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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Omicidio Bruzzese, Cafiero De Raho: “Andava protetto” Il Procuratore nazionale antimafia parla dell'uccisione del fratello di un pentito di ‘ndrangheta che aveva reso dichiarazioni importanti nel processo a carico della cosca Crea di Rizziconi

Omicidio Bruzzese, Cafiero De Raho: “Andava protetto” Il Procuratore nazionale antimafia parla dell'uccisione del fratello di un pentito di ‘ndrangheta che aveva reso dichiarazioni importanti nel processo a carico della cosca Crea di Rizziconi
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“Il collaboratore e il testimone non possono essere mai lasciati soli”. Lo ha detto Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia, intervenendo a Radio Anch’io sull’uccisione a Pesaro di Marcello Bruzzese, fratello di un pentito della ‘ndrangheta, sottoposto a programma di protezione. “Le persone a rischio che hanno dato una collaborazione allo Stato, hanno esposto i loro familiari, non possono essere dimenticate dallo Stato”. Anche se la vittima aveva chiesto di uscire dal programma di protezione, la sicurezza va sempre garantita con le misure ordinarie perché sono soggetti sempre a rischio”, ha spiegato il procuratore antimafia.

“Ci deve essere una ulteriore attenzione perché la camorra, la ‘ndrangheta la mafia non dimenticano, aspettano anche 15 o 20 anni e poi intervengono. E nei confronti delle mafie bisogna garantire sempre la protezione del testimone, del collaboratore e i familiari con le misure ordinarie”. “Oggi – annuncia De Raho – è prevista una riunione di coordinamento che ho convocato nel mio ufficio tra direzione distrettuale antimafia di Ancona e di Reggio Calabria oltre che con gli investigatori del Ros che si stanno occupando dell’indagine proprio per fare il punto della situazione, condividere le conoscenze e comprendere cosa sia avvenuto, perché sia stato commesso l’omicidio di un familiare di un collaboratore che aveva reso dichiarazioni importanti non molto tempo fa nel processo a carico della cosca Crea e perché non ci sia stata l’attenzione che viene riservata a coloro che da non molto hanno reso dichiarazioni. Bisogna capire – chiarisce – questo circuito in quale punto è venuto meno e non ha riservato la giusta attenzione e protezione a un soggetto che comunque era esposto a rischio”.