Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Per la Cassazione inammissibile ricorso contro la Laganà "Riconosciuta mia innocenza, vicenda giudiziaria definitivamente conclusa"

Per la Cassazione inammissibile ricorso contro la Laganà "Riconosciuta mia innocenza, vicenda giudiziaria definitivamente conclusa"
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

“Con la sentenza dell’8 febbraio 2016, la Corte di Cassazione ha dichiarato
l’inammissibilità del ricorso proposto dalla procura generale avverso la
sentenza della corte d’appello di Reggio Calabria, che mi ha assolto perché
il fatto non sussiste dai reati di falso e tentativo di truffa ai danni
dell’ASL di Locri. Si è dunque definitivamente conclusa, con il
riconoscimento della mia innocenza, una vicenda giudiziaria pendente da
molti anni, che ha molto pesato sulla mia vita personale e politica”. Lo
afferma l’ex parlamentare Maria Grazia Laganà Fortugno.
“Già la sentenza d’appello, riformando quella del Tribunale di Locri, aveva
restituito a me e alla mia famiglia la serenità: soltanto, però, la
conferma definitiva dell’assoluzione da parte della Corte di Cassazione
restituisce pienamente me e la mia famiglia alla nostra vita”, dice ancora
Maria Grazia Laganà che prosegue: “L’essere, da moglie di Francesco
Fortugno, vittima del più rilevante omicidio politico – mafioso degli
ultimi trent’anni, sottoposta a processo per falso e tentativo di truffa,
l’essere raggiunta dall’informazione di garanzia nel mentre era in corso il
processo per l’omicidio di mio marito, il vedere verificate tutte le
operazioni economiche della mia famiglia, mi lascia oggi una sola
soddisfazione: che nulla di anomalo si è rinvenuto e che i fatti a me
contentati non sussistono. La semplice pendenza di questo processo –
sostiene ancora Laganà Fortugno – mi ha indotto ad autosospendermi dal
Partito democratico, a non ricandidarmi alle elezioni politiche e a
lasciare, pertanto, il Parlamento”.
L’esponente politica locrese spiega: “Nonostante nessuna norma mi imponesse
tali scelte, ho ritenuto che, essendo stata eletta deputata in quanto
vedova di Francesco Fortugno ed avendo improntato la mia attività politica
all’attuazione dei valori che avevano improntato la sua azione politica, la
mia condanna, sia pure soltanto in primo grado, mi imponeva di ritirarmi in
attesa che fosse riconosciuta la mia innocenza. Sono certa che queste mie
scelte sarebbero state condivise da mio marito, se la barbarie
politico-mafiosa non l’avesse sottratto all’affetto mio e della mia
famiglia”. Maria Grazia Lagan Fortugno conclude rivolgendo il proprio
“ringraziamento agli avvocati Antonio Mazzone, Guido Calvi e Alicia Mejia
Fricht, che mi hanno difeso in questo processo e che hanno difeso me e la
mia famiglia come parti civili nel processo per l’omicidio di mio marito”.