Google sta collezionando una serie di denunce da parte di ex dipendenti. L’ultima
è quella di Loretta Lee, ingegnere del software dal 2008 al 2016 a Mountain View
che è stata licenziata, con il giustificato motivo da “performance carenti”. Ma
la donna non ci sta, crede che l’allontanamento sia dovuto a una sua precedente
denuncia per le insistenti molestie sessuali da lei subite per mano dei suoi colleghi.
Loretta Lee si è rivolta alla Santa Clara County Superior Court californiana soprattutto
perché Google non ha mai fatto nulla dopo la sua segnalazione, nemmeno un’indagine
interna. Anche quando ha presentato un nome, con un resoconto dei fatti, il documento
è stato giudicato inconsistente. Le molestie sono state diverse: dai palpeggiamenti,
ai messaggi ambigui, dagli insulti, agli schiaffi, è stata esclusa da un gruppo
di soli uomini che hanno fatto branco per denigrarla e addirittura ha ricevuto visite
a casa non concordate. Questi fatti dimostrano, che il fenomeno della violenza sessuale
sulle donne, rimasto in buona parte ancora sommerso, ha perlomeno cominciato ad emergere
nella sua gravità e portata, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti”, da quando le vittime hanno trovato voce per denunciare le violenze
subite. Ma per i lavoratori e le lavoratrici molestate è sempre stato difficile
raccontare e provare in giudizio quanto accaduto; sappiamo infatti che gli episodi
di molestie non si manifestano quasi mai in pubblico e nella maggior parte dei casi
la vittima si trova da sola a dover fronteggiare il molestatore. Ed in Italia , con
l’abolizione dell’articolo 18, i “manolesta” hanno vita ancora più facile