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Parola d’ordine: “Per il bene del paese”

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Prefazione. Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero. (Proverbio Arabo)

Mentre lievita l’impasto della pizza, mi accingo a tirar su due righe nella speranza che possano essere di compagnia e di ironica leggerezza. Ricordandomi che avevo lasciato in sospeso (oltre l’impasto odierno), due resoconti e che, ahimè (maledetta mano), avevo scritto “Continua”. Di tutto questo me ne pento amaramente, ma per una questione di “coerenza” devo assolutamente portare a termine, seppur controvoglia, questo dialogo di un viandante in cerca di luce (sempre se, per via di un quasi dissesto non la tagliano). Maledetta “coerenza”! A Taurianova invece questa parola è stata soppressa, e ne da il triste annuncio: “Per il bene del paese” (sic!).
Fermo restando che, rimane sempre la dura condanna per gli atti e le minacce criminali subiti dal sindaco Fabio Scionti e da altri componenti, atti assolutamente esecrabili. Ma come scrissi in precedenza, “Lo spettacolo deve continuare” e la critica nonché la dialettica nel rispetto delle persone non deve cessare. Ed essendo pure di fede laica, non amo né prediligo le beatificazioni sommarie. Quindi, ho cercato di “scartavetrare” per trovare qualche spunto, ma non ci sono riuscito. Ho visionato l’albo pretorio, ho chiesto in giro, ho girovagato per mare e per monti, ho fatto una seduta spiritica, una meditazione trascendentale, una visita oculistica, ma nulla. Nulla che possa essermi di aiuto per tirare qualcosa di novità amministrativa. Mentre continuo ancora a maledire il giorno che ho messo quel “continua”. Tra le altre cose ho avuto anche mal di schiena dopo che ho inviato l’ultimo pezzo. Misteri sovrannaturali. Ci ritroviamo praticamente in una stasi “commissariale” e per dirla alla Flaiano, “La situazione è grave, ma non seria”.

Ma ecco che una lucina arriva come quella di Campanellino nel Peter Pan, il passaggio di Marianna Versace a Forza Italia. Sono soddisfazioni quali occorre prendere a volo (ma con moderazione). Inizio a leggere, “In piena coerenza con la mia storia personale e familiare, con i miei valori strettamente legati ad una proposta alternativa alle logiche della politica della spartizione del potere e della prevaricazione di vecchi mestieranti della politica, travestiti di nuovo, in questo Paese maldestramente rappresentato da una coalizione di centro sinistra che ha ingannato l’elettorato e, ahimè, anche la mia persona, ho deciso di continuare la mia esperienza politica aderendo a Forza Italia”. Viva l’Italia, viva la Repubblica, viva Peppone e Don Camillo. Questa donna si merita una statua di marmo posizionata al posto della “Mietitrice” del Monteleone. Da esibire come monumento perché le sue parole ferree, profonde piene di animata passione, fanno vibrare il cuore, provando emozioni surreali (e le braccia tanto che faticano a reggersi per l’emozione, cadono!). Eletta (e “ingannata”) da Scionti con “A testa alta”, passa con gli “Innamorati” di Biasi, certo al cuor non si comanda e poi? Forza Italia (standing ovation!). Ecco perché scrivo che la situazione è grave ma non seria.

Il bello è che la sua scelta, lo dice lei, “rappresenta l’unica strada percorribile per realizzare quel progetto di rinascita della città”. Giusto, ma riflettiamo un attimo. A marzo 2016 scriveva questo, “Onoro il mandato che mi è stato consegnato dai miei elettori, i quali, votandomi, mi hanno riconosciuto la lealtà, il coraggio e la tenacia”. Questo quando lascia la maggioranza per seguire il fascino di Roy Biasi, un amore a prima vista (o al primo ballottaggio? Boh). E sempre a proposito di “lealtà”, ad agosto 2017, “Sono profondamente delusa, se non, addirittura, costernata, per la decisione presa dal signor Antonino Caridi di abbandonare il suo posto da consigliere comunale di opposizione (…)”. Oltre a ringraziarlo per averla accompagnata al “posto giusto”. Poi (ingrata) la stoccata finale, “Vederlo, oggi, entrare in maggioranza, a testa bassa (…) sommerso dai fischi di un intero paese, mi addolora e cerco di trovare una risposta che non c’è”, infatti è la stessa risposta che stiamo cercando un po’ tutti e chi meglio di lei visto che “a testa alta” ha lasciato la maggioranza per fare contorsioni orientali con il metodo zen. In due anni è riuscita finanche a rivoluzionare il pensiero copernicano. Però come si dice, l’idea non la cambiano solo gli imbecilli, e considerando ciò, molti premi Nobel si sono sprecati nel nostro percorso di storia cittadina.

Ma Caridi cosa fa? L’ex “ipotesi e ora Candido (Voltaire non me ne voglia), viaggia da solo. Aiuta ad asfaltare finanche le strade con eleganza e pettorina, un consigliere/operaio e badi bene, non c’è Fausto Siclari dietro a dire cosa deve fare! Caridi viaggia con il fedele e precettore Pangloss Rocco Sposato (e stavolta spero davvero che Voltaire abbia pietà di me), loro girano, scrutano, occhi maldestri e sguardi profondi, nessun cenno di risata, ma osservano. Oramai fanno coppia fissa, viaggiano in due come i carabinieri! D’altronde, i “padroni” sono loro!
Non spenderò troppe parole sul bando per gli “Operatori per la corretta gestione dei rifiuti”, anche perché comincio a seccarmi pure io di scrivere, la pasta sarà lievitata e pronta per essere stesa. Senza andare ad analizzare cos’hanno scritto i consiglieri di minoranza, senza scomodare la Costituzione, i padri costituenti, la Carta dei diritti umani, la convenzione di Ginevra e i bucatini all’Amatriciana se fatti con l’aglio o la cipolla.

Brevemente, ogni contratto pubblico così come viene inteso un bando, deve avere delle prerogative fondamentali e soprattutto assiomatiche, lo confermano gli indirizzi per il recepimento europeo di molti Codici redatti in Italia, Specie quello del 2006 sui contratti (anche se in materia di contrattualistica si parlava già nel 1994). La libera concorrenza, la parità di condizione e nessuna pregiudiziale discriminatoria per chi dovrebbe concorrere devono essere trattati tutti con pari dignità come requisiti e come condizione anagrafica. Al di là delle date di scadenza messe, rimesse, corrette o omesse, non ha importanza.

Il bando in teoria dovrebbe essere revocato immediatamente o quantomeno riformulato con le condizioni diciamo “europeiste” di recepimento. Basterebbe consultare che ne so, le linee guida dell’Anac (e prim’ancora l’ex Avcp), alcuni uffici della regolazione ministeriali e infine perché no, l’Antitrust, vi diranno, e ne sono certo, che quel bando così com’è non va bene. Ma mi rendo conto che anche in questo caso, come fu per lo Staff (inopportuno, anacronistico, impopolare e antieconomico), sarà solo una voce nel deserto che cadrà nel vuoto. Gli impermeabili di questa maggioranza sono di ottima fattura. Cosa dire alla minoranza consiliare? Quando fate un’interrogazione, inviatela al sindaco, com’è giusto che sia, e anche “per conoscenza” al duo Caridi/Sposato. Sono loro, i due voti che tengono in piedi la baracca, magari troverete più ascolto. E per finire Rabelais, quanto lo adoro, “E, leggendo, non vi scandalizzate: Qui non si trova male né infezione. Meglio è di risa che di pianti scrivere, ché rider soprattutto è cosa umana”.

(3. Fine. Finalmente!)

Ps. Solo per curiosità e mai “al pensar male” di andreottiana memoria. Un lume dubbioso che combacia con il concetto esistenziale sant’agostiniano. Il tutto, perché non riuscivo a trovare le chiavi della mia dispensa. Al Municipio, esiste un regolamento che definisca chi può possedere le chiavi per gli ingressi della casa comunale? E se c’è, sarebbe possibile avere un elenco, pubblico ovviamente, delle persone che sono in possesso di tali chiavi? Ovviamente anche delle altre strutture di proprietà comunale, come l’edificio dove si svolgono le varie attività come il “Festival del torrone, “del libro”, etc. etc. e ancora, etc.?

In molte realtà comunali italiane esiste un regolamento. Io stesso ne ho letto circa una cinquantina, dove ad esempio le chiavi sono depositate presso il comando di polizia municipale (o in una portineria), ed è vietato il possesso finanche ai dipendenti e agli amministratori. Non volendo essere fiscali, però anche ammesso che dipendenti e amministratori possono avere una copia (o un libero accesso per motivi prettamente di lavoro), sarebbe opportuno stilare un elenco pubblico o no? Certamente non potrò averli io né possono averli altri soggetti per condizione transitiva, commutativa e anche associativa (sarebbe un fatto di una gravità inaudita). E senza andare troppo lontano, basti leggere il regolamento che disciplina tale questione nella vicina Palmi e trarre magari qualche spunto. Perdonatemi se mi sono lasciato andare in quest’altra, diciamo “filippica”.

Ps.2 Un grande plauso a Mesa Gerace per il programma dell’Università del tempo libero “Isabella Loschiavo”, doveroso e opportuno. Brava e bella Mesa!