Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Magarò: “Intenso lavoro della Commissione contro la ‘ndrangheta”

Magarò: “Intenso lavoro della Commissione contro la ‘ndrangheta”

“Patto di integrità con la Giunta per evitare infiltrazioni mafiose”

Magarò: “Intenso lavoro della Commissione contro la ‘ndrangheta”

“Patto di integrità con la Giunta per evitare infiltrazioni mafiose”

 

 

REGGIO CALABRIA – “Con la seduta del 31 ottobre la Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, come le altre commissioni consiliari, giunge al traguardo di meta’ legislatura, che precede il rinnovo della sua composizione”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Salvatore Magaro’, durante i lavori dell’organismo consiliare. “Sapevamo – ha aggiunto – sin dall’inizio, che l’organismo consiliare era piuttosto un ‘contenitore vuoto’ di difficile riempimento anche in considerazione del fatto che la ‘ndrangheta e’ materia penalistica della quale lo Stato conserva riserva assoluta di legislazione. I margini di manovra erano, quindi, piuttosto circoscritti. Qualche numero: nel quinquennio 2005/2010 la commissione si è riunita 15 volte, in due anni e mezzo le sedute sono state 23. Da luglio 2010 ad oggi abbiamo esaminato dieci provvedimenti amministrativi e licenziato sei leggi regionali, tutte norme connesse all’emergenza criminalità, tra le quali quelle a sostegno delle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta, e quelle relative alle agevolazioni a favore delle vittime e dei testimoni di giustizia e alla tracciabilita’ informatica del procedimento amministrativo. Ancora, abbiamo disposto l’istituzione di un apposito fondo per il recupero dei beni confiscati. E poi ci sono le mozioni ed i provvedimenti amministrativi: la costituzione di parte civile della Regione nei processi di ‘ndrangheta, il sostegno alle attivita’ commerciali che si ribellano al pizzo, l’apertura della Bottega della legalità di Libera a Palazzo Campanella”. “E i ‘codici di autoregolamentazione’ – ha proseguito Magarò – sulla trasparenza di candidati ed eletti e sulla condotta dei pubblici dipendenti. Questi due strumenti sono importantissimi per tradurre in azioni concrete la ‘questione etica e morale’, concetti sui quali stiamo insistendo da tempo, convinti come siamo, che dal pantano nel quale ci troviamo, si esce non generando ulteriore confusione, ma accertando le responsabilità personali dei singoli attori. A questo criterio risponde anche la mozione sul cosiddetto Patto di integrità che impegna la Giunta ad inserire obbligatoriamente tra le clausole contrattuali degli appalti, la responsabilità di ordine patrimoniale e giuridico in capo a chi consente infiltrazioni mafiose nel sistema economico calabrese. Inoltre, ampio spazio é stato dato all’audizione di rappresentanti delle associazioni antimafia, dei rappresentanti sindacali, degli esponenti del mondo del volontariato cattolico, delle professioni, dell’imprenditoria e dell’università. Abbiamo aperto l’organismo al territorio, offrendolo come un ulteriore luogo di confronto e interazione. Ci siamo spesso recati nei luoghi in cui si esercita il contrasto alla ‘ndrangheta, penso alla visita presso le cooperative che coltivano i terreni confiscati alla criminalita’ organizzata, iniziative queste che abbiamo assunto poiché abbiamo sentito la necessità di conoscere anche l’altro volto della Calabria, quello sano, onesto e incorruttibile che lavora e fatica. Una seduta specifica è stata poi dedicata ai sindaci ed agli amministratori destinatari di atti di intimidazioni e violenza. Abbiamo inoltre avuto l’onore di ospitare i Vescovi di Catanzaro e Cosenza ed il Direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. Abbiamo anche inaugurato le sedute della memoria delle vittime delle mafie e delle grandi stragi (Capaci e via D’Amelio)”. Magarò ha poi evidenziato che “non so se siamo riusciti nei nostri propositi ma so, con dati alla mano, che la cassa di risonanza, ha funzionato. Perché se le iniziative di sensibilizzazione nelle scuole e fuori sono aumentate esponenzialmente, se gli inviti a partecipare a convegni e momenti di confronto sui temi della legalità e dei diritti si susseguono a ritmo incessante, se le richieste di incontri e audizioni sono molteplici, se la collaborazione con le associazioni antimafia si è trasformata in una concreta sinergia, vuol dire che la Commissione ha seminato tanto e raccolto anche qualche frutto. Volevamo costringere i calabresi a prendere atto delle ricadute negative che la ‘ndrangheta ha sull’economia, sullo sviluppo culturale, sulla crescita sociale dell’intera regione e convincerli che contro la mafia è necessario fare fronte comune perché, soprattutto, è prioritario sconfiggere la ‘mafiosita” diffusa, che spesso, non si percepisce nemmeno più come anomalia. Operazione difficile e di lungo corso, questa: perché si tratta di scardinare abitudini e consuetudini radicate e antiche, in una terra, la nostra, che conosce solo la logica dello scambio e il ‘mito’ del compare, che è protettore e padrone”. “In questi mesi – ha concluso – abbiamo cercato di convincere che la ‘ndrangheta non e’ un buon affare, tutt’altro. Lo abbiamo fatto senza promettere nulla in cambio, con l’imbarazzo e l’angoscia di non poter garantire neanche il sacrosanto diritto al lavoro, ben sapendo che, proprio su questo, si gioca la possibilità di sconfiggere la malapianta. E poi c’é un risultato del quale vado particolarmente fiero. E’ quello di aver incontrato e conosciuta la più bella Calabria di oggi”.