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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Oragate, per i periti nessun guasto alla rotativa

Oragate, per i periti nessun guasto alla rotativa

Prende corpo l’ipotesi che la sera del 18 febbraio qualcuno staccò di proposito la spina per impedire l’uscita in edicola dell’Ora della Calabria

Oragate, per i periti nessun guasto alla rotativa

Prende corpo l’ipotesi che la sera del 18 febbraio qualcuno staccò di proposito la spina per impedire l’uscita in edicola dell’Ora della Calabria

 

Nessun guasto alla rotativa. E’ questa la conclusione a cui sono giunti i consulenti tecnici nominati dalla Procura nell’ambito della vicenda giudiziaria nota con il nome “Oragate”. Prende sempre più corpo, dunque, l’ipotesi che la sera del 18 febbraio, qualcuno staccò di proposito la spina per impedire così l’uscita in edicola dell’Ora della Calabria.

A stabilirlo – come riferito oggi dalla Gazzetta del Sud – sarebbero stati gli accertamenti effettuati su un computer della tipografia di Umberto De Rose, lo stampatore oggi indagato per tentata violenza privata insieme all’avvocato Andrea Gentile. L’ipotesi degli inquirenti, infatti, è che il black out sia stato provocato proprio per scongiurare la pubblicazione di una notizia che riguardava Gentile, figlio del senatore Tonino (Ncd). Lo scorso 14 marzo, i periti nominati dal pm Domenico Assumma, avevano preso in custodia l’hard disk del macchinario che, a detta dello stampatore, era andato in tilt comportando così la mancata pubblicazione del giornale. In realtà, quell’intoppo era giunto dopo una serie di pressioni, esercitate via telefono dallo stesso De Rose, per convincere l’ex editore dell’Ora, Alfredo Citrigno, a non pubblicare la notizia del coinvolgimento di Gentile jr. nell’inchiesta sulle consulenze d’oro dell’Asp Cosenza. Una notizia questa ritenuta “scomoda” per suo padre, all’epoca impegnato a strappare una poltrona da sottosegretario nel nascituro governo Renzi. L’episodio, noto anche come “Il discorso del cinghiale”, ha fatto poi il giro del mondo grazie alla decisione del direttore Luciano Regolo, di renderne pubblici tutti i retroscena: dal sinistro – benché a tratti grottesco – campionario di avvertimenti sfoderato dall’Umberto fino agli sms inviati da Andrea Gentile a Citrigno. Circostanze già note, che hanno determinato l’ondata di sdegno popolare risultata, poi, decisiva per indurre un Tonino Gentile fresco di nomina a sottosegretario a dimettersi dall’incarico.