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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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Marco Siclari condannato per mafia a 5 anni e quattro mesi di carcere Pesante condanna per il senatore di Forza Italia eletto nella provincia di Reggio Calabria. Siclari, "Condannato per non aver commesso il fatto"

Marco Siclari condannato per mafia  a 5 anni e quattro mesi di carcere Pesante condanna per il senatore di Forza Italia eletto nella provincia di Reggio Calabria. Siclari, "Condannato per non aver commesso il fatto"

Il pm della Dda di Reggio Calabria Giulia Pantano, aveva chiesto una condanna a 4 anni di detenzione per il senatore di Forza Italia Marco Siclari, tra gli imputati del processo “Eyphemos”. La sentenza arrivata nella giornata di oggi, ancora più pesante: 5 anni e 4 mesi.
Il senatore di Forza Italia è tra gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Per lui, l’accusa, che ha portato alla condanna odierna, è di scambio-elettorale mafioso.
Il reato contestato risale alle elezioni politiche del 2018 quando, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Siclari sarebbe stato appoggiato da esponenti della ‘ndrangheta di Sant’Eufemia, Sinopoli e San Procopio.
“Accettava – si legge nel capo di imputazione – a mezzo dell’intermediario Giuseppe Antonio Galletta, la promessa di procurare voti da parte di Domenico Laurendi, appartenente al locale di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia della famiglia mafiosa Alvaro”.
Ecco cosa ha scritto ieri sul suo profilo Facebook, Marco Siclari:
“Dopo 575 giorni di dolore e di rispettoso silenzio mi trovo a Reggio Calabria per partecipare all’ultima udienza del processo che mi riguarda. Ho sempre affermato e ribadisco: ho fiducia nella giustizia! Sono sicuro che emergerà la verità per restituire dignità al nostro territorio e serenità alla mia famiglia.
Ho chiesto il rito abbreviato perché da tutte le carte emerge in maniera chiara la mia totale estraneità che ho sempre dichiarato dal primo momento”.

La reazione del senatore:

“La dignità e la verità valgono più di una sentenza. Condannato per “non aver commesso il fatto. Ho provato – scrive sui social il parlamentare di Villa San Giovanni – sulla mia pelle ciò che non credevo, cioè come si potesse nel nostro Paese condannare un cittadino onesto ed totalmente estraneo ai fatti contestati, in questo caso anche espressione della democrazia rappresentativa, membro della più alta camera della Repubblica, senza alcuna prova e senza alcun indizio”.
Continua Siclari, “Il pm nell’ordinanza mi accusa di aver vinto l’unico collegio del Sud, come centrodestra, contro il candidato del Movimento Cinque Stelle, cosa che non poteva non accadere, secondo l’accusa, se non per il tramite dei voti mafiosi considerando che siamo a Reggio Calabria. Ma, cosa molto grave, è che il pm non tiene conto che il candidato del M5S è stato espulso dal movimento stesso 18 giorni prima del voto. Ho atteso in prima persona, in un’aula del tribunale dove non ero mai entrato prima d’ora, la sentenza del giudice. Mi chiedo ogni giorno da 578 giorni perché mai avrei dovuto ‘sperare’ in un giudizio positivo sapendo di non aver commesso il fatto, sapendo che la Procura ha commesso un grave errore di valutazione elettorale, sapendo che non ho mai avuto alcun contatto, ne diretto ne indiretto, con un ‘soggetto’ fino ad oggi non mafioso. Il vantaggio, secondo l’accusa, che avrei apportato al clan sarebbe il trasferimento di una dipendente di Poste Italiane. Trasferimento smentito dagli stessi dirigenti e funzionari di Poste Italiane, che sono stati oggetto di indagine come provato dalle intercettazioni effettuati dalla stessa Procura”.