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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Morte baraccopoli San Ferdinando, ancora polemiche Le reazioni della politica in merito al rogo nella tendopoli

Morte baraccopoli San Ferdinando, ancora polemiche Le reazioni della politica in merito al rogo nella tendopoli
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Giuseppe Mattiani, ex vicesindaco di Palmi

Non sarà un normale comunicato quello che ora provvedo a scrivere. Sono sinceramente stanco e imbarazzato per come la vecchia politica si è comportata nei confronti dei lavoratori del porto di Gioia Tauro. Si parla tanto di sovranità e di autonomia ma come possiamo notare una ditta estera sta facendo il bello e il cattivo tempo nel nostro porto. Chi mi conosce, conosce la mia storia personale. Io sono un imprenditore del territorio e capisco il valore del lavoro. In Calabria è un bene troppo prezioso per lasciarlo morire o disperdere. La vecchia politica ha sbagliato , tradito e abbandonato. Tutti noi, tutta la società civile, deve schierarsi al fianco dei portuali e tutelare i diritti, con le unghie e con i denti, con ogni mezzo a nostra disposizione. Non possiamo pretendere di restare indifferenti e lasciare i sindacati e i lavoratori da soli a lottare. Ho davvero paura di scivolare nel banale e nel retorico. La politica ha speso parole a fiumi per il porto di Gioia Tauro e sopratutto ha fatto promesse irrealizzabili ad onesti padri di famiglia. Sono davvero nauseato.

Do la mia massima disponibilità a stare accanto ai lavoratori in questa lotta. Andrò al porto e starò al fianco dei miei concittadini, ascolterò e imparerò dalle storie dei portuali, fatte di sacrifici e vera lotta sociale. Starò tra loro e spero che questo onore decidano di viverlo quanti più calabresi possibili. Abbandoniamo il “politichese” e facciamo vera lotta sociale. Se tutti i calabresi, portuali e non, si mobiliteranno, l’MCT dovrà fare serie riflessioni. Questi licenziamenti di massa sono soltanto un attentato alla struttura sociale già di per sé fragile di questa terra. In effetti questo non è un comunicato come gli altri, ma è un invito ai lavoratori. È un grido di dolore che si leva dal porto di Gioia Tauro. Basta sperare, basta promettere, occorre agire. Ribadisco, mi metto a disposizione della mia gente e del territorio come ho già fatto quando ero vice sindaco a Palmi. Quando ho fatto politica l’ho fatta per gente e territorio. Dio benedica la Calabria e la piana di Gioia Tauro.

I Consiglieri di Minoranza del Comune di Rosarno (Giusy Zungri, Giacomo Francesco Saccomanno, Vincenzo Cusato, Alex Gioffrè)

Tanto si discute sul problema dei possibili ulteriori licenziamenti da parte di Medcenter, con richieste di incontri con il Ministro Toninelli, con sit-in all’entrata dello scalo, con una generica mobilitazione politica, avanzata soltanto sull’onda emozionale e forse per nascondere le gravi responsabilità che questa ha sull’evidente fallimento della struttura di Gioia Tauro. Il problema, però, è completamente diverso e deve essere affrontato seriamente e senza enfasi preelettorali. Il porto di Gioia Tauro ha sempre presentato una evidente anomalia: la concessione dell’area ai privati senza alcun serio ritorno per il territorio e con una gestione monopolistica. Un utilizzo senza controlli e senza un preventivo confronto diretto con tutte le forze politiche e sindacali. Ora, uno scontro interno tra Medcenter e Msc per acquisire maggior potere che ha messo in ginocchio tutto il comparto e la già precaria occupazione.

Non serve un incontro con il Ministro Toninelli, ma un tavolo di crisi nazionale da aprire presso il Ministero del Lavoro con la partecipazione anche dei Ministeri dei Trasporti e degli Interni. Solo affrontando la questione in modo complessivo può cercarsi una soluzione che non veda soltanto il momento attuale, ma che imponga, invece, una visione generale ed a lunga scadenza. Il problema oggi sono gli ulteriori licenziamenti che, però, si correlano con la totale assenza di programmazione e strategia per il rilancio del porto e per la trentennale problematica dei migranti. Ed allora ecco la necessità che si faccia ampia chiarezza su cosa si vuole fare della struttura calabrese e quale sia la effettiva strategia del Governo per il territorio. Un programma ampio che consenta di risolvere oggi il problema occupazionale e che, comunque, getti le basi per un progetto sostenibile a lunga scadenza.

Gioia Tauro ha necessità di una governance seria e competente, che ripari ai danni causati da presidenze e commissariamenti del tutto fallimentari, che dopo oltre 10 anni, non sono riusciti a dare una identità allo scalo calabrese, creando una situazione difficilissima e di preannunciata e prevedibile crisi. Ora, il Governo deve decidere cosa vuole fare di Gioia Tauro e dare alla struttura sia delle soluzioni a lunga scadenza e sia una governance che possa farla risalire dal degrado in cui è stata cacciata da parolai senza alcuna capacità di concretizzare realmente le possibili soluzioni. Un tavolo di crisi nazionale che possa, una volta per tutti, affrontare il problema e trovare delle soluzioni reali per i cittadini, le comunità e i lavoratori. Una strategia complessiva che poi deve essere portata avanti da persone capaci e che hanno a cuore le sorti dell’occupazione e dello sviluppo reale del territorio.

Angela Napoli (Risveglio Ideale)

“Governo, se ci sei, batti un colpo. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, il Ministro per il Sud Barbara Lezzi non possono continuare a tacere. Devono rispondere alle sollecitazioni dei Sindaci dei Comuni della Piana di Gioia Tauro e dei sindacati sulla drammatica situazione del Porto di Gioia Tauro”. Si rivolge direttamente al Governo Angela Napoli, parlamentare di lungo corso e Presidente dell’associazione ‘RISVEGLIO IDEALE’, che così prosegue: “Domani, martedì 19 febbraio, i lavoratori terranno un sit-in all’entrata dello scalo. E’ l’ennesima manifestazione per richiamare l’attenzione del Governo sul processo di depotenziamento di Gioia Tauro a favore di La Spezia. Una scelta unilaterale di Medcenter Container Terminal (MCT) che non tiene conto di prese di posizione e azioni dei Sindaci, dei sindacati e del Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari”.

Angela Napoli ricorda: “Già da parlamentare avevo evidenziato e denunciato le criticità del Porto, a seguito delle scelte operate in regime di monopolio da MCT, criticità che negli anni si sono acuite; si è verificata una situazione paradossale: da un lato la decisione in primo grado del reintegro di 377 lavoratori licenziati due anni fa, dall’altro l’annuncio (o minaccia) di licenziamento a breve di 540 lavoratori. Questo significa che 540 famiglie finiranno sul lastrico, con conseguenze devastanti sulla già critica situazione economica e sociale della Piana di Gioia Tauro e della Calabria”. Angela Napoli precisa: “Tutti gli indicatori economici testimoniano che il divario tra il Sud e il Centro Nord del Paese è in crescita. Al tempo stesso crescono diseguaglianze e povertà. Settori dell’economia come il trasporto e la logistica non possono essere gestiti a proprio piacimento ed esclusivamente in base alla logica del profitto da gruppi monopolistici privati, mentre nella Piana non è entrata ancora a regime la ZES (Zona Economica Speciale). Occorre che il Governo faccia la sua parte in queste scelte che non sono episodiche ma strategiche. Ricordo a Conte, Toninelli e Lezzi che da circa un anno, dal dopo elezioni del 4 marzo 2018, il Paese assiste attonito all’infinito dibattito sul Treno ad Alta Velocità (TAV) del collegamento Torino – Lione. Ricordo a tutti che non esiste soltanto il TAV, ma l’intero Sud e la Calabria in particolare attendono da almeno trent’anni interventi strutturali per il trasporto su ferro e su gomma, eternamente promessi ed eternamente disattesi. La vicenda del Porto di Gioia Tauro è inserita, fin dall’origine, in questo dissestato contesto del Sud del Paese, per cui qualsiasi scelta scellerata di depotenziamento del Porto sarebbe una batosta ulteriore per la Piana, per la Calabria, per il Sud, per il sistema di trasporto del Paese. Proprio per questo, il Porto di Gioia Tauro è questione nazionale”.

Angela Napoli così conclude: “Conte, Toninelli e Lezzi, ma anche il Ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio per la parte di sua competenza, ascoltino il Prefetto, i Sindaci, i sindacati. Poiché Gioia Tauro è questione nazionale, di fatto diventa questione che investe l’intero Governo, anche per aspetti che potrebbero interessare l’ordine pubblico e che investirebbero il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il Governo non può attendere che scoppi una ‘bomba sociale’ per intervenire tardivamente per mettere una toppa. Deve produrre risposte, fatti e azioni qui e ora, perché il tempo è scaduto. L’Associazione “RISVEGLIO IDEALE” sarà a fianco dei lavoratori, delle famiglie e dei cittadini della Piana di Gioia Tauro per sostenerli in questa battaglia di giustizia sociale e di dignità del lavoro”.