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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Pistolettate ai cani, rapine e profanazione di tombe Benvenuti in Calabria!

Pistolettate ai cani, rapine e profanazione di tombe Benvenuti in Calabria!
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Alcuni giorni c’è stato un servizio della trasmissione televisiva delle “Iene”, dove si occupava di una situazione molto grave, riguardante l’impossibilità di un ragazzo affetto da grave disabilità a non poter fare la sua terapia per restare in vita a causa della soppressione del mezzo di trasporto in una diatriba tra due comuni calabresi.
L’inviata, peraltro calabrese, alla fine del servizio fece un’affermazione, a mio avviso infelice che non ebbe molta indignazione mediatica anzi, è passata in sordina come se fosse tutto normale. Io non la pensai così e lo scrissi sul sito social delle Iene. Disse testuali parole, “Tra estorsioni e pistolettate, avrete capito che siamo in Calabria”. Sono trascorsi tre giorni da quel servizio e nelle cronache cosa leggi in Calabria? Pistolettate, estorsioni e minacce.

Alla fine indignarsi in Calabria, comporta anche di passare per ridicoli e al contempo derisi da tutti, perché le illusioni hanno sempre realtà con variabili varietà, e mettere la testa sotto la sabbia non aiuta. In tre giorni, oggi, devo limare la mia indignazione, perché quelle pistolettate sono accadute ma ai danni di un cane, di un povero animale dove la bestia (criminale) è ancora l’uomo. Nel vibonese un cagnolino, di proprietà di un’anziana signora ieri sera è stato ucciso a colpi di pistola. Un gesto ignobile ed esecrabile perpetrato da criminali che al pensiero di scrivere ciò che si pensa si rischia di divenire noi stessi “criminali” per quello che avremmo desiderato fare a loro. Da evidenziare che alcuni giorni fa, sempre a Vibo, una cagnolina è stata trovata impiccata vicino l’entrata di un negozio, dopo essere stata torturata fino alla morte. La Calabria famosa per la ‘ndrangheta e per gli imbecilli disturbati, non è cosa di poco conto (sic!). Un paese di barbari criminali o semplici disagiati sociali? Perché la ‘ndrangheta e la criminalità mafiosa c’è.

E per non farci perdere nulla, a circa cento chilometri da Vibo, a Zagarise si è consumato un atto ignobile che non si farebbe nemmeno al peggior nemico, non si lasciano in pace nemmeno i morti che riposano. Un macabro avvertimento (?), nei confronti di un consigliere comunale al quale hanno danneggiato le tombe dei genitori dando poi fuoco alla bara della madre. Dei barbari maledetti da Dio e dagli uomini che hanno l’arroganza e la prepotenza di commettere gesti che nemmeno una mente malata riuscirebbe a fare tale vilipendio. Anche se leggende calabresi narrano anche che in certi contesti mafiosi vendicativi, ci furono bare crivellate di colpi durante i funerali, ma erano altri tempi? Direi che i tempi passano, ma la mentalità mafiosa è un marchio di “denominazione acclarata”. Ma la Calabria finisce qui? Diremmo proprio di no. Perché possiamo scegliere tra anziani narcotizzati a Reggio Calabria per essere rapinati, fino ad arrivare finanche a poliziotti picchiati sol perché hanno fatto il loro dovere di controllo del territorio a Catanzaro.

Viviamo in un paese dove si parla di garantismo a orologeria, si diventa “manettari” e “giustizialisti” a seconda del menù che ci viene proposto dal personaggio in questione, si vive di parassitismo politico tra prebende e pulpiti della morale (a pagamento partitico con soldi pubblici nelle varie strutture istituzionali), come anche di fontanelle purificatrici della verginità nei riguardi di chi ancora non avrebbe ragione di esistere ma ancora c’è, dalla realtà locale fino in su…su…su… Non è che forse aveva ragione lo scrittore Woolf, quando disse che “Chiunque può essere un barbaro; rimanere un uomo civilizzato richiede uno sforzo terribile”? Benvenuti in Calabria!

(GL)