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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 30 MAGGIO 2024

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Malasanità calabrese: la triste esperienza della signora Adriana

Malasanità calabrese: la triste esperienza della signora Adriana

Leggo sulla stampa le Sue dichiarazioni relative alla vicenda della
mancata accettazione dell’incarico di Primario del reparto di
Ortopedia dell’Ospedale di Locri, comunicata dal dott. Fulvio Furci in
servizio presso l’Ospedale di Polistena.

Leggo e sbalordisco soprattutto quando apprendo dalla stampa che Lei
spera che il dott. Furci “sia sentito dai carabinieri per capire se
abbia ricevuto pressioni che lo abbiano indotto a rinunciare
all’incarico” ottenuto in seguito ad un recente concorso (Il
Reggino.it, articolo di Ilario Balì del 13 settembre 2022).

Lo stesso articolo aggiunge che Lei ha “rimarcato davanti a microfoni
e telecamere” che “ci sono nella sanità incrostazioni e gruppi di
potere amministrativo che condizionano le scelte anche all’Ospedale di
Locri”.

Io ritengo che sia preciso Suo compito, nella qualità di Commissario
della Sanità calabrese, quello di avviare ogni utile approfondimento
sulla clamorosa vicenda della mancata accettazione dell’incarico di
Primario, e successivamente, ove ne esistano i presupposti, presentare
eventuali esposti alle Istituzioni competenti.

Così come ritengo che sia preciso compito anche dei Commissari
provinciali delle Aziende Sanitarie (sub-Commissari).

Le segnalo un caso recente di “malasanità calabrese” avvenuto proprio
presso il reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Locri.

Un’ anziana signora, di origine reggina, da decenni residente a
Bolzano, com’ è solita fare da moltissimi anni, trascorre le sue
vacanze in un villaggio-campeggio di Marina di Caulonia, dove il 28
agosto, poco prima di partire per Bolzano, cade e viene soccorsa dal
118 dell’Ospedale di Locri, che provvede all’accertamento di una
frattura del femore. Nonostante quanto disposto dalle Linee Guida del
Ministero della Sanità, che prevedono l’intervento entro 48 ore, la
signora Adriana P., dopo aver trascorso 3 giorni presso l’Ospedale,
esprime la propria preoccupazione ai familiari, i quali, constatando
l’incredibile ritardo dell’intervento chirurgico, decidono di inviare,
a proprie spese, un’autombulanza per prelevarla e trasferirla presso
l’Ospedale di Forlì, dove la signora è stata tempestivamente operata
(frattura scomposta al femore).

Fino a quando i cittadini della nostra Regione ed i malcapitati
turisti dovranno sperimentare sulla propria pelle la malasanità
calabrese?