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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Petullà: “Allarme sociale a Taurianova”

Secondo il sociologo bisognerebbe “riflettere sull’opportunità di non escludere nettamente l’eventualità – peraltro da più parti sollevata – che l’Istituzione Comunale preveda la promozione di un primo incontro, nel quale coinvolgere il maggior numero possibile di forze sane”

Petullà: “Allarme sociale a Taurianova”

Secondo il sociologo bisognerebbe “riflettere sull’opportunità di non escludere nettamente l’eventualità – peraltro da più parti sollevata – che l’Istituzione Comunale preveda la promozione di un primo incontro, nel quale coinvolgere il maggior numero possibile di forze sane”

 

 

I reiterati atti di natura delinquenziale, che a Taurianova anche in quest’ultimo periodo si registrano, contribuiscono ad accrescere ulteriormente l’allarme sociale, esponendo a paure e ansie, che è sempre più difficile sottacere. Sembra cogliersi, da parte di ampi strati della cittadinanza, la frustante preoccupazione di non riuscire a controllare con serenità le circostanze che si dipanano nel tessuto delle quotidiane abitudini. Le apprensioni non sono del tutto immotivate, tenendo conto di un certo aumentativo trend dei reati, come pure del fatto che essi tendono a concretizzarsi attraverso modalità sempre più spregiudicate, nonché in forme verosimilmente complesse e organizzate. Vi è da capire, a quest’ultimo proposito, se sussistano ragioni per pensare che tali azioni si svolgano secondo una più ampia e criminale dinamica di controllo del territorio. Nulla impedisce – in questa delicata fase di transizione e d’incertezza – che accada il peggio. Comunque sia, non si può negare un’altra seria e correlata constatazione. Essa rimanda alla diffusa consapevolezza di vivere come bloccati da un deficit di disattenzione democratica, proveniente in modo particolare dalle innumerevoli e variegate realtà associazionistiche – laiche e cattoliche – che appaiono chiuse come in un proprio spazio idealizzato, distaccate nei confronti di quanto accade attorno. Sia pur con qualche eccezione, bisogna infatti ammettere che in questo contesto si colgono resistenze nel sollevare le questioni riguardanti il territorio, di fronte alle cui criticità non si dispone di un ancoraggio sufficientemente saldo. Sarebbe importante, alla luce di quanto detto, riflettere sull’opportunità di non escludere nettamente l’eventualità – peraltro da più parti sollevata – che l’Istituzione Comunale preveda la promozione di un primo incontro, nel quale coinvolgere il maggior numero possibile di forze sane. La sfida risiede nel tentativo di avviare e pianificare un’opera di sensibilizzazione e di coscientizzazione, a partire proprio dalla problematica dell’espansione della criminalità, dal cui fenomeno è tempo di convincersi che non è più possibile prescindere. L’effetto di questo modello di condivisione collettiva – che si lascia individuare nella pluralizzazione delle esperienze e delle pensabili soluzioni – oltre a tradursi in un utile sostegno all’operosità profusa dalle forze dell’ordine, potrebbe sollecitare l’identificazione di punti di riferimento più stabili, riducendo nell’opinione pubblica l’avvertita percezione d’insicurezza. L’auspicato ritrovo potrebbe rivelarsi propizio anche per rilanciare la consulta delle associazioni. Un democratico e sottovalutato organismo, questo, che da una parte potrebbe avvantaggiare la crescita dell’azione della partecipazione alle scelte politiche – privilegiando la scelta di un maggiore riferimento alla sfera pubblica – dall’altra sarebbe in grado d’incoraggiare una dialettica più serena tra i singoli sodalizi. L’interscambio tra questi ultimi aiuterebbe – forse in modo risolutivo – a superare gli esitanti e impedenti particolarismi, favorendo al contempo una coesione culturale più feconda delle indubbie potenzialità. E’ tempo, detto in ultima analisi, di superare ritardi e tensioni, che permangono a tutt’oggi, al punto da segnalare la fatica di una conversione di mentalità.

Mimmo Petullà