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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Panedigrano interviene sull’accorpamento delle aziende ospedaliere catanzaresi Il candidato a sindaco di Lamezia Terme ha commentato, in una nota, la decisione di unificare la Pugliese-Ciaccio e il policlinico universitario Mater Domini

Panedigrano interviene sull’accorpamento delle aziende ospedaliere catanzaresi Il candidato a sindaco di Lamezia Terme ha commentato, in una nota, la decisione di unificare la Pugliese-Ciaccio e il policlinico universitario Mater Domini
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Come previsto dal Piano di Rientro, a Catanzaro hanno avviato l’accorpamento delle due aziende ospedaliere, la Pugliese-Ciaccio e il policlinico universitario Mater Domini. Sarà un colosso che drenerà il 70/80% delle risorse destinate alla sanità provinciale, che avrà una gran quantità di specialità mediche, che fungerà da calamita per i pazienti non solo della nostra ma anche delle altre province contigue, che stritolerà gli altri ospedali, tra cui il nostro, rimasti in gestione all’Azienda Sanitaria Provinciale.
Comitati, organizzazioni sindacali, personale sanitario, i politici più avveduti del lametino chiedono da tempo che in questa operazione di accorpamento vengano compresi anche i nostri ospedali per creare un’azienda ospedaliera unica, in cui ad ogni struttura sia attribuito un proprio ruolo (che per l’ospedale di Lamezia dovrà essere quello di una eccellenza che non sia in competizione, ma di completamento delle eccellenze presenti a Catanzaro). La struttura del Commissario ad acta è stata finora sorda a questo minimale e ragionevole appello. E ora s’è messa addirittura ad attuarne l’ispirazione all’incontrario e con lo scopo di sempre, quello di privare di servizi il nostro ospedale.
E’ di questi giorni la notizia che, acquisito un là pilatesco della struttura commissariale, il Direttore Generale f. f. dell’ASP, dr. Catalano, in pieno conflitto di interessi è riuscito alla fine a spostare il reparto di Audiologia di cui è Primario dal nostro all’Ospedale Pugliese di Catanzaro.
La vicenda di questo suo reparto è da manuale delle connivenze politico-sanitarie. Audiologia è un servizio della medicina territoriale del Pugliese, ma nonostante ciò il suo reparto è diventato ospedaliero e, attraverso una prima convenzione tra il Pugliese e l’Università, fu all’inizio collocato nell’ospedale Mater Domini. Dopo la sua candidatura nella lista Scopelliti Presidente il dr. Catalano venne nominato Direttore Sanitario dell’ASP e ottenne una nuova convenzione tra l’ASP e l’Università per trasferire la sua Audiologia nel nostro Ospedale. Costi di trasloco e adeguamento strutturale assai consistenti e grande strombazzamento sulla strabiliante eccellenza dell’Orecchio Bionico che ci veniva regalata. Più di una inaugurazione con tagli del nastro e calata a Lamezia di Scopelliti e Talarico, ma attività di impianti cocleari e servizi di audiologia zero. Ora, in questo interregno del cambio di amministrazione regionale, come usa alla fine di ogni impero, chi può arraffa. E il nostro ha deciso di completare l’opera del suo compare di cordata Mancuso. Così, dopo una terza convenzione tra l’ASP e l’Azienda Pugliese-Ciaccio, il Catalano Direttore Generale ha trasferito all’ospedale Pugliese il reparto del Catalano (lui stesso) Primario.
Un gioco dell’oca con ritorno alla casella di partenza che non solo ci è già costato un sacco di soldi in traslochi e ristrutturazioni, ma che continuerà a costare all’ASP un altro bel po’ di risorse. Gli atti del trasferimento sono stati finora di fatto secretati, ma siamo riusciti lo stesso ad averli in mano. Cose da Procura, quantomeno della Corte dei Conti. L’ASP ci mette uomini e mezzi, il Pugliese i locali. L’ASP paga manutenzione e gestione delle attrezzature, il Pugliese il costo del lavoro. L’ASP deve garantire, se occorre, l’aggiunta di nuovo personale (che non è chiaro chi dovrà pagare), il Pugliese incassa, invece, tutti gli introiti provenienti dalla prestazione del servizio.
Un bell’accordo, non c’è dubbio. Io mi sobbarco i costi, tu ti godi gli incassi. E “amici” (ancor più che amici, “fratelli”) come prima!
Nicolino Panedigrano