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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Polistena, Sergi: “‘Ndrangheta, mafia di esportazione” Il giornalista e studioso di Limbadi con l'attrice Annalisa Insardà ed il sindaco Tripodi hanno animato la diciottesima edizione della "Stagione dell'antimafia"

Polistena, Sergi: “‘Ndrangheta, mafia di esportazione” Il giornalista e studioso di Limbadi con l'attrice Annalisa Insardà ed il sindaco Tripodi hanno animato la diciottesima edizione della "Stagione dell'antimafia"
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di Giuseppe Campisi

Polistena – La diciottesima “Stagione dell’antimafia” come tradizione di un percorso culturale profondamente simbiotico con la città. In questo contesto si sono svolte le riflessioni generali su temi della legalità da parte dell’attrice Annalisa Insardà, del sindaco Michele Tripodi, del giornalista e studioso Pantaleone Sergi nel dibattito introdotto e moderato dall’assessora Nelly Creazzo. Una discussione nella quale è emerso chiaramente il triste dato non solo della presenza permeante della criminalità organizzata nella società civile ma anche la strisciante volontà della stessa di infiltrarsi nei gangli della gestione della cosa pubblica. Insardà ha illustrato il contenuto del suo spettacolo, Reality Shock, come reading composito in sette monologhi incentrato sulla privazione della libertà, della possibilità di scegliere in una commistione che “va contro ogni senso di umanità e legalità” che cerca di spiegare “la più grande bugia di tutti i tempi e cioè che la legge sia uguale per tutti” trattando temi che incrociano la malagiustizia per “arrivare diretti alla pancia delle persone”. Tripodi ha voluto rilanciare sull’impegno antimafia della sua amministrazione comunale – che si è peraltro costituita parte civile in numerosi processi per mafia che hanno riguardato la città – come segno caratterizzante la propria azione politica programmatica ma anche come battaglia ideologica, spiegando che “la mafia è ancora presente in questi territori non placando le bramosie di potere” ma anche plaudendo alle recenti inchieste della magistratura reggina che hanno avuto il merito di “scoperchiare pentole note che ci sono sempre state” con il chiaro riferimento alla “santa” che ha trasformato la mafia del brigantaggio in mafia evoluta. Un potere esercitato “turbando la democrazia, la libertà e l’economia” ha chiarito ancora Tripodi che si è infine chiesto “perché chi fa le scelte per il futuro agisce cercando di non togliere terreno sotto i piedi alle organizzazioni criminali?”. Pantaleone Sergi ha chiarito che “in queste storie (di ‘ndrangheta) le conclusioni non si traggono mai” mancando ancora la parola fine su un fenomeno che da endogeno calabrese è divenuto globale. Sergi infatti ha parlato della ‘ndrangheta come “mafia di esportazione, come problema connaturato con lo stesso fenomeno” spiegando come questa piaga sia stata “sottovalutata per decenni” prima di divenire una manifestazione di allarme sociale ma anche di come le popolazioni locali del nord abbiano tentato di rifuggire la questione “rifiutando il concetto di mafia di esportazione presente sui loro territori anche con atteggiamenti di stizza” e della latenza colpevole di certe politiche di contrasto che sono tardate ad arrivare forse per una diversa percezione del fenomeno. “La mafia
calabrese seppure ancorata ai riti arcaici è anche la più moderna e avanzata” ha sottolineato Sergi definendo la ndrangheta come il perfetto “paradigma delle mafie in movimento” che esportano il proprio metodo attraverso la “‘ndranghetizzazione del territorio” che passa in parte per la colonizzazione del territorio ed in parte per una spiccata capacità di delocalizzazione delle proprie strutture.