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Primi presidi dei Forconi in Calabria, lunghe code allo svincolo di Cosenza Nord

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L’annunciata manifestazione degli autotrasportatori non sta provocando alcun disagio in Calabria. In autostrada attivato il presidio con un volantinaggio. In alcune aree si è vista, invece, la psicosi per i possibili blocchi con i distributori presi d’assalto e carburanti esauriti. Forconi sulla SS 280, CasaPound e diversi cittadini in sostegno della protesta

Primi presidi dei Forconi in Calabria, lunghe code allo svincolo di Cosenza Nord

L’annunciata manifestazione degli autotrasportatori non sta provocando alcun disagio in Calabria. In autostrada attivato il presidio con un volantinaggio. In alcune aree si è vista, invece, la psicosi per i possibili blocchi con i distributori presi d’assalto e carburanti esauriti. Forconi sulla SS 280, CasaPound e diversi cittadini in sostegno della protesta

 

CATANZARO – La psicosi aveva già preso il sopravvento, con i distributori di carburante presi d’assalto da automobilisti terrorizzati dall’idea che i Forconi potessero bloccare l’Italia. Ma dopo un inizio mattinata sostanzialmente tranquillo, senza alcun presidio, le prime manifestazioni di Forconi sono arrivate anche in Calabria. In particolare, rallentamenti, ma nessun blocco, sono stati registrati allo svincolo autostradale di Cosenza Nord-Rende della A3 Salerno-Reggio Calabria. Una cinquantina di manifestanti si sono piazzati nei pressi dell’uscita autostradale e stanno facendo opera di sensibilizzazione verso gli automobilisti e i camionisti di passaggio. Distribuiscono volantini e parlano alla gente, invitandoli a non accettare più di “essere sfruttati”. Tutto questo sta provocando forti rallentamenti con una coda di circa 2,5 chilometri nei pressi della rampa dello svincolo.

“Abbiamo un parlamento abusivo, composto da persone non elette dal popolo e hanno pure eletto un presidente. Se ne devono andare tutti a casa – dice Salvatore Brogno, del coordinamento nazionale del Movimento 9 dicembre 2013 – e noi oggi faremo la nostra protesta senza violenza, state tutti tranquilli”.

La situazione calabrese, comunque, non è poi così difforme da quella del resto d’Italia. Presidi sono stati segnalati in Puglia, Piemonte e Campania, ma nulla che possa richiamare la protesta del passato. Nella mappa fornita dallo stesso movimento dei Forconi per la manifestazione “Fermiamo l’Italia”, in Calabria erano previsti blocchi a Cosenza e Reggio Calabria, con una particolare attenzione rivolta agli imbarcaderi di Villa San Giovanni. Nulla, al momento, è avvenuto, salvo alcuni distributori di carburante che, soprattutto nel Cosentino, hanno già esposto il cartello “Carburante esaurito” dopo essere stati presi d’assalto in via preventiva dagli automobilisti.

Dal Ministero dell’Interno e dal Garante degli scioperi erano arrivati subito i richiami nei confronti del movimento dei Forconi, al quale era stato evidenziato che non sarebbero stati tollerati blocchi stradali.

Forconi sulla SS 280, CasaPound e diversi cittadini in sostegno della protesta

È in corso in queste ore, sulla SS 280 (la cosiddetta “strada dei Due
Mari”), una iniziativa di protesta nel quadro del previsto blocco nazionale
del 9 dicembre, promosso dal cosiddetto movime

nto dei Forconi.

Iniziata da qualche ora, la parziale interruzione della circolazione sul
tratto, a circa un chilometro dallo svincolo autostradale in direzione
Lamezia Terme, sta vedendo la partecipazione di alcuni automezzi pesanti e
di diversi cittadini giunti sul posto spontaneamente.

Oltre al segretario provinciale di Trasporto Unito Mario Pansini, è
presente sul posto il responsabile regionale di CasaPound Calabria Mimmo
Gianturco.

“Alcuni italiani non si arrendono”: questo lo striscione che, accanto a
diversi tricolori, campeggia sul gazebo allestito ai margini della
carreggiata.

“Il prosieguo della protesta – ha spiegato Gianturco – dipende dai
cittadini che concretamente decideranno di dare man forte all’iniziativa,
portata avanti in difesa della categoria degli autotrasportatori, vessati
da eccessiva burocrazia e dalla crisi, ma anche a favore delle altre
categorie produttive italiane, che gli ultimi due governi che si sono
succeduti non hanno certo saputo spingere verso una crescita, come invece
vogliono farci credere. Neanche il mantra secondo la quale ‘l’Europa ce lo
chiede’ ormai può reggere, dal momento che neanche in Europa sono mancate
le critiche in merito alle politiche economiche dei governi Letta e Monti,
che ci hanno condotto alla catastrofe economica”.