“Un assessore dovrebbe governare un settore e contribuire alla sua crescita e non aspettarsi che il precedente Presidente della Regione e l’amministratore di Finmeccanica si presentino da lui”
Omeca: Naccari replica a Fedele
“Un assessore dovrebbe governare un settore e contribuire alla sua crescita e non aspettarsi che il precedente Presidente della Regione e l’amministratore di Finmeccanica si presentino da lui”
Riceviamo e pubblichiamo:
L’assessore Fedele cerca di far passare l’idea che io parli solamente del passato
quasi a difesa di un azione svolta. Non è proprio questo il mio obiettivo. Ho solamente
citato quello che, in quegli scarsi due anni di brevissima esperienza da assessore
al Trasporto pubblico e non alle Infrastrutture, abbiamo portato avanti convinti
che un’amministrazione responsabile che si fosse succeduta alla nostra avrebbe continuato
il lavoro svolto e non si sarebbe invece caratterizzata per una stasi durata più
di tre anni. Quanto dico è confermato dalle affermazioni di Fedele che sostiene,
riguardo al protocollo per le Omeca firmato, non dagli ultimi arrivati, ma dall’allora
presidente della Regione e dall’allora amministratore delegato di Ansaldo Breda,
di non sapere. Che lui non sappia non è una novità e si chiede anche perché i firmatari
dello stesso protocollo non si siano presentati da lui. Un assessore dovrebbe governare
un settore e contribuire alla sua crescita e non aspettarsi che il precedente Presidente
della Regione e l’amministratore di Finmeccanica si presentino da lui. Questo ruolo
passivo è sinceramente sconcertante. Ma entriamo nel merito e vediamo qual’era il
contenuto del protocollo d’intesa che voleva promuovere ricerca, innovazione e competitività
con principale riferimento le officine O.ME.CA e firmato dalla Regione Calabria (Giunta
Loiero) con l’Università Mediterranea di Reggio, l’Università della Calabria di Cosenza
e l’Ansaldobreda S.p.A., per avviare lo sviluppo dell’attività di produzione ferroviaria
Regionale.
Come amministratori partivamo dalle considerazioni che il sistema dei trasporti regionali,
nelle sue diverse componenti (utenti, industria di produzione, centro di ricerca)
costituisca elemento strategico in grado di favorire lo sviluppo economico del territorio
e, allo stesso tempo, l’incremento dell’occupazione e la crescita di nuove professionalità.
Per raggiungere questi obiettivi il protocollo si prefissava di:
1. contribuire a dotare il territorio di infrastrutture e servizi di trasporto tecnologicamente
avanzati, adeguati ai più generali obiettivi di sviluppo dichiarati;
2. dare nuove risposte alla domanda di sviluppo della mobilità, favorendo l’individuazione
di soluzioni di trasporto collettivo che potessero far fronte all’elevata densità
della domanda;
3. favorire lo sviluppo di prodotti e servizi, nel settore del trasporto su ferro,
di interesse regionale proiettati tuttavia nello scenario di sviluppo nazionale e
internazionale;
4. orientare le politiche di sostegno alla localizzazione e alla crescita di realtà
produttive nel Mezzogiorno;
Si riteneva dunque opportuno sperimentare la definizione di un Polo per l’Innovazione
Industriale AnsaldoBreda (Omeca) di Reggio Calabria che, partendo dalla responsabilizzazione
e dal coinvolgimento dei diversi soggetti istituzionali-socio-economici operanti
nell’area definisse alcune linee di azione concernenti aspetti prioritari della
crescita, della ricerca scientifica e dello sviluppo industriale.
Il Protocollo stabiliva il sostegno finanziario della Regione Calabria ai progetti
relativi alla ricerca scientifica e all’innovazione svolti presso le due Università
individuate e alla formazione del personale della società AnsaldoBreda (Omeca) di
Reggio Calabria.
L’azienda AnsaldoBreda si impegnava a fornire direttive di progetto per l’attività
di ricerca scientifica delle due università calabresi; attivare sperimentazioni di
tecnologie di giunzione presso l’impianto di Reggio Calabria; attivare sperimentazioni
di tecnologie di trattamento superficiale presso l’impianto di Reggio Calabria, nella
traduzione dell’innovazione in processi produttivi e nel curare la formazione specifica
degli addetti.
L’Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Università della Calabria di Arcavacata
di Rende avrebbero attivato i progetti di ricerca scientifica.
Questo dunque è quello che non voleva e non vuole fare Fedele? La sua inedia è quindi
orientata contro l’innovazione e la formazione? Peraltro dovrebbe anche sapere che
persino il consiglio regionale nell’ultima seduta ha approvato un ordine del giorno
sulle Omeca dove si chiede di riprendere e mettere in atto le iniziative in itinere.
Dunque Fedele non sa neppure cosa fa il consiglio regionale dove lui stesso è maggioranza.
Per quanto riguarda il suo tentativo di attribuirmi l’intento di far vincere le gare
a qualche azienda in particolare, si tratta di affermazioni maligne in quanto io
sostengo semplicemente, come fanno anche Finmeccanica e Ansaldo Breda, che in Italia
le nostre produzioni non siano sufficientemente tutelate nelle procedure internazionali,
tant’è vero che in Francia vince la Alstom e in Italia vince pure la Alstom, produttore
ovviamente francese. E’ un problema di politica industriale nazionale. D’altra parte
in tutto il mondo il committente, nello specifico nel nostro paese Trenitalia, ragiona
per tempo con i produttori nazionali su quello che gli serve e questi si mettono
a lavorare per farsi trovare pronti quando sarà avviata la procedura di gara. E’
questo il senso della mia affermazione. Non bisogna essere esperti né di bandi né
di concorsi (e d’altra parte su questo l’esperienza di Fedele sarebbe assolutamente
insuperabile) per capirlo. Fedele poi sostiene che finalmente si è arrivati al dunque
per la gara di Trenitalia. Vero. Infatti questa è stata vinta dalla Alstom che è
francese e di conseguenza l’Ansaldo Breda, italiana, non ha alcun titolo e non partecipa
in alcun modo ad una commessa di 500milioni di euro. Sul resto non voglio intervenire
ulteriormente perché il mio intento non è assolutamente polemico. Quello che però
deve saltare agli occhi è che siamo oramai alla fine della legislatura e nulla
sul settore dei trasporti è stato fatto, se non riuscire ad ottenere il risultato
di avere il trasporto pubblico locale totalmente privo di risorse finanziare e che
viaggia a debito, i pochi treni attivi vengono ulteriormente soppressi, gli aeroporti
della regione non sono stati inseriti nella rete Core mentre la Calabria non è stata
inserita per nessun aspetto nella programmazione europea dei prossimi 20 anni, senza
dimenticare la crisi delle aziende come l’Atam. Qual è il giudizio sull’azione di
scarica barile dell’Assessore Fedele ce lo dice Trenitalia con una dichiarazione
del 30 settembre 2013 che chiarisce come sia ” la Regione, nella veste di nella sua
veste di committente e finanziatore del servizio, a stabilire consistenza e caratteristiche
dell’offerta regionale, mentre una nota stampa attribuisce a Trenitalia la decisione
di “aver soppresso nelle scorse settimane altri 14 treni regionali”. Non è così.
E’ la Regione a non avere le risorse per acquistare tutti i servizi richiesti nel
contratto firmato con Trenitalia. Ed è sempre la Regione ad avere debiti, per circa
113 milioni di euro, nei confronti di Trenitalia. Un ammontare che equivale ai corrispettivi
di un anno e mezzo di servizi già effettuati, fatturati e ancora non pagati”. Tutto
sommato non ci sembra un grande bilancio ma se Fedele ritiene di essere soddisfatto,
saranno poi i cittadini e gli elettori a giudicare.
Demetrio Naccari Carlizzi
Consigliere Regionale PD