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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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‘Morto Hosni Mubarak’. E’ giallo in Egitto sull’ex rais

‘Morto Hosni Mubarak’. E’ giallo in Egitto sull’ex rais

Medici annunciano morte clinica dopo ictus. Avvocato e militari smentiscono: ‘E’ in coma’

‘Morto Hosni Mubarak’. E’ giallo in Egitto sull’ex rais

Medici annunciano morte clinica dopo ictus. Avvocato e militari smentiscono: ‘E’ in coma’

 

 

(ANSA) L’ex rais egiziano Hosni Mubarak é “clinicamente morto” oppure “tecnicamente vivo”. Fra queste due definizioni si sono alternate tutta la serata le concitate notizie sull’effettivo stato di salute dell’ottantaquatrenne ex presidente egiziano, trasferito di corsa in serata dalla prigione di Tora, dove è stato portato il 2 giugno dopo la sua condanna all’ergastolo, all’ospedale militare di Maadi dopo essere stato colpito da un ictus. Il rincorrersi di notizie e smentite arriva a un giorno dall’atteso annuncio del nome del vincitore delle prime elezioni presidenziali del post Mubarak. Anche se da giorni il fratello Musulmano Mohamed Morsi dice di avere vinto in modo netto, dal campo opposto, quello del’ex premier sotto l’ex rais, Ahmad Shafiq, si risponde dicendo che il vincitore è lui. E’ in questa atmosfera tesa e febbrile che arriva la notizia data dall’agenzia ufficiale di stato egiziana Mena della morte clinica dell’ex rais. Non ha trovato conferme né fra il personale medico né fra i suoi avvocati e tantomeno fra fonti militari. Una fonte informata citata da Al Ahram online ha usato l’espressione “tecnicamente vivo” anche se non si è sbilanciata nel dire se Mubarak supererà questa notte. “Solo poche persone conoscono le esatte condizioni di salute di Mubarak in questo preciso momento”, ha affermato. Al Ahram ha anche scritto che ai giornalisti è stato vietato l’ingresso all’ospedale. Non c’e modo di avere riscontri sulle condizioni di salute dell’ex rais, che da giorni i suoi avvocati davano in coma. Molti hanno pensato che fosse una mossa per fare uscire l’ex rais dalla prigione. Di più difficile lettura gli avvenimenti di questa notte, alla vigilia di un annuncio storico ma davvero pieno di incognite.

A MIGLIAIA DI NUOVO IN PIAZZA,NO ‘GOLPE MILITARE Per dire no alla ”legge dei militari” e allo scioglimento del Parlamento, e per rivendicare un presidente “con tutti i poteri” le piazze egiziane si sono riempite nuovamente di migliaia di manifestanti. A due giorni dall’annuncio dei risultati ufficiali delle presidenziali, continua la guerra di dichiarazioni dei due rivali, il fratello musulmano Mohamed Morsi e l’ultimo premier di Hosni Mubarak, Ahmad Shafiq. Per il centro Carter, che ha seguito il processo elettorale, il voto non ha presentato gravi irregolarità ma lo scioglimento del Parlamento e l’integrazione costituzionale sono “segnali preoccupanti”. “No allo scioglimento del Parlamento e dell’Assemblea costituente, no al passaggio limitato di poteri e alla integrazione costituzionale”, si legge in migliaia di striscioni bianchi e rosa issati a piazza Tahrir e davanti alla sede del parlamento, dove, da oggi pomeriggio stanno affluendo centinaia di manifestanti dei movimenti rivoluzionari, dei fratelli musulmani e dei salafiti, ai quali si mescolano i deputati ‘sciolti’ dalla corte costituzionale dallo scorso venerdì. Scongiurato per il momento, invece, il pericolo che ad essere sciolti siano la Fratellanza e il suo braccio politico Giustizia e Libertà.

L’alta corte amministrativa ha rinviato all’inizio di settembre due ricorsi contro la loro attività politica di orientamento religioso. In mattinata il portavoce di Morsi Ahmed Sarhan ha snocciolato i numeri della vittoria sostenendo che il candidato dei Fratelli musulmani ha incassato 13.238.298 voti pari al 52% contro i 12.351.184, il 48%, di Shafiq, anche se nello suo staff non manca il timore che ci possano essere sorprese sgradite il giorno dell’annuncio e oggi sono state distribuite fotocopie dei verbali delle circoscrizioni elettorali. Lo staff avversario ha nuovamente smentito affermando che, giovedì, sarà quello di Shafiq il nome annunciato dalla commissione elettorale. Il portavoce di Morsi ha anche lanciato un segnale di distensione alla platea nazionale ed estera, in particolare a Israele pur senza citarla. “Non vogliamo lo scontro” e “rispetteremo gli accordi internazionali”, ha sottolineato, facendo appello “al rispetto della volontà popolare”. Nel frattempo, dice all’Ansa una fonte della Fratellanza, Morsi si prepara a formare la sua squadra presidenziale e le consultazioni con le forze politiche prenderanno avvio non appena saranno annunciati i risultati ufficiali. Le consultazioni, dice la fonte non saranno facili, dureranno vari giorni, soprattutto per la designazione dei vicepresidenti che dovranno essere rappresentativi di tutta la società egiziana. Per questo Morsi sta pensando di avere nel suo team una donna, un copto, un salafita e un rappresentante dei giovani della rivoluzione. Morsi, ha aggiunto la fonte, presenterà le sue dimissioni dalla presidenza del partito Giustizia e libertà non appena sarà nominato presidente. Nessuna conferma, invece, sulla voce che gira da giorni secondo la quale Morsi giurerà in piazza Tahrir.