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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Piazza Armerina, il Centro di recupero faunistico del Parco Ronza rischia la chiusura

La Regione dimentica di assegnare dei contributi per la gestione del centro

di ROBERTA STRANO

Piazza Armerina, il Centro di recupero faunistico del Parco Ronza rischia la chiusura

La Regione dimentica di assegnare dei contributi per la gestione del centro

 

di Roberta Strano

 

Uno dei centri di recupero per uccelli tra i più importanti della Sicilia, il Centro recupero faunistico del Parco Ronza, realizzato dall’ex Provincia di Enna, ed affidato alla sezione provinciale della Lipu, Lega Protezione Uccelli, rischia di chiudere per problemi finanziari.
A creare problemi notevoli è la Regione che dimentica di assegnare dei contributi per la gestione del centro, veicolandoli sicuramente ad altre destinazioni.
“Il Centro Recupero LIPU per fauna selvatica di Enna – afferma la direttrice del centro, la Dr.ssa Ingrasciotta, – attivo dal 2005, nasce con l’intento di offrire il ricovero e le cure necessari ad animali selvatici ed in particolar modo volatili, frequentemente vittime di cacciatori e bracconieri. Al suo interno opera un gruppo di volontari che si cimentano quotidianamente nel soccorso e nel sostentamento di questi esseri allo scopo di restituire loro la libertà, ove possibile, se i danni arrecati sono recuperabili. Inoltre, non dovremmo dimenticare che la legislazione considera la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelato nell’interesse della comunità nazionale”.
Ma probabilmente Viviana Ingrasciotta, a seguito dei mancati contributi, deciderà di chiudere la struttura.
“Purtroppo dalla Regione non abbiamo avuto nessuna certezza su come continuare a gestire il centro – dice – ad oggi rimane aperto grazie prima di tutto alla sensibilità del dirigente dell’Azienda delle Foreste Nunzio Caruso che continua a garantire una serie di fondamentali servizi e poi anche a quella di tutti i volontari della sezione provinciale della Lipu che anche economicamente garantiscono ad esempio l’acquisto del vitto per gli animali. Sino ad ora ci siamo riusciti in attesa che arrivassero buone notizie dalla Regione.” Se non interverranno fatti nuovi – conclude la Ingrasciotta – dal prossimo anno purtroppo saremo costretti a valutare seriamente l’ipotesi di sospendere il servizio.”
In 8 anni al centro sono stati ricoverati 745 animali prevalentemente uccelli, ma anche tartarughe di terra e d’acqua.
Tra i mammiferi i ricci e le istrici, tra gli animali più rari l’aquila imperiale, l’aquila minore, il biancone. Di tutti questi animali circa il 40 per cento sono guariti e rimessi in libertà. Allo stato attuale il centro del parco Ronza ospita non meno di settanta animali selvatici di diverse specie.
Ci si augura che si possa ancora far qualcosa per tutelare e “tenere in vita” questo vero e proprio ospedale dei volatili, prezioso perché si aggiunge a quei pochi che sono ancora aperti in Sicilia, oltre a quello del parco Ronza ne esiste infatti un altro in provincia di Palermo nel bosco della Ficuzza e a Messina.