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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Muore dopo trasfusione, Guccione: “Fare subito chiarezza”

Secondo il consigliere regionale del Pd “è inconcepibile che una sacca di sangue possa essere stata usata senza che l’organizzazione dell’Ospedale Hub di Cosenza ne abbia verificati e accertati i parametri, i protocolli di sicurezza previsti dalla legge”

Muore dopo trasfusione, Guccione: “Fare subito chiarezza”

Secondo il consigliere regionale del Pd “è inconcepibile che una sacca di sangue possa essere stata usata senza che l’organizzazione dell’Ospedale Hub di Cosenza ne abbia verificati e accertati i parametri, i protocolli di sicurezza previsti dalla legge”

 

 

COSENZA – ”Si faccia immediatamente chiarezza sulla trasfusione che ha procurato la morte di un paziente all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza”. Lo afferma in consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione. ”E’ inconcepibile – aggiunge – che una sacca di sangue possa essere stata usata senza che l’organizzazione dell’Ospedale Hub di Cosenza ne abbia verificati e accertati i parametri, i protocolli di sicurezza previsti dalla legge. Il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera farebbe bene a spiegare come sia stato possibile che, l’organizzazione dell’Ospedale abbia consentito l’arrivo nel reparto e l’uso di una sacca di sangue che non rispondeva a quei parametri. Il Dg ha una grande e grave responsabilità nell’aver adottato un atto aziendale che invece di riorganizzare in termini di efficacia e di efficienza il servizio e migliorare la qualità dell’offerta all’utenza, ha effettuato scelte atte solo a soddisfare esigenze politiche e clientelari, mortificando professionalità e competenze. A riprova di ciò molti sono gli inspiegabili esempi di trasformazione di posizioni dirigenziali come la struttura complessa di governo clinico, che negli altri ospedali è assegnata al direttore sanitario del presidio ospedaliero e, stranamente, è stata declassata a Unità Operativa Semplice la Fisica sanitaria che in tutte le altre è considerata complessa. Sono state previste come Unità Operative complesse, invece, Odontoiatria, Stomatologia e Terapia del Dolore che non rappresentano certamente finalità strategiche per un Ospedale Hub”. ”Per altro – prosegue Guccione – esse offrono prestazioni fuori dai Lea, ma pur sempre di alto valore sociale e, quindi, sarebbero meglio valorizzate nel territorio (Asp). Da tutte queste scelte sbagliate e clientelari, dal non aver voluto affrontare le criticità in questi anni, deriva la conseguenza di un ‘Ospedale Hub in perenne stato di precarietà che genera disservizi e, in alcuni casi, mancate o sbagliate prestazioni ospedaliere. Ci chiediamo come mai, ancora, il DG dell’AO non ha dato corso alla attivazione di tutti i posti letto (Decreto 107 del 5/7/2012) che ha determinato i posti letto per acuti al n. di 645 e che alla data di oggi risultano essere attivi solo 563, cioè -82 posti letto per acuti. Questa rappresenta una grave negligenza che ha ripercussioni sulla organizzazione e sull’efficienza delle prestazioni. Come non segnalare che la mancanza di 204 dirigenti medici, di 453 tra infermieri, tecnici radiologici e assistenti sociali provoca di fatto una situazione che ogni giorno mette a rischio chiusura o accorpamento numerosi reparti (caso emblematico Ortopedia manca più della metà dei medici, ancora non risolto) e che queste circostanze impediscono all’Ospedale Hub di Cosenza di fornire ai cittadini e ai pazienti i livelli essenziali di assistenza? Chi è preposto a dare risposte a questi problemi, alla luce di tutti questi dati e anche della tragica vicenda di questi giorni, dovrebbe trarre le dovute conseguenze. Troppe sono le criticità che si registrano quotidianamente per continuare a fare come lo struzzo, a girare la testa da un’altra parte o scaricare le responsabilità su altri”. ”C’è bisogno – conclude – di una task force che affronti e porti a soluzione queste gravi problematiche e le criticità emerse, per dare sicurezza e migliorare la qualità dell’offerta dei servizi ospedalieri dell’Hub di Cosenza, anche perché tutto il personale medico e paramedico in servizio che oggi, con grandi sacrifici personali e tra mille difficoltà garantisce le prestazioni, non può continuare a lavorare in queste condizioni perché da troppo tempo è costretto a turnazioni massacranti che stanno portando l’intero sistema al collasso”.