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Omicidio Lea Garofalo, parla il pentito Venturino: “Cosco voleva uccidere anche la figlia Denise”

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Il pentito ha raccontato particolari raccapriccianti sulla morte della collaboratrice di giustizia. I giudici della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno disposto una perizia sui profili genetici trovati sui resti della donna. L’udienza è stata però sospesa per un lieve problema di salute dello stesso Venturino

Omicidio Lea Garofalo, parla il pentito Venturino: “Cosco voleva uccidere anche la figlia Denise”

Il pentito ha raccontato particolari raccapriccianti sulla morte della collaboratrice di giustizia. I giudici della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno disposto una perizia sui profili genetici trovati sui resti della donna. L’udienza è stata però sospesa per un lieve problema di salute dello stesso Venturino

 

 

MILANO – I giudici della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano, decidendo la riapertura del processo sull’omicidio di Lea Garofalo, hanno anche disposto una perizia sui profili genetici trovati sui resti della testimone di giustizia trovati in un magazzino nel Monzese. Le nuove dichiarazioni del pentito Carmine Venturino della scorsa estate avevano permesso infatti agli inquirenti e agli investigatori di rintracciare alcuni resti della donna che, stando alla versione del collaboratore, venne strangolata e il corpo fu bruciato. I giudici hanno dato l’incarico ad un perito che dovrà discutere la sua relazione nell’udienza del prossimo 15 maggio. Il perito dovrà valutare “la compatibilità” tra i profili genetici trovati e quelli della figlia di Lea Garofalo, Denise. In aula sta deponendo il pentito Venturino, dietro un paravento, l’uomo che in passato aveva avuto una relazione sentimentale con Denise. I giudici nella rinnovazione del dibattimento hanno deciso che vengano ascoltati nelle prossime udienze anche due consulenti medici che hanno effettuato accertamenti sui resti della donna, un ispettore che ha svolto le nuove indagini e Denise Garofalo in relazione agli oggetti (alcuni monili) ritrovati accanto ai resti della donna.
PROBLEMA SALUTE PENTITO, UDIENZA SOSPESA. SI TORNA IN AULA NEL POMERIGGIO PER DEPOSIZIONE
Per un problema di salute non grave del pentito Carmine Venturino, i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno deciso di sospendere l’udienza del processo sull’omicidio di Lea Garofalo. Il pentito, che stava deponendo in aula, verrà sottoposto ad alcuni accertamenti medici e l’udienza riprenderà alle ore 14. Ieri il legale di Carlo Cosco, l’ex compagno di Lea Garofalo condannato all’ergastolo, aveva preannunciato che il suo assistito, dopo la breve confessione dei giorni scorsi, avrebbe voluto oggi parlare ancora o attraverso interrogatorio o con dichiarazioni spontanee. Sarà difficile, però, sentire Carlo Cosco perché la deposizione del pentito Venturino, che si prevede lunga, è slittata al pomeriggio.

PENTITO: MENTRE BRUCIAVA LE SPACCAVAMO OSSA. CORDA PER STRANGOLARLA ERA ENTRATA NELLA CARNE
“Mentre il corpo bruciava, spaccavamo le ossa con una pala”. E’ questo uno dei tanti passaggi crudi del racconto del pentito Carmine Venturino sulla distruzione del cadavere di Lea Garofalo, reso in aula nel processo d’appello sull’omicidio della testimone di giustizia. Venturino, tra l’altro, ha raccontato di avere visto che la corda con cui era stata strangolata la donna “Le era entrata nella carne e lei aveva molti colpi in faccia, una parte della faccia era schiacciata”.
PENTITO: COSCO DISSE ‘BASTARDA LO SAPEVA’
Carlo Cosco fece “un unico commento” dopo avere strangolato la sua ex compagna, Lea Garofalo, e disse “la bastarda se ne era accorta”, ossia, aveva capito che lui l’aveva portata in un appartamento per ucciderla. Lo ha raccontato in aula il pentito Carmine Venturino, che nei mesi scorsi, dopo la sentenza di primo grado, ha messo a verbale nuovi dettagli sulla modalità dell’omicidio della testimone di giustizia.
COSCO VOLEVA UCCIDERE ANCHE FIGLIA
Carlo Cosco, dopo avere ucciso la sua ex compagna Lea Garofalo, avrebbe avuto anche l’intenzione di ammazzare la loro figlia, Denise, perché dopo l’omicidio la giovane stava parlando con gli investigatori. Lo ha riferito nel processo d’appello il pentito Carmine Venturino, il quale ha raccontato che Cosco avrebbe detto: “se sono vere queste dichiarazioni che sta facendo, fate quello che dovete fare”.

PENTITO, DELITTO IMPOSTO DA ‘NDRANGHETA
L’omicidio di Lea Garofalo fu “un delitto imposto dalla ‘ndrangheta”, perché la donna “portava una macchia” per aver “abbandonato il marito in carcere” e per avere parlato con i magistrati. Lo ha spiegato il pentito Carmine Venturino deponendo nel processo d’appello. Secondo il collaboratore, Carlo Cosco, ex compagno della donna, “fu obbligato ad ammazzarla per le regole della ‘Ndrangheta e non lo decise lui ma le famiglie”. La deposizione di Venturino proseguirà nell’udienza di domani.