In fatto di misure per frenare o ridurre il consumo di tabacco, l’Italia brilla nel
confronto europeo e si piazza quasi vicino la vetta della classifica: al 13° rango
di 35 Paesi presi in considerazione. Rispetto al 2013 l’Italia ha addirittura guadagnato
due posizioni. Come risulta dalla speciale classifica UE dei paesi che contro il
fumo, fanno di più e meglio svettano, quelle delle politiche del Sud e dell’Est.
Nello specifico,dal rapporto “The Tobacco Control Scale 2016 in Europe”, divulgato
oggi e realizzato dall’Associazione delle leghe europee contro il cancro, sorprendono,
in particolare, le straordinarie e sorprendenti performance non solo di Italia, Spagna
e Portogallo, ma anche di stati abituati a essere sempre gli ultimi della classe.
Come la Romania che, grazie alla recente introduzione del no smoking nei locali pubblici,
è passata dal 19° posto del 2013 al 7° di quest’anno. Per gli autori del report
nel giro di poco tempo anche le nazioni più recalcitranti si adegueranno agli standard
anti-nicotina di quelle che occupano i primi posti. Grazie all’applicazione in
tutti gli Stati Membri della recente direttiva europea che ha detto stop alla vendita
dei pacchetti da 10 sigarette e all’uso di additivi che la rendono più “gustosa”,
come caffeina, vitamine, coloranti delle emissioni, o sostanze che facilitino l’inalazione
o l’assorbimento di nicotina. Per una volta la maglia nera spetta, invece, a Germania,
Austria e Lussemburgo. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” alla luce di questi dati non bisogna demordere e continuare su questa strada
intrapresa con tutti i mezzi consentiti nella lotta contro questo problema che è
causa di costi sociali impressionanti, adottando rigorose strategie di carattere
transnazionale come questa sollecitata dall’Organizzazione Mondiale Della Sanità.