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Paolo Saccà (Cisl Fp Sanità) scrive al sindaco di Polistena

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Signor Sindaco,

Le scrivo come cittadino di questo territorio, conoscitore dei problemi e da sessantenne, attento alla propria salute.

Per cominciare, trovo il suo impegno a difesa dell’Ospedale di Polistena ammirevole,
ogni sindaco deve tutelare gli interesse primari dei propri cittadini con ogni mezzo.
Il Suo compito, coraggioso, è certamente più arduo se vuole tutelare anche la sanità di tutto il territorio della piana. La manifestazione di oggi, senza ombra di dubbio, accenderà un faro importante sulla problematica denunciata. Non si accontenti delle promesse che non tarderanno ad arrivare. Non si accontenti di ottenere un grande scatolone vuoto. Avrà certamente seguito attivamente la manifestazione di Locri, nulla è cambiato e nulla cambierà e ben presto i problemi riemergeranno con forza.
Ho sperato con tutto me stesso nella costruzione del nuovo ospedale, senza che mi importasse dove, fino all’ amara  consapevolezza che non sarà mai costruito ed in caso contrario  passeranno decenni per  essere realizzato.

E allora cosa fare ?

Serve fare un passo indietro, abbandonare momentaneamente il sogno del nuovo ospedale che, per anni ed anche adesso, è rimasto  l’alibi peggiore perché tutto restasse così com’è.
E allora, serve immediatamente concentrarsi sulle cose che possono essere fatte subito.
In primis, L’EMERGENZA TERRITORIALE, che per forza di cose non può essere delegata a nessuna struttura del nord  ed a nessun privato.

Ogni cittadino della piana deve essere raggiunto nel più breve tempo possibile, soccorso, stabilizzato ed accompagnato in un Pronto Soccorso idoneo ed abilitato ad ogni tipologia di cura.

È obbligatoria la presenza di Anestesisti, cardiologi, chirurghi, ortopedici, pediatri, ostetrici, radiologia, laboratorio analisi, centro trasfusionale.

I locali del Pronto Soccorso dovranno essere idonei a contenere e  differenziare i codici bianchi e verdi da quelli gialli e rossi.

È evidente che, superata questa fase dell’emergenza, si potrà scegliere con relativa calma in quale ospedale di eccellenza inviare il malato.

Gli Anziani, certo, non potranno essere trasferiti in altri ospedali lontani dalle loro famiglie, vanno garantiti livelli di assistenza elevati nel rispetto della dignità dei più deboli.
Potenziare l’assistenza domiciliare  che, come già abbiamo constatato, può garantire le cure e l’assistenza necessaria dalla diagnosi alla fine della sofferenza senza dover usufruire di  un solo giorno di ricovero ospedaliero.

Detto questo, possiamo risalire i piani della struttura e parlare delle divisioni più importanti.
La chirurgia, la medicina, la pediatria, l’ortopedia, l’ostetricia, la rianimazione, l’UTIC, la cardiologia, la dialisi etc etc tralasciando provvisoriamente quelle branche assolutamente secondarie rispetto alle emergenze, quali “ sessuologia e disfunzione erettile nell’anziano”.
È oltremodo evidente che una buona sanità  dipende soprattutto dalla qualità dei Medici e degli Infermieri, dalla Università e da una Scuola di formazione continua, dalle responsabilità loro affidate e dal controllo di una amministrazione attenta.
Quando un buon Medico lascia l’ospedale  o rinuncia ad operare su questo territorio, diventa una grave perdita per la collettività, certo, bisogna chiedersi il perché ed intervenire.
Ho sentito spesso parlare, (aggiungo) “maliziosamente”, di personale mal distribuito e che la soluzione sarebbe “scovare gli imboscati”. Certo che si, ci sono eccome. Alcuni di questi, in tantissimi anni non hanno mai lavorato un solo giorno , alcuni e per fortuna pochi, vagano come fantasmi, sono medici, infermieri, amministrativi ma non si sono auto imboscati. Non sono la soluzione.

Io, Signor Sindaco, non voglio essere curato da questa gente,
io voglio essere curato da persone motivate, orgogliose di farlo. Chi c’è c’è…il resto a casa.
Le ultime vicende, eclatanti, hanno visto coinvolti il Commissario Straordinario ed addirittura il Presidente della Regione, ma nulla all’interno dell’Azienda è cambiato e non mi si venga a dire che non si è in grado di stringere il cerchio sulle responsabilità.
Tra pochi anni, considerato che il maggior numero di assunzioni sono  avvenute tra il 1975 ed 1985, in tantissimi andranno in pensione ed il problema tenderà ad aggravarsi. Serve quindi, attuare una strategia che tenga conto di questo dato e di un piano di assunzioni molto improbabile.

Bene la lungodegenza di Oppido, bene la camera iperbarica e la dialisi di Palmi, bene l’ospedale generale di Gioia Tauro, bene la dialisi di Taurianova, bene tutti.
Dalla mia esperienza professionale posso dirle che sono i grandi Medici a fare grandi gli Ospedali e dai dati risulta che gli ospedali vicini sono “morti” contestualmente ai grandi Medici. Sono costoro che trascinano la grande macchina. È su di loro che bisogna puntare le attenzioni, ascoltarli, affiancarli, difenderli, sostenerli e se  necessario controllarli.
L’ospedale di Polistena, malgrado tutto è l’ospedale della Piana, piaccia o no, resta l’ultimo baluardo dell’emergenza sul territorio.

Signor Sindaco, forse non  riuscirà a sconfiggere la disoccupazione o l’arroganza della mafiosità. Forse non torneranno più i nostri figli emigrati, però, possiamo e ne sono certo, difendere la dignità delle persone che soffrono.

In bocca al lupo.

Il Segretario Aziendale CISL FP Sanità Piana Paolo Saccà