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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 MARZO 2024

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Manovra economica, mano pesante nelle tasche degli italiani

Manovra economica, mano pesante nelle tasche degli italiani

Stangata sui ceti medio-bassi, sui pensionati, sui risparmiatori e sulla sanità

di BRUNO MORGANTE

Manovra economica, mano pesante nelle tasche degli italiani

Stangata sui ceti medio-bassi, sui pensionati, sui risparmiatori e sulla sanità

 

Questa maggioranza aveva proclamato in modo solenne che mai avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani. Forse era meglio non avventurarsi in affermazioni così impegnative. In questi giorni molte famiglie alle prese con problemi economici e con l’angoscia per il futuro dei figli o pensionati di anzianità e di vecchiaia con trentacinque o più anni di servizio sono bombardati da notizie allarmanti sui tagli derivanti dalla manovra economica approvata dal Governo, anche se ci sono continuamente novità, sintomo di confusione e di improvvisazione all’interno della maggioranza di governo.

La manovra si è resa necessaria per tenere sotto controllo i conti pubblici.

Il controllo dei conti pubblici è un problema oggettivo e tutti i cittadini sono interessati al fatto che il bilancio dello stato sia in ordine,  che l’economia sia forte per garantire reddito, difesa dell’occupazione e creazione di nuova occupazione.

Già in passato sono stati accettati grossi sacrifici per aiutare il paese ad uscire da situazioni di crisi. L’importante è non essere imbrogliati, essere informati sulla reale situazione, su come siamo chiamati tutti a contribuire, ognuno secondo le proprie capacità economiche, secondo il principio chi più ha più da, sugli obiettivi da raggiungere.

Le altre volte, penso alla manovra (molto più forte di questa e per di più annuale) che fece il governo Amato e che ci permise di rimanere nello SME e quindi agganciati all’Europa, così come alla manovra del governo Prodi ( anche quella forte, anche se meno di questa, ma annuale), che chiese una cifra una tantum di 350 euro a persona, all’80% poi restituita, per potere entrare nell’euro, le altre volte, dicevo, gli italiani, sicuramente a malincuore e mugugnando perché non è bello pagare tasse, risposero senza protestare più di tanto perché sapevano a cosa servivano i sacrifici richiesti e gli stessi erano distribuiti su tutti i cittadini proporzionalmente al reddito, per cui chi più aveva più contribuiva.

In questi anni ci è stato detto che la crisi era superata e che l’Italia, tra le nazioni europee, che avevano dovuto imporre dolorosi tagli ai loro cittadini e subire anche il fallimento di banche, era stata la più brava ad affrontarla, tanto che avevamo il tasso di disoccupazione più basso d’Europa, escluso la Germania, (la realtà è che abbiamo una disoccupazione giovanile al 30% e una disoccupazione femminile al 50%, le più alte di Europa). Oggi, con toni drammatici, ci viene detto che la UE ci impone questa manovra, altrimenti rischiamo la fine della Grecia.

Insieme alla richiesta di sacrifici sarebbe utile e giusto essere informati sulla reale situazione dell’Italia e sul suo fabbisogno per essere al riparo da attacchi speculativi e per poter guardare con tranquillità al futuro, dato che personalità autorevole come il capo dello stato paventano che ci sarà bisogno tra un anno di un’altra manovra.

E’ allarmante Il fatto che sulla necessità della manovra siano rimasti spiazzati anche molti ministri, che come noi cittadini pensavano che tutto era sotto controllo e che fino a due mesi fa garantivano che non ci sarebbero state manovre.

Ci può essere detto, oltre al pareggio di bilancio, se ci sono e quali sono gli obiettivi su cui il governo punta e chiede i nostri soldi per lo sviluppo dell’Italia?

A queste domande non si hanno risposte, né vi sono nelle misure previste dalla manovra.

Così come è la manovra creerà contrazione dei consumi, in quanto colpisce i redditi medio bassi, redditi che in buona parte vengono destinate al consumo mensile, e i trasferimenti agli enti locali per cui è legittimo credere a chi prevede che ci sarà bisogno di altre manovre all’inizio del nuovo anno, perché la crescita sarà inferiore al previsto per la caduta dei consumi, come accade da tre anni, per cui anche le entrate saranno inferiori alle previsioni.

E’ iniqua, che è la caratteristica più negativa e che la rende indigesta a molti italiani che vivono di lavoro. E’ iniqua perché basata quasi per intero su interventi a carico dei ceti medio-bassi:

– sulle pensioni con il blocco parziale o totale delle rivalutazioni a partire da quelle superiori a 1400,00 euro lorde (circa 1000 euro nette);

– sul blocco degli stipendi degli statali per altri tre anni;

– sula reintroduzione dei tickett sanitari e al pagamento del ricorso al pronto soccorso non seguito da ricovero, balzello che colpirà allo stesso modo il ricco e il povero (in Calabria si aggiungeranno a quelli già esistenti);

– su una patrimoniale sotto forma di bollo sui titoli di stato, uguale per tutti i possessori per cui la vecchina con diecimila euro di cct pagherà quanto il possessore di titoli per milioni di euro,per cui la vecchina avrà quasi annullato il rendimento, mentre il ricco pagherà una minima percentuale sulla sua rendita;

– sul’aumento dell’IVA, altra cosa immorale perché il nulla tenente pagherà quanto il ricco nel momento in cui comprerà un  giornale o qualsiasi altro bene di consumo.

– sul taglio dei trasferimenti agli enti locali, che saranno costretti ad aumentare i tributi locali e a tagliare servizi, dai trasporti ai servizi sociali, tutti servizi di cui usufruiscono maggiormente i lavoratori e i meno abbienti.

Sarebbe semplicemente moralmente onesto e non da  comunisti pretendere che ora paghi di più per superare la crisi chi in questi venti anni si è arricchito, quale giusta azione nei confronti  di questo paese che gli ha permesso di arricchirsi, mentre la maggior parte del popolo si impoveriva (si calcola che negli ultimi dieci anni c’è stato uno spostamento di ricchezza di molte centinaia di miliardi verso un dieci per cento di popolazione che oggi detiene il 40% della ricchezza nazionale).

L’Italia è rimasto l’unico paese europeo in cui i redditi da lavoro sono tassati con aliquote dal 23 al 45%, mentre le rendite finanziarie sono tassate al 12,5%. Il liberale e conservatore governo britannico, che ha dovuto richiedere sacrifici ai propri cittadini, ha portato la tassazione sulle rendite finanziarie dal 20% precedente al 22%. In tutta l’Europa ricca e conservatrice, escluso la Grecia, dove sono tassate come in Italia, le rendite finanziarie sono tassate al 20%.

Le banche, le cui speculazioni hanno generato la crisi che stiamo pagando, non solo hanno ottenuto ingenti finanziamenti dal governo, ma sono rimaste le più care d’Europa per quanto riguarda il costo delle operazioni bancarie e le più tirchie d’Europa per quanto riguarda l’erogazione di credito alle famiglie e alle imprese.

I politici con aria seria e pensosa ci spiegano la necessità dei sacrifici che sono costretti a chiederci, ma guai se chiedi loro che taglino i costi della politica, dagli stipendi, agli appannaggi, dal finanziamento pubblico ai partiti, ai super stipendi dei manager pubblici, portandoli a livello europeo o se chiedi che si annullino tutti i contratti di consulenza con la pubblica amministrazione, causa di clientelismo, degrado morale e di spreco, dato che per avere consulenze specialistiche ogni amministratore pubblico può richiedere pareri altamente specialistici agli apparati dello stato.

Balbettano, ti danno ragione. Però mentre il taglio alle pensioni, il blocco dei salari, il super bollo sui titoli di stato, il tickett sanitario, i tagli agli enti locali, che pagheranno i cittadini con l’aumento dei tributi locali, hanno effetto immediato, sui tagli alla politica ti rispondono che si insedierà una commissione di studio.

Si ha l’impressione che la politica, incapace di interpretare i mutamenti in atto e i nuovi problemi della gente che lavora, diventi sempre più autoreferenziale, con il rischio che perda il contatto con il paese reale.

Bruno Morgante

redazione@approdonews.it