La Camera di Commercio di Reggio Calabria premia gli imprenditori che collaborano con la giustizia
Niente tasse per chi denuncia il racket
La Camera di Commercio di Reggio Calabria premia gli imprenditori che collaborano con la giustizia
REGGIO CALABRIA – Le imprese che non si piegheranno al racket saranno
esentate dal pagamento del diritto annuale. In pratica imprenditori, commercianti
e artigiani vittime di reati di estorsione, corruzione e usura che hanno denunciato
i loro aguzzini e hanno collaborato con l’autorità giudiziaria, fornendo elementi
decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l’individuazione e/o cattura degli
estorsori e usurai, usufruiranno per cinque anni di un contributo annuale come rimborso
di quanto dovuto e versato come tassa camerale.
E i primi imprenditori a ottenere l’agevolazione saranno Tiberio Bentivoglio, comproprietario
insieme alla moglie della “Sanitaria Sant’Elia” di Reggio Calabria, Salvatore
d’Amico, titolare dell’“Informatica d’Amico” di Reggio Calabria, e Filippo
Cogliandro, chef e proprietario del ristorante “L’Accademia” di Lazzaro (RC). Sono
tre imprenditori reggini simbolo della lotta contro le ’ndrine che impongono il
pizzo. Tutti e tre sono stati segnalati da “Libera” e sono promotori di “Reggio
libera Reggio. La libertà non ha pizzo”, un’associazione che si oppone al racket
e alla ‘ndrangheta.
L’iniziativa rientra nel programma pluriennale dell’ente camerale reggino “Impresa
legale e sicurezza partecipata: perché no?”, che ha l’obiettivo di costruire
frontiere della legalità valorizzando l’etica, la legalità e la trasparenza e
di creare una rete fra tutti i soggetti del territorio coinvolti (istituzioni, enti,
associazioni, persone fisiche).
«La Camera di Commercio è dalla parte dei reggini che scelgono la via della legalità.
Per questo ha voluto rispondere concretamente all’appello dell’associazione “Libera”
di sostenere gli imprenditori che hanno avuto il coraggio di rompere il silenzio,
denunciare e costituirsi parte civile dei processi esponendo se stessi e familiari
a rischi e pericoli per riscattare la nostra terra. Il percorso di denuncia e di
coerenza è difficile, ma è l’unica strada per smuovere le coscienze in una città
dove la maggior parte degli imprenditori afferma di non essere mai stato coinvolto
in episodi di racket o di usura» dichiara Lucio Dattola, presidente della Camera
di Commercio di Reggio Calabria.
Secondo l’indagine del 2011 (Camera di Commercio di Reggio Calabria, Sos impresa,
Istituto Guglielmo Tagliacarne e Istituto Piepoli) sulla presenza e sulla percezione
dei fenomeni illegali nella provincia reggina, i comportamenti criminosi ritenuti
più gravi sono: le estorsioni e l’usura (62,5%).
La maggior parte degli imprenditori intervistati afferma di non essere mai stato
coinvolto in episodi di racket (92,5%) o di usura (98,2%). Invece secondo SoS impresa
il 70% delle imprese a Reggio Calabria sono coinvolte nel pizzo (audizione Sos impresa
alla commissione parlamentare antimafia, 4 maggio 2010) e, secondo il rapporto Eurispes
2011, la provincia reggina è una delle province italiane con il più alto indice
di rischio usura (97,1%).
«Continuiamo con fatti concreti a sostenere chi combatte la ‘ndrangheta e saremo
economicamente vicini alle imprese che si opporranno al racket» conclude Lucio Dattola.
redazione@approdonews.it