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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Mi ritorni in mente: Jatrinoli belle époque! Il 13 dicembre: santa Lucia. Quanti ricordi di quella imponente fiera che per diversi giorni dava lustro e splendore all’intera città di Taurianova

Mi ritorni in mente: Jatrinoli belle époque! Il 13 dicembre: santa Lucia. Quanti ricordi di quella imponente fiera che per diversi giorni dava lustro e splendore all’intera città di Taurianova
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di Mario Cannizzaro


 

Era il pullulare di merci, relazioni sociali, incontri, acquisti e cessioni, nonché bella mostra di utensili, arredi e animali.

Da quel che mi torna in mente l’imponente fiera durava tre giorni e si concludeva il 13 dicembre in coincidenza della festa di santa Lucia.

Questa fiera di antiche origini si snodava nel centro storico di Jatrinoli partendo da Piazza Vittorio Emanuele II e si sviscerava nelle intricate budella fino ad estendersi nell’omonima piazza con ramificazioni prolungate ai cosiddetti “due ponti” (l’odierna Via Pietromeo), sede incontrastata delle esposizioni degli animali, ghiottoneria per macellai dell’epoca, e dei famosi “tramezzanti”, che avevano il compito di far accordare, con la fatidica stretta di mano, l’allevatore ed il compratore. Comunque, niente o poco in comune con i tristemente famosi “caporali” che reclutano i braccianti agricoli a propria discrezione ed a basso costo, a favore dei “signorini” di turno, per i lavori nei campi. Di questo ci occuperemo un’altra volta. Adesso ritorniamo alla fiera – e che fiera! Lo ripetiamo e ci ritorna in mente, veramente da altri tempi. Ricordiamo le mercanzie di ogni genere che venivano esposte e che variavano dai prodotti biologici dell’agricoltura, alle creazioni artigianali locali (e qui è bello ricordare i paletti e i braseri) ed infine gli animali.

Un germoglio rigoglioso di creature viventi che di lì a poco dovevano, in occasione delle feste natalizie, finire nelle tavole a deliziare il palato. Dalla leggendaria scrofa con i suoi “porceduzzi”, ai proverbiali “vitedi”, agli ovini piccoli e grandi per finire ai mitici e mai dimenticati “capuni” (galli castrati con enorme cresta). E che dire, in questi particolari frangenti, delle famose cantine jatrinolesi che rappresentavano i centri sociali dell’epoca, punti d’incontro e di ristoro con i loro pregiati vini e le eccellenti gastronomie, prime fra tutte: “frittuli e sotizza”?

Nettare e prelibatezze che sanno di antichi sapori che adesso è quasi impossibile trovare.

E che dire poi delle famose “pitte di San Martino”, di ‘nzudi, da calia, di papizzi, da nucida e di mastrazzola che copiosi erano venduti? Ed era bello allora per due o tre giorni vedere un brulicare di tanta gente di tutte le strazioni sociali: contadini, bovari, allevatori, zingari, artigiani, macellai, venditori ambulanti e soprattutto tanti, tanti devoti di santa Lucia (si racconta che un tempo venivano specialmente dalla vicina Gioia Tauro) che il 13 dicembre nella chiesa dell’ospedale civile della nostra città omaggiavano santa Lucia, oltre che con le loro preghiere, anche con l’offerta dell’olio che serviva per l’accensione delle lampade votive (non dimentichiamoci infatti che santa Lucia è la protettrice della vista).

Tuttora, preceduta da un triduo, il 13 dicembre viene celebrata la festa di santa Lucia con le sante messe, il bacio della reliquia e, tempo permettendo, con la processione della statua per le vie cittadine.

A conclusione vorrei lanciare un appello all’amministrazione comunale: si potrebbe ripristinare questa antica fiera che ha dato lustro e prestigio a Taurianova?