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TAURIANOVA (RC), VENERDì 19 APRILE 2024

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“La vita che ci state rubando”, il nuovo libro della giornalista Angela Camuso La scrittrice torna in libreria con una riflessione filosofica, sociale e politica su un anno che ha messo in discussione e minato gli equilibri mondiali

“La vita che ci state rubando”, il nuovo libro della giornalista Angela Camuso La scrittrice torna in libreria con una riflessione filosofica, sociale e politica su un anno che ha messo in discussione e minato gli equilibri mondiali

Con “La vita che ci state rubando”, Angela Camuso torna in libreria con una riflessione filosofica, sociale e politica su un anno che ha messo in discussione e minato gli equilibri mondiali. Giornalista acuta e attenta osservatrice della realtà, Angela Camuso accompagna il lettore in un’analisi critica dei numeri della pandemia, puntando l’attenzione anche sugli effetti sociali della diffusione del virus, sulle inadempienze del sistema sanitario e sulle degenerazioni prodotte dalla strategia del “contatto zero”, che ha isolato il malato invece che curarlo, provocando innumerevoli morti evitabili e legittimando azioni disumane che sono state documentate dall’autrice con un dossier in appendice allo scritto. Una voce fuori dal coro, che riflette sul ruolo che hanno avuto i mass-media, troppo spesso complici del potere costituito invece che controllori dello stesso, facendo sì che le misure adottate abbiano indotto la popolazione italiana a smarrire il senso di libertà e la capacità stessa a reagire agli abusi.
“Io adesso ho paura. Cammino in mezzo a gente mascherata che mi risulta estranea, lontana. La mia Nazione mi risulta estranea. Voglio scappare e non so dove andare. Io non riesco più a leggere per intero un articolo di giornale sul Covid senza che una rabbia paralizzante mi impedisca di continuare. Io mi voglio difendere dalle menzogne e non voglio ascoltarle e non voglio leggerle. Sono come le menzogne di uno psicopatico e lo psicopatico mina la tua identità e più passa il tempo e più mi sento isolata. A volte penso di essere pazza. Penso che sono come don Chisciotte contro i mulini a vento. Però ci sono centinaia di migliaia di don Chisciotte come me. Forse milioni. Milioni che la pensano come me ma non si fanno avanti. Basta comunque cercarli. Se ne scovano tanti e quando li fai parlare parlano. Ascoltano e parlano. Parlano e molti di loro troveranno qualcuno disposto ad ascoltarli, che a loro volta parlerà. La democrazia si fonda sulla circolazione delle idee. Quindi, parlatene”.
EDIZIONI CASTELVECCHI