«Allocare un impianto per il trattamento dei rifiuti nel cuore del Distretto Agroalimentare
di Qualità significa offendere la vocazione agricola che il territorio della piana
di Cammarata e la Sibaritide in generale hanno avuto storicamente. Senza contare
il danno che si arreca alle imprese che da anni, con non pochi sacrifici, provano
a scrivere una pagina di sviluppo ecosostenibile attraverso la coltivazione e la
commercializzazione delle nostre identità alimentari, con le quali raccontiamo all’Italia
e al mondo la bellezza e la salubrità dei nostri territori. Attorno a questa esperienza
agricola consolidata negli anni, si sono avvicinati nel recente passato, tanti giovani
che sono ritornati alla terra scegliendo la storia dei loro padri e nonni come base
per costruire il loro futuro. E’ a loro – innanzitutto – che dobbiamo la salvaguardia
di un contesto produttivo che ci rende orgogliosi di appartenere a questa porzione
di Calabria che ci rappresenta con la forza delle produzioni nel mondo intero. Si
convochi, invece, al più presto un tavolo interistituzionale con i Sindaci del territorio
per capire quali siti, diverso da quello scelto oggi, possano essere in grado di
ospitare un impianto di selezione rifiuti di cui il territorio ha bisogno per migliorare
la qualità della raccolta differenziata, unica strada compatibile con la realtà
territoriale».
Vincenzo Tamburi, consigliere provinciale, interviene nel dibattito politico che
in questi giorni sta interessando la provincia di Cosenza sulla tematica dei rifiuti.
«Non possiamo più considerare l’Asi – dichiara Tamburi – come uno spazio
in cui allocare insediamenti industriali che cozzano con la palese vocazione agroalimentare
e turistica del territorio circostante, incastonato tra le ricchezze culturali dell’antica
Sibari e le meraviglie naturalistiche del Parco Nazionale del Pollino. L’area che
un tempo si voleva far crescere con insediamenti produttivi in grande scala ha fallito
da tempo il suo appuntamento con la storia. Ed il fatto che oggi si ritrovi immersa
nel DAQ deve far ragionare i sindaci e gli amministratori del territorio sulla tensione
produttiva che può riscoprire a supporto dei settori agricolo e turistico».
«Tante sono le produzioni agroalimentari tutelate – aggiunge Tamburi – che rendono
questo territorio riconosciuto e riconoscibile e che rappresentano oggi quei marcatori
identitari che non ci possiamo permettere di affossare con la presenza dei rifiuti.
Il comparto agricolo e la filiera dell’accoglienza turistica registrano da tempo
una crescita positiva che dobbiamo tutelare, sostenere con politiche che incentivino
le esportazioni, richiamino il valore del lavoro e della occupabilità di nuova manodopera
qualificata, di valorizzazione del contesto naturalistico e paesaggistico entro il
quale si muovono ed insistono. E’ questa la Calabria che ci piace e della quale
parla anche la stampa straniera – non da ultima il New York Times che ci ha scelti
tra le mete da non perdere in questo anno – e che abbiamo il dovere di mettere
a sistema e di far crescere senza pensare a fasi produttive che non ci appartengono
e non collimano con la natura dei nostri territori».
«Già i primo giorni di maggio come consigliere provinciale scrissi alla Regione
Calabria ponendo qualche perplessità nel merito della vicenda. Al territorio serve
un impianto di trattamento rifiuti – è vero – ma non serve ubicarlo nell’area
a più alta vocazione agricola che – tra l’altro – offre centinaia di posti
di lavoro linfa vitale per l’economia e lo sviluppo del comprensorio. Serve ragionare
insieme ai territori in maniera chiara, e senza schemi pregiudiziali, su come e dove
poter allocare un impianto per i rifiuti, riconvertendo siti già esistenti o realizzando
nuove ipotesi per il trattamento degli stessi, ma in contesti totalmente diversi
da quello di oggi. Comuni e privati insieme, sotto un’unica cabina di regia, devono
ragionare insieme di questo segmento di interesse collettivo e progettare la possibile
soluzione al problema, offrendo ai cittadini l’idea di come il governo dei territori
sia attento alle vocazioni delle aree interne ma allo stesso tempo sia in grado di
governarne i processi di sviluppo e le problematiche».
Vincenzo Tamburi
Consigliere Provincia di Cosenza