Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Naccari: “Primarie 2.0! Possiamo aspirare ad un processo democratico vero”

“Dopo il decreto della vicepresidente Stasi, l’applicazione in Calabria delle primarie per legge è un notevole passo avanti almeno per risolvere il problema della certificazione del voto”

Naccari: “Primarie 2.0! Possiamo aspirare ad un processo democratico vero”

“Dopo il decreto della vicepresidente Stasi, l’applicazione in Calabria delle primarie per legge è un notevole passo avanti almeno per risolvere il problema della certificazione del voto”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Primarie 2.0! Possiamo aspirare ad un processo democratico vero, sta a noi fare
di più! Con alcuni correttivi possiamo trasformale in uno strumento di partecipazione
e scelta concreta per i cittadini. Secondo alcuni, oggi, le primarie verrebbero
gestite predeterminandone i risultati, vanificando l’intento di una democrazia diretta
a vantaggio di scelte fatte dalle gerarchie partitocratiche.

In realtà non sempre le primarie, con l’attuale format, hanno prodotto più democrazia
per due sostanziali motivi:

la scarsa trasparenza delle operazioni di voto, ospitate in sedi di partito e affidate
a militanti espressione delle fazioni in lotta;

la breve durata che da noi si esaurisce in un mese di campagna per lo più interna
agli apparati dei partiti, contro i sei mesi delle primarie presidenziali statunitensi,
che di fatto limita l’affaccio delle posizioni e dei programmi e produce tendenzialmente
la vittoria per il candidato espressione dell’apparato più strutturato organizzativamente.

In questo senso, dopo il decreto della vicepresidente Stasi, l’applicazione in Calabria
delle primarie per legge è un notevole passo avanti almeno per risolvere il problema
della certificazione del voto.

I possibili correttivi riguarderebbero ad esempio la scelta del presidente di ogni
seggio con sorteggio dalle liste della Corte d’Appello remunerando, con parte del
previsto contributo economico degli elettori, il lavoro al seggio. Ancora, le operazioni
di voto potrebbero avvenire nelle sedi dei municipi ed essere registrate e monitorate
dotando ogni seggio di un tablet che addirittura potrebbe consentire un voto elettronico,
tracciabile e semplice.

Per quanto riguarda il format sarebbe facile pensare a una campagna trasmessa dalle
televisioni locali e in streaming, cadenzata da almeno dieci confronti obbligati
per i candidati, in luoghi simbolo delle cinque provincie.

Un partito aperto e post ideologico si struttura anche con strumenti moderni. Ciò
risulterebbe un valido aiuto anche per esempio per impedire i giochi del tesseramento.

Una democrazia avanzata paradossalmente può ripartire nel processo di riconciliazione
con gli italiani iniziato da Matteo Renzi con un sistema di primarie 2.0 , un cammino
di incontro con i bisogni dei territori nei tanti luoghi aperti dei nostri Comuni.

Partiti forti non hanno bisogno delle primarie. I partiti di oggi non possono eluderle
ma devono regolamentarle bene.

Demetrio Naccari Carlizzi