Il presidente bielorusso Lukashenko, “l’ultimo dittatore d’Europa” secondo l’amministrazione
Usa, ha lanciato la sua controversa campagna contro il parassitismo, che in epoca
sovietica era punito con il carcere. Aleksandr Lukashenko ha firmato infatti un decreto
che introduce una multa per quanti non lavorano e quindi non pagano le tasse. Tra
i “parassiti” osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti
[1]” figurano anche le casalinghe. Si tratta di pagare 20 mensilità di minimo
sindacale, equivalente a 3,6 milioni di rubli bielorussi circa 223 euro. Gli evasori
dovranno pagare una multa salata e rischiano perfino l’arresto con l’obbligo di svolgere
lavori socialmente utili. Il decreto presidenziale riguarda non solo i cittadini
bielorussi, ma anche gli stranieri con la residenza permanente in Bielorussia e gli
apolidi. Sono esonerati dal pagamento i pensionati, i disabili, i minori, i lavoratori
stagionali (che lavorano meno di 183 giorni l’anno) e anche i possessori di partita
Iva, che però versano già contributi onerosi. “Coloro che non lavorano da nessuna
parte, aveva affermato lo scorso autunno il presidente bielorusso, bisogna costringerli
a lavorare con ogni mezzo”.