale che si localizza a 50 metri di profondità.

Allegato I punto 5.9: “La frazione organica umida deve essere conferita in cassoni a tenuta stagna, dotati di sistemi di chiusura”

Il rifiuto umido viene solitamente riposto, prima del conferimento all’impianto di recupero, nei cassonetti dismessi negli anni precedenti e tolti dalle strade. Come ben sappiamo, tali contenitori non sono a tenuta stagna e molti, data la vetustà, non possono essere chiusi.

Allegato I punto 7.2: “<la frazione umida organica deve essere avviata agli impianti di recupero entro 72 ore, al fine di prevenire la formazione di emissioni odorigene”

Nell’ultimo calendario fissato dall’Amministrazione Comunale i conferimenti di frazione organica sono solo 2 a settimana, quindi tra l’uno e l’altro passano 72 e 96 ore che, tenuto conto delle operazioni di carico per il trasporto, sono ben oltre il limite fissato dalla legge con conseguente produzione di fetidi miasmi.

Aspettiamo che l’Assessore ai Servizi ambientali, monitoraggio e promozione della raccolta differenziata, o per lei il Sindaco (ops!), ci rispondano sul merito e ci convincano che 2+2 fa 5.

Noi, comunque, saremo sempre vicini ai cittadini vessati e trascurati dalla superbia e dall’arroganza di questa Amministrazione.