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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Laratta (Lipu): «Tutelare Polizia Provinciale e Corpo Forestale» Il coordinatore regionale di Lipu, Domenico Laratta, si oppone al DDL sulla pubblica amministrazione e chiede di salvaguardare la tutela dell'ambiente

Laratta (Lipu): «Tutelare Polizia Provinciale e Corpo Forestale» Il coordinatore regionale di Lipu, Domenico Laratta, si oppone al DDL sulla pubblica amministrazione e chiede di salvaguardare la tutela dell'ambiente
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Sulla scia delle numerose critiche e perplessità, mosse all’indomani dell’ipotesi di smantellamento del Corpo Forestale dello Stato e, attuate dalle più grandi associazioni ambientali del Paese, da molti politici di vari schieramenti, anche della maggioranza e da vari altri movimenti e associazioni, nelle ultime ore si è registrata un’apertura del Governo, in merito alla riforma della pubblica amministrazione, che in materia di riorganizzazione dei corpi di polizia, vedrebbe l’accorpamento del CFS in una e non in più forze di polizia come inizialmente paventato. La LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), il più importante network per la tutela dell’avifauna in Italia, esprime comunque preoccupazione per il paventato smantellamento delle forze preposte alla tutela e difesa del patrimonio naturalistico italiano, già duramente minacciato da ecomafie, bracconaggio e crimini che distruggono i nostri territori. In merito all’iter del DDL n. 1577, si registra l’ennesimo appello-intervento del dott. Domenico Laratta, Coordinatore della vigilanza Lipu in Calabria e nella provincia di Cosenza in particolare.“Siamo in disaccordo sullo smantellamento della forestale – sostiene Laratta – poiché il CFS deve restare autonomo come corpo, mantenendo un’identità propria che esiste da ben 193 anni, essendo tra i corpi più antichi e specifici che si conoscano, oltre modo, non è sovrapponibile a nessun’altra forza, ne sarebbe snaturata tutta un’organizzazione che ha impiegato lustri, per perfezionarsi e radicarsi.” Per Laratta, l’altra grande preoccupazione sarebbe derivata dall’incerto futuro dell’altra polizia specializzata nella lotta al crimine ambientale e contro il territorio: la Polizia Provinciale. In Italia, sono circa 90 i corpi di Polizia Provinciale attivi, con circa 2.700 donne e uomini in divisa che quotidianamente garantiscono sia nelle realtà urbane sia in quelle extra urbane e rurali, un valido controllo del territorio; tra le altre cose, la Polizia Provinciale è impiegata in moltissimi contesti italiani, nei servizi di ordine pubblico e nei piani di controllo coordinato del territorio ai sensi della L. 125/2008, unitamente alle forze di polizia dello Stato, oltre che, avendo anche compiti di polizia stradale, contribuisce notevolmente al controllo del vasto reticolo stradale interno e spesso sguarnito di altri presidi. Secondo i vari dati diffusi dai vari organismi, associazioni di categoria e altri soggetti, la Polizia Provinciale accerterebbe, fatte le debite proporzioni e calcoli, almeno tra i 4.000 e i 5.000 reati ambientali all’anno, solo per indicazione, sono circa 2.000 i reati denunciati dai soli 30 (su 90 presenti) corpi di polizia provinciale che hanno risposto al questionario del Rapporto Ecomafie di Legambiente 2014. Sul bracconaggio, risulta assieme alla forestale, la forza più impegnata e più attiva in termini di reati accertati e denunciati. Secondo l’analisi del dott. Laratta: “La Polizia Provinciale in Italia, avendo solo 2.700 unità, risulta avere i numeri tipici di altre forze con molti più uomini e strutture; a fronte della distribuzione dei comandi centrali e distaccati sul territorio, al numero esiguo di personale attivo, i reati, le sanzioni e i controlli prodotti dalle
polizie provinciali sono davvero enormi, il che, fa emergere la vera realtà, al di là di ciò che si può pensare o dire; la Polizia Provinciale dunque è un presidio fondamentale e senza di essa avremo molti crimini e molti danni al territorio che non emergerebbero! Pensare di sostituire o eliminare una realtà che ha origini dal lontanissimo anno 1907 (costituzione delle guardie delle province e dei comuni) e dell’anno 1939 (guardie dei comitati provinciali della caccia) è davvero un’assurdità”. Il ragionamento del dott. Laratta continua: “Ho sempre sostenuto che l’unica vera e ragionata riforma fosse di unire al CFS la Polizia Provinciale, in modo da creare un soggetto nazionale di polizia ambientale forte e capillare, dopo di che si poteva pensare di ampliare il progetto, inglobando anche le forestali delle regioni a statuto speciale e delle province autonome, che invece resteranno immutate, mentre la forestale dello Stato cesserà di funzionare per essere accorpata in altra forza di polizia. In Italia, ci sono altri reparti di altre forze, che si occupano di polizia ambientale, bene, non sarebbe stato più semplice e sensato oltre che logico, far convogliare tutte queste forze in un unico soggetto? Salvaguardando il CFS che appunto è storicamente la polizia che si occupa di questo delicatissimo settore? Il mio appello è quello che vengano salvaguardate le professionalità degli operatori della forestale e della polizia provinciale, quest’ultimi non possono essere dispersi e persi in altre amministrazioni che hanno una vocazione completamente diversa a quella che storicamente è la Polizia Provinciale, plaudiamo alle notizie che vorrebbero un contingente della Polizia Provinciale all’interno della forestale, ma con il correttivo, che tutto il personale dovrebbe transitare, ovviamente dopo aver valutato una serie di aspetti tecnici e, soprattutto su base volontaria, per evitare poi contenziosi e problematiche varie che certo non gioverebbero a nessuno. Per tantissimi anni, i poliziotti provinciali hanno difeso il nostro patrimonio, rischiando la propria incolumità, acquisendo conoscenza dettagliata del territorio, specializzandosi in materie non semplici e delicate, formandosi presso scuole e centri di formazione anche dello Stato, investendo dunque risorse importanti da parte delle rispettive amministrazioni, oltre che raggiungendo, nella stragrande maggioranza dei casi, standard qualitativi molto elevati, nonostante l’esiguità del personale e i limiti territoriali d’azione. Secondo un comunicato stampa diffuso a ottobre dello scorso anno, dalla Polizia Provinciale di Cosenza, una tra le più operative del Paese, negli ultimi cinque anni, la stessa polizia, ha denunciato oltre 500 persone per reati ambientali, venatori e della più diversa tipologia, sequestrando 718.555 mq tra terreno adibito a discarica e abusivamente destinato a coltivazioni in aree demaniali, recuperando 774 esemplari di fauna ferita, al controllo di 34.407 veicoli su strada e 1669 verbali al codice della strada contestati, solo qualche numero estrapolato dal resoconto diffuso, il che fa emergere ancora una volta, la realtà operativa della Polizia Provinciale, in moltissimi contesti territoriali italiani, un presidio insostituibile di legalità e tutela del territorio e delle persone”. Alla luce di tutto ciò, la vigilanza LIPU, spera che il già molto fragile territorio italiano, non perda queste professionalità, che in termini di prevenzione, certamente hanno fatto risparmiare milioni e miliardi, oltre che innumerevoli vite umane, che nessuna riforma potrà mai non riconoscere.