La deputata ha poi ricordato che «all’art. 4 del citato Contratto si sottolinea che la Rai favorisce, anche attraverso l’informazione giornalistica, lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale, nel rispetto del diritto/dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto dei cittadini ad essere informati»
Nesci (M5S) interroga i vertici Rai in difesa di Brontolo e Blu notte
La deputata ha poi ricordato che «all’art. 4 del citato Contratto si sottolinea che la Rai favorisce, anche attraverso l’informazione giornalistica, lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale, nel rispetto del diritto/dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto dei cittadini ad essere informati»
Sarebbe un grave errore cancellare “Blu notte” e “Brontolo”. Lo dice a chiare lettere la deputata M5S Dalila Nesci, della commissione di Vigilanza Rai, che al presidente Anna Maria Terontola, al dg Luigi Gubitosi e al direttore della terza rete pubblica Andrea Vianello ha chiesto ufficialmente se, come risulterebbe da diverse segnalazioni, la Rai non intende inserire «nei palinsesti futuri di Rai Tre i programmi “Blu Notte” di Carlo Lucarelli e “Brontolo” di Oliviero Beha».
Nel quesito ai vertici della Rai interessati, la parlamentare Cinque Stelle ha evidenziato, qualora vi fosse l’intenzione aziendale di eliminare i due programmi, che «gli stessi rispondono ai criteri che, secondo il Contratto di Servizio, devono essere riscontrati nell’offerta da parte della Rai di trasmissioni dedicate all’approfondimento giornalistico».
La deputata ha poi ricordato che «all’art. 4 del citato Contratto si sottolinea che la Rai favorisce, anche attraverso l’informazione giornalistica, lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale, nel rispetto del diritto/dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto dei cittadini ad essere informati».
Insomma, secondo Nesci «c’è l’esigenza di garantire l’approfondimento nella Rai, soprattutto in un momento storico in cui tutto è veloce, tutto passa; spesso in un rumore insensato che non consente di cogliere i problemi del presente e di pensare, di proporre prospettive culturali e sociali di profondità che, come ha insegnato nella sua opera l’epistemologo Karl Popper, partono sempre dall’offerta formativa dell’istruzione e dei media».