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Operazione “Magnifica”, misure interdittive per 8 soggetti tra i quali il Rettore e 5 professori ordinari dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria: i nomi dei 52 indagati

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria sotto il coordinamento della
locale Procura della Repubblica – diretta dal Procuratore Dott. Giovanni Bombardieri – stanno dando corso a
un’Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale interdittiva emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale
di Reggio Calabria nei confronti di n. 6 professori ordinari e n. 2 dipendenti dell’area amministrativa
dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Tra le persone sottoposte alla misura cautelare del divieto temporaneo all’esercizio del pubblico ufficio ricoperto
presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria figurano anche l’attuale Rettore del predetto Ateneo,
sottoposto ad una misura interdittiva della durata di 10 mesi, nonché il suo predecessore, l’attuale Prorettore
Vicario, sottoposto ad una misura interdittiva della durata di 12 mesi. Nei confronti di quest’ultimo, il GIP ha
altresì disposto l’esecuzione di un sequestro preventivo del valore di circa 4 mila euro.
Contestualmente, i finanzieri stanno dando esecuzione a Decreti, disposti dalla Procura della Repubblica di
Reggio Calabria, di perquisizione domiciliare e personale nei confronti di n. 23 soggetti, di perquisizione di
sistemi informatici/telematici in uso alla prefata Università, nonché di richiesta di consegna di documentazione
ritenuta essenziale ai fini probatori.
L’operazione costituisce l’esito di un’articolata indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria
di Reggio Calabria che ha consentito di ipotizzare – fatte salve successive valutazioni di merito – condotte
illecite, commesse in un arco temporale molto significativo, dal 2014 al 2020, integranti l’esistenza di
un’associazione dedita alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica
nella direzione e gestione dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e delle sue articolazioni
compartimentali.
Le indagini traggono origine da un esposto, presentato alla locale Procura della Repubblica, da una candidata
non risultata vincitrice, nel quale venivano segnalate condotte irregolari perpetrate in occasione
dell’espletamento della procedura di valutazione comparativa per un posto di ricercatore universitario.
L’esponente, per tutelare la propria posizione, aveva promosso appositi giudizi presso i competenti organi di
Giustizia Amministrativa, in tale contesto, come emerso agli atti delle indagini, veniva suggerito al predetto di
rinunciare all’azione giudiziaria intrapresa ed “aspettare il proprio turno” per avere accesso a future opportunità
professionali all’interno del Dipartimento.
Sulla base di quanto emerso dalle indagini, la perpetrazione di molteplici e reiterati atti contrari ai doveri
d’ufficio di imparzialità, lealtà, correttezza e fedeltà si manifestava, soprattutto, in occasione delle varie
procedure concorsuali e comparative, nella selezione delle commissioni esaminatrici attraverso la scelta di
componenti ritenuti “affidabili” e pertanto idonei a garantire un trattamento favorevole ai singoli candidati scelti
“direttamente” o a seguito di “segnalazione”.
Le procedure comparative e concorsuali riguardavano indistintamente le posizioni di ricercatori, di professori
ordinari e associati, di assegnisti di ricerca nonché le selezioni per l’accesso ai dottorati di ricerca e ai corsi di specializzazione.
Inoltre, sulla scorta delle indagini poste in essere venivano riscontrate ulteriori e molteplici irregolarità nella
gestione delle risorse universitarie: le autovetture di servizio, infatti, venivano sistematicamente sottratte alle loro finalità istituzionali per essere utilizzate ai fini privati, nonché taluni appalti dei lavori edili di manutenzione dei locali universitari venivano assegnati in assenza di apposite procedure di gara e sulla base di false prospettazioni della realtà fattuale. Peraltro, l’indebito utilizzo delle risorse dell’ente non ha riguardato solo le autovetture di servizio, le contestazioni di peculato concernono, infatti, anche le carte di credito intestate all’Università, reiteratamente utilizzate per pagare spese di natura prettamente personale.
Le condotte contestate agli indagati consistono – ad oggi e fatte salve le valutazioni dei successivi organi di
giudizio – nella associazione a delinquere (art. 416 c.p.), nella concussione (art. 317 c.p.), nella corruzione (artt. 318 e 321 c.p.), nell’abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), nella falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.479 e 476 co.2.c.p.), nella turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (art. 353 bis c.p.) e nel peculato (art. 314 c.p.).
Il provvedimento cautelare eseguito costituisce la conclusione di un complesso iter investigativo che dimostra,
ancora una volta, l’elevata attenzione mantenuta dai militari in forza al Comando Provinciale della Guardia di
Finanza di Reggio Calabria che – nel solco delle puntuali indicazioni dell’Autorità Giudiziaria – continua a essere
rivolta alla ricerca ed alla repressione delle forme di illegalità nella Pubblica Amministrazione allo scopo di
arginare il cattivo utilizzo delle risorse dello Stato, a combattere la corruzione ed tutelare la trasparenza e la
meritocrazia come vere chiavi di successo del sistema Paese.

I nomi dei 52 indagati
banese Giuliana Renata
Amaro Ottavio Salvatore
Arcadi Nicola
Bombino Giuseppe
Catanoso Pasquale
Condello Antonio
Dato Zaira
De Capua Alberto
De Capua Claudio Roberto Maria
Errante Lidia
Fabbio Philipp
Fera Giuseppe
Ferrara Massimiliano
Ferro Maria Giovanna
Ginex Gaetano
Gulisano Giovanni
Laganà Iside Rita
Laganà Filippo
Lombardo Maria Teresa
Maltese Demetrio
Manti Chiara
Manti Domenico
Mazza Laboccetta Antonio
Milardi Martino
Morabito Francesco Carlo
Neri Gianfranco
Neri Ilaria Stefania
Neri Paolo
Panetta Rossella
Panuccio Emilia Adele
Pellitteri Giuseppe
Presta Ida Giulia
Russo Antonello
Russo Rosario Maria Valerio
Sabatini Francesca
Saladino Giovanni
Santini Adolfo
Schena Leonardo
Sciascia Andrea
Sole Aurelia
Tamburino Vincenzo
Taverriti Alessandro
Themos Laura
Tornatora Rosa Marina
Trimarchi Michele
Tropea Giuseppe
Uso Agostino
Zampogna Giovanna
Zampogna Giuseppe
Zema Demetrio Antonio
Zimbone Santo Marcello
In merito a tutto l’impianto accusatorio, è doveroso specificare che si tratta di ipotesi di reato che dovranno eventualmente essere confermate in sede di giudizio, e che quindi al momento tutti i soggetti coinvolti sono innocenti e non hanno avuto alcuna condanna in merito alle accuse ipotizzate dalla Procura.