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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

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Peste bubbonica nuovo caso negli States A 16enne diagnosticata la malattia dopo il quarto decesso avvenuto in aprile

Peste bubbonica nuovo caso negli States A 16enne diagnosticata la malattia dopo il quarto decesso avvenuto in aprile
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E’ allarme peste negli Stati Uniti. Dopo il quarto decesso dell’anziano dello Utah
nel mese di aprile, una ragazza di 16 anni della contea di Crook nell’Oregon, è
stata diagnosticata la peste bubbonica. A confermarlo sono stati i medici. Sembra
che la ragazza abbia contratto la malattia in seguito al morso delle pulci avvenuto
durante una battuta di caccia nei pressi di Heppner, nella zona nord-orientale dello
stato. La teenager si è sentita male, dopo 5 giorni è stata ricoverata, e ora si
trova in terapia intensiva. Negli ultimi dieci mesi la malattia ha provocato già
undici contagi e tre decessi in Colorado, Arizona, New Mexico, California, Georgia
e Oregon. Il timore è che siano i primi segni di una nuova epidemia. L’ultima vittima
aveva contratto la peste ai primi di agosto. Gli altri morti di peste nel corso dell’anno
avevano 16, 52 e 79 anni. La peste è molto rara e curabile con gli antibiotici se
presa in tempo, ma le autorità federali sono preoccupate per l’aumento dei casi
quest’anno. Se non viene trattata, la malattia è fatale in una percentuale che va
dal 66% al 93% dei casi. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, invece,
se curata la mortalità è ridotta a circa il 16%. La peste bubbonica colpisce i
linfonodi, mentre altri due tipi di peste setticemica causano una l’infezione del
sangue, e la forma più contagiosa infetta i polmoni. A seguito della notizia, Giovanni
D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, senza voler ingenerare
alcun senso di panico, ma solo per semplice precauzione, invita tutti i turisti che
si sono recati in particolare nei parchi degli USA negli ultimi due mesi a sottoporsi
a profilassi, recandosi in primo luogo dal proprio medico curante e se dovessero
avvertire sintomi influenzali ad andare presso le strutture sanitarie ospedaliere
più vicine comunicando immediatamente e senza remore anche di essere a rischio di
contagio. Per chi parte ed ha intenzione di recarsi comunque nei grandi parchi americani,
invece, è chiaro che l’assenza di conoscenze specifiche e di cure certe sulla
malattia deve comportare la massima attenzione per evitare di entrare a contatto
con i roditori e con la loro saliva ed urine, pretendendo presso gli operatori turistici
un’accurata pulizia e disinfezione delle tende – cabine e dei bungalow.