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Pedace, uno timbrava e gli altri a spasso. Ai domiciliari 11 dipendenti comunali

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Sono stati i carabinieri della Compagnia di Rogliano a condurre le indagini che hanno portato all’emissione dell’ordinanza cautelare per il personale. E’ stato possibile appurare Lsu e assunti a tempo indeterminato si assentavano dall’ufficio per fare attività personali o non si recavano affatto al lavoro – ECCO I NOMI DEGLI ARRESTATI

Pedace, uno timbrava e gli altri a spasso. Ai domiciliari 11 dipendenti comunali

Sono stati i carabinieri della Compagnia di Rogliano a condurre le indagini che hanno portato all’emissione dell’ordinanza cautelare per il personale. E’ stato possibile appurare Lsu e assunti a tempo indeterminato si assentavano dall’ufficio per fare attività personali o non si recavano affatto al lavoro

 

 

COSENZA – I carabinieri della Compagnia di Rogliano (Cosenza) stanno eseguendo un’operazione per l’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di dipendenti pubblici. Si tratta di dipendenti del Comune di Pedace, nella Presila cosentina, accusati di truffa aggravata perchè presunti assenteisti. Dalle indagini, iniziate nel gennaio scorso, sarebbe emerso che gli indagati, tra cui Lsu ma anche assunti a tempo indeterminato, si assentavano dall’ufficio per fare attività personali o non si recavano affatto al lavoro, visto che uno solo di loro aveva l’incarico di timbrare per conto di tutti gli altri.

Le investigazioni dei militari avrebbero accertato la piena responsabilità di tutti gli undici indagati, tra cui 5 donne, i quali, durante l’orario di servizio, regolarmente retribuito, perfino con prestazioni extra di lavoro straordinario, falsificavano regolarmente gli orari di presenza e di uscita nei locali del municipio. L’operazione, è stata denominata Time Out.

OPERAZIONE DOPO LAMENTELE CITTADINI

Sono state le lamentele e il malcontento crescente tra i cittadini a far scattare le indagini dei carabinieri che hanno portato all’arresto, a Pedace nel cosentino, di 11 dipendenti comunali tra cui cinque donne e alcuni lavoratori precari Lsu. In totale sono state accertate 120 violazioni nell’arco di due mesi alcune delle quali compiute anche con l’utilizzo della vettura di servizio dell’ente. Le persone arrestate, alle quali sono stati concessi i domiciliari, sono accusate di truffa pluriaggravata ai danni di ente pubblico: oltre al Comune anche la Regione e l’Inps per quanto riguarda le responsabilità dei precari. In particolare il gruppo, composto anche da funzionari dell’ente, aveva messo in piedi un sistema di copertura reciproca attraverso l’utilizzo dei badge per falsificare orari di ingresso e di uscita. I particolari dell’indagine sono stati illustrati a Cosenza dal comandante del reparto operativo dei carabinieri di Cosenza, Vincenzo Franzese e dal procuratore aggiunto della Repubblica di Cosenza Domenico Airoma. Oltre alle riprese di una telecamera piazzata all’ingresso degli uffici comunali, i militari hanno acquisito ulteriori immagini e riscontri. In particolare uno dei dipendenti è stato ripreso mentre si recava ad acquistare un automobile per il proprio figlio o altre sorprese al mercato a fare la spesa. In alcuni casi anche fuori dal territorio comunale. Non si escludono ulteriori sviluppi nelle indagini.

LE PERSONE COINVOLTE

Questi i nomi dei dipendenti del Comune di Pedace arrestati dai carabinieri per assenteismo: Luigina Curcio, di 40 anni, responsabile ufficio finanziario; Licia Dora Scarcello (41), impiegata ufficio ragioneria; Gianfranco Faraca (58), responsabile ufficio polizia municipale; Valentina Faraca (63), impiegata ufficio servizi sociali; Salvatore Manieri (61), custode del cimitero; Costantino Basile (63), operatore ecologico; Vincenzo Greco (49), e Mario Oliverio (48 anni), ausiliari del traffico, e Liliana Talarico (36), Dino Mario Altomare (43), e Gina Piraine (48), lavoratori socialmente utili.