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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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La terapia Di Bella – parte 3 Il dott. Amuso termina il suo "viaggio" all'interno del tanto discusso metodo anti tumore messo a punto da Di Bella

La terapia Di Bella – parte 3 Il dott. Amuso termina il suo "viaggio" all'interno del tanto discusso metodo anti tumore messo a punto da Di Bella
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Il metodo  prevede espressamente di non somministrare altri farmaci che non siano appartenenti a quelli previsti dal metodo stesso (chemioterapia compresa che anzi viene sconsigliata anche se poi è somministrata con la cura).

Ora, qualsiasi ricerca,deve condurre a delle conclusioni ed il modo migliore per estrarre dai numeri un risultato generale è compiere un calcolo statistico che non è un semplice calcolo aritmetico ma deve analizzare diverse varianti.

Nel caso della sperimentazione di un farmaco è obbligatorio valutare la sua efficacia nei vari tipi di tumore (un farmaco può essere efficacissimo nei confronti di un tipo di tumore e assolutamente inefficace in un altro),  l’efficacia da solo o in associazione con altri farmaci (una sostanza può essere poco efficace da sola ma aumenta l’efficacia di un’altra), la sopravvivenza (un farmaco può rallentare il decorso della malattia di pochi mesi o di anni e bisogna confrontarlo quindi con gli altri farmaci a disposizione), la tossicità, eccetera.

A questo serve la statistica.

Una delle mancanze più importanti riguardo le medicine alternative (specie quelle che affermano di curare il cancro) è proprio il rilevamento statistico.

Nel caso del MDB la statistica non esiste. Non vi sono dati conservati sistematicamente e catalogati in maniera completa, non c’è puntuale presenza di eventuali cure effettuate in precedenza, il decorso ed il follow-up (cioè l’evoluzione della malattia successiva alla cura) analizzati per trarre delle conclusioni mancano, i numeri sono spesso nudi e crudi pertanto non è facile farsi un’idea d’insieme ma bisogna analizzare i casi singolarmente.

Una dichiarazione del prof. Luigi Di Bella che, ancora in vita, pronunciava…per me basterebbe un caso positivo su un milione negativi, per dire non che quella sia legge ma per dire: io debbo trarre lo spunto da quello che è stato fatto per avere la guarigione in questo caso, studiamo!…”  ( ma di cosa stiamo parlando?)

Gli unici dati forniti dal gruppo Di Bella invece sono molto generici, spesso non fanno riferimento ad eventuali terapie effettuate prima della cura, altre volte non si conosce bene la storia del paziente. Si assiste spesso a dichiarazioni personali di ammalati non suffragate da documentazione.

Uno degli aspetti più significativi è che esistono casi definiti “risolti” o “migliorati” che non hanno nemmeno un esame istologico della neoplasia curata (e quindi non si ha nemmeno la certezza che un determinato paziente fosse affetto da tumore maligno).

Sulla incredibile mancanza di statistiche non è facile trovare una risposta che la giustifichi.

E tramite uno dei Di Bella di fronte alle giustificate perplessità, si è ottenuta la seguente risposta:

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In pratica la raccolta dati sarebbe impossibile perché manca il tempo per farlo e perché sarebbe inutile (testualmente “lascia il tempo che trova”).

La risposta è palesemente evasiva.

Adesso no sto ad elencarvi un insieme di dati espressi dai Di bella e cossi arriviamo all’organizzazione Di Bella:

esiste al mondo una sola associazione che può definirsi riconosciuta e che è rappresentata dai figli del defunto creatore del metodo, mah? Dubbi su dubbi.

Nel forum gestito dallo stesso gruppo, moderato”direttamente da uno dei figli del professore, si leggono affermazioni assolutamente imbarazzanti. Si parla di “bufala delle vaccinazioni”, si attaccano violentemente Big Pharma, l’oncologia, la medicina ufficiale.

Tutti coloro che manifestavano perplessità erano individui o associazioni complottiste

Poi….giudicate voi, si legge spesso, ad esempio, della proibizione di assumere qualsiasi farmaco (anche banale, come gli antiacidi) che non faccia parte del cocktail Di Bella ma nello stesso tempo si prescrive al paziente di assumere decine di farmaci (anche 20 compresse di melatonina al giorno e si arriva a più di 30 compresse, bustine, iniezioni, ed altro da assumere giornalmente!), alcuni molto potenti e con effetti collaterali importanti. La cura sarebbe prescrivibile solo da medici approvati dei quali poco si sa (perchè? Se la cura funzionasse dovrebbe poterlo fare chiunque , come se fossero padroni di una formula magica e lo stesso acquisto dei prodotti dovrebbe avvenire nelle farmacie consigliate, eppure lo stesso Di Bella rilascia ricette standard in fotocopia, perchè nessuno potrebbe prescrivere la sua terapia visto che egli stesso la prescrive fotocopiando l’elenco dei farmaci che sono praticamente identici da una persona all’altra.

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ecco la prova.

 

Due prescrizioni di Giuseppe Di Bella per due pazienti diversi,

stampate al computer, eppure la cura non sarebbe prescrivibile da medici non autorizzati.
Non si capisce nemmeno il motivo per il quale alcuni farmaci del metodo dovrebbero essere preparati galenicamente (significa manualmente, in laboratorio) dalle farmacie consigliate.

Di Bella sostiene che solo così si otterrebbe un prodotto di qualità ed efficace ma questo si scontra con la logica: una farmacia non potrebbe mai avere i macchinari e le strutture che permettono una preparazione precisa e standardizzata come quella di una grande azienda.
Ma non finisce qui.

Si mantiene il paziente in una sorta di regime rigido all’inverosimile: se i farmaci non sono assunti in maniera perfettamente aderente alle prescrizioni, se non sono acquistati dove dicono i Di Bella, se non sono prescritti da loro o chi per loro e se presentano una minima differenza da quanto consigliato, si dice, la cura potrebbe non funzionare, tanto che molti pazienti sono costretti a preparare foglietti, promemoria, video di istruzioni e veri e propri manuali per poter seguire la cura.

Per consigli o chiarimenti deve essere consultato Giuseppe Di Bella in persona o i medici da lui autorizzati dei quali non bisogna divulgare i nominativi.

Una sorta di corporazione segreta proprietaria di una ricetta misteriosa, insomma. Ma questa ricetta avrebbe poteri miracolosi, divini, mai raggiunti da nessuna cura medica al mondo, sarebbe capace di guarire tutti i tipi di tumore nel 100% dei casi.

Giudicate voi che leggete, l’entità di questa affermazione.

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Dal forum del sito di Di Bella (nov 2014): la cura funziona in tutti i tumori e li guarisce totalmente.

Per gli eredi del fisiologo modenese il “complotto” esisterebbe anche oggi, con la messa a punto di una vera e propria rete organizzata (in tutta Italia, evidentemente) per boicottare il loro metodo, parlano addirittura di schedature dei pazienti e di referti alterati di proposito (evidentemente in tutti gli ospedali d’Italia c’è una rete organizzata apposta per nascondere i risultati miracolosi del metodo), per questo consigliano di tacere a quanti si sottoponessero alla loro cura.

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Dal forum dei figli del prof. Di Bella (17/12/13), pazienti in cura schedati e referti artefatti: meglio nascondere tutto

Sempre a proposito di atteggiamenti non scientifici, nel forum Di Bella è riportata la solita, falsa e manipolata notizia del 2.5% di efficacia della chemioterapia nei malati di tumore (è un “must” dei complottisti, ne ho parlato diverse volte), a dire dello staff del sito la medicina non ha nessuna efficacia e l’unica cura utile è il MDB, sono gli stessi utenti che lo smentiscono causando un’imbarazzante “ritirata”.

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Dal forum della famiglia Di Bella (immagini accostate da me): “non esiste un solo tumore ai polmoni curato dalla medicina”…”ed io allora?”, “ok, ne esistono pochi”.

È evidente un atteggiamento dilettantesco, improvvisato e per niente attendibile.

Per quanto riguarda le “pubblicazioni scientifiche” realizzate dallo stesso gruppo Di Bella, queste riguardano tre studi, dei quali due pubblicati sulla rivista Neuroendocrinology Letter, dal bassissimo impact factor (“fattore di impatto” che è un valore che indica la “stima” di cui gode una rivista scientifica nel suo ambiente, più è citata in letteratura, più è alto il suo “impact factor”, per Neuroendocrinology Letter qui fornisce uno 0.70, qui 1,05, per avere un metro di paragone Lancet ha 30,0, Nature 30,98, la più citata di neuroscienze oltre 20)  anche se Giuseppe Di Bella la definisce [min. 1:28] “una delle massime riviste internazionali” e ciò è evidentemente falso e che vede nell’editorial board diversi scienziati anche rispettati uniti a gente di discutibile valore scientifico compresi medici hameriani. Dello stesso comitato editoriale fa parte proprio Giuseppe Di Bella e non è un caso dunque che tutte le sue pubblicazioni riguardanti questo metodo “alternativo” di cura compaiano proprio in questa rivista la quale ha dedicato addirittura una “laudatio” alla memoria dell’inventore del MDB (nonostante lo stesso non sia considerato un personaggio di rilievo del mondo scientifico). Il valore accademico e l’imparzialità di queste pubblicazioni è quindi molto discutibile e sicuramente non di rilievo accademico.

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Il comitato editoriale della rivista che ha pubblicato il lavoro di Di Bella di cui egli stesso è componente.

 

Un’altra pubblicazione a cura di Giuseppe Di Bella è una revisione (ovvero un “riassunto”) degli effetti della melatonina. Nei mesi scorsi poi, sono apparsi dei proclami molto curiosi: il gruppo Di Bella ha rilasciato delle dichiarazioni poi riportate dalla stampa e rimbalzate su internet circa un presunto “riconoscimento mondiale” del loro metodo. Un “comitato di scienziati” in un congresso di oncologia a Singapore e poi a Dailan, in Cina, avrebbe approvato e messo agli atti la terapia Di Bella, un riconoscimento prestigioso quindi e decisivo.

In realtà i Di Bella hanno ecceduto con l”‘entusiasmo” raccontando una storia che può impressionare chi non è un “addetto ai lavori” e che riserva qualche sorpresa. Un congresso internazionale di oncologia è una buona occasione, per ogni scienziato che si occupi di questi argomenti, per presentare le sue idee (e per chi è presente di ascoltarle). Non c’è nessuna “approvazione” né “riconoscimento”. E’ vero che se un argomento presentato in un congresso risulta assolutamente incredibile è la stessa platea spesso a farlo notare o addirittura l’argomento non arriva mai alla “presentazione” congressuale (viene respinto al momento del controllo, quando esiste, da parte degli organizzatori), ma una relazione in un “grosso congresso internazionale” (e vedremo tra poco quanto “grosso” è quello al quale ha partecipato Di Bella) è talmente breve (nel caso di Singapore, Di Bella ha parlato 20 minuti) e “generale” che non è possibile approfondire se non successivamente, e non sappiamo nemmeno se la relazione sia stata salutata con applausi o con i fischi, tanto può valere una cosa del genere. Diciamo che si tratta del modo più corretto per presentare un’idea in campo scientifico, non un implicito riconoscimento di “efficacia” o “attendibilità”, come invece fanno trasparire i proclami apparsi in giro. A questo punto poi ci sarebbe da discutere su come sia possibile che un’idea terapeutica ritenuta vittima di un complotto dai suoi creatori possa apparire indisturbata in un congresso internazionale di medicina.

Striderebbe in questo senso anche la presenza del presidente di una multinazionale farmaceutica (collegata ad altre note aziende farmaceutiche) come moderatore della sessione che ha visto Di Bella discutere la sua idea.

Congresso di Giuseppe Di Bella e Tullio Simoncini (guaritore pluricondannato che sostiene che il cancro sia un fungo, la candida)

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Nel loro sito i Di Bella ridicolizzano e prendono in giro Tullio Simoncini, il guaritore con il quale hanno partecipato a vari congressi.

Ecco per esempio il tentativo di Giuseppe Di Bella di introdurre il suo “metodo” nell’isola di Capoverde, grazie all’interessamento di un falso medico, Di Bella scrive al console capoverdiano ed al ministro dello stesso paese “raccomandando” la sua cura ed “autorizzando” il presunto medico a somministrarla.

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La lettera di Di Bella al ministro ed al console di Capoverde con raccomandazione nei confronti di un falso medico come prescrittore del metodo.

Da quando in qua una terapia oncologica si decide con una lettera e con la stessa di identifica il “somministratore”? Stiamo parlando di medicina o di commercio di bassa lega? Interessante poi il particolare: il metodo può essere prescritto solo da medici autorizzati e Di Bella autorizza un falso medico al centro di varie vicende giudiziarie.
Curioso poi l’atteggiamento di chi sostiene questa cura alternativa. I seguaci del MDB hanno un comportamento simile a quello dei fanatici religiosi, aggressivi e minacciosi contro chiunque metta in dubbio le proprietà della cura, tanto da somigliare ad una setta chiusa e rigida, vedono nei Di Bella un’ancora di salvezza indiscutibile.

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Adolfo Di Bella smentisce il presunto “riconoscimento” del MDB da parte di Umberto Veronesi, falsa notizia diffusasi sul web

Controllando però lo studio completo, si scopre che il paziente aveva effettuato chemioterapia che già da sola aveva ridotto del 50% la massa tumorale.

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Il paziente avrebbe poi sospeso la chemioterapia. Nello studio si parla di “progressione del cancro” poi di “inizio della terapia Di Bella” e quindi sono descritti una serie di lunghi esami che non mostrano alcuna presenza di masse tumorali o metastasi. Il “problema” è che mentre sono dichiarate e certificate le lesioni curate con la chemio e successivamente l’assenza di neoplasie, vi è un “buco” proprio al momento dell’inizio della cura Di Bella. E’ scritto “progressione del tumore” ma non vi è descritto nessun esame che lo confermi né viene riportato alcun referto.

In poche parole in questo studio è descritto il caso di un paziente che ha effettuato chemioterapia (che ha ridotto del 50% un tumore inoperabile) e successivamente il MDB. Non si capisce quindi perché la successiva guarigione del paziente debba essere affidata alla cura Di Bella. Non solo questo non è scontato ma appare altamente probabile che gli effetti della chemioterapia si siano prolungati anche successivamente alla sua interruzione. E’ un fenomeno frequente e conosciuto. Nella migliore delle ipotesi, quindi, il MDB avrebbe migliorato gli effetti della chemio, risultato che non ha nulla a che vedere con il titolo e le conclusioni dello studio. La risposta del trattamento Di Bella, non è come dice il titolo “oggettiva e completa” ma incompleta e non evidente. Di Bella ripete l’affermazione che egli smentisce nello stesso studio, nel suo sito:

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Il paziente, come descritto dallo stesso Di Bella, ha effettuato chemio e radio ma nel sito Di Bella afferma che i tumori non erano stati sottoposti a nessuna terapia…

Un secondo caso è un neuroblastoma in un bambino di 7 mesi che (dopo rifiuto di chemio e chirurgia) sparisce completamente. Questo caso sembra non avere (da quanto disponibile) particolari omissioni. Qualora venisse confermato, sarebbe un’interessante prova di efficacia.

 

Un altro caso (qui il .pdf) descritto sempre dai Di Bella (che mi risulta però non sia stato mai pubblicato in una rivista scientifica) parla di una remissione completa (scomparsa totale della malattia) di un carcinoma mammario. La paziente ha rifiutato chemioterapia ed intervento e si è sottoposta al MDB. Dopo 14 mesi viene diagnosticata la remissione della malattia. Anche in questo caso non vi è chiarezza nel decorso della malattia, nelle terapie effettuate dalla paziente e del follow-up.
Altro caso poco chiaro ma simbolico sul tipo di “descrizione” degli eventi fornita dal gruppo Di Bella, è contenuto in un .pdf. Una giovane donna ha una tumefazione ad un piede. Operata, asportata, si tratta di un tumore benigno dei vasi sanguigni (un emangioma). Successivamente soffre di disturbi alla vista che la inducono ad effettuare una risonanza magnetica che descrive una massa nella zona dell’ipofisi. La massa è asportata (quindi non vi è più tumore) ed analizzata: adenoma ipofisario e condrosarcoma (rispettivamente tumore benigno e maligno). La caratteristica dell’adenoma ipofisario è quella di produrre in eccesso alcuni ormoni, specialmente prolattina ed ormone della crescita (GH). Altri disturbi inducono la ragazza ad effettuare altri esami: la massa è ricresciuta. Non è specificato quale (se quella benigna o quella maligna, i referti sono “tagliati”) ma dall’aspetto radiologico e dalla descrizione, è probabile si tratti della formazione benigna.
A questo punto la paziente segue il MDB e sta bene.
Qual è il problema?
Semplice: come detto, l’adenoma ipofisario produce un eccesso di ormoni (prolattina ed ormone della crescita) e la sua cura è la somministrazione di inibitori di questi ormoni che è risolutiva e senza grossi effetti collaterali. Cosa contiene tra gli altri ingredienti il MDB? Proprio inibitori della prolattina (cabergolina) e dell’ormone della crescita (somatostatina). La terapia eseguita quindi, è esattamente quella standard. Nessun miracolo né cura alternativa, la paziente ha effettuato la cura che qualsiasi medico le avrebbe prescritto. Cosa c’entra questo con i tumori curati con il MDB?

 

In un ulteriore caso viene descritto un tumore mammario. La paziente affetta avrebbe rifiutato ogni trattamento (chirurgia, chemioterapia…) per affidarsi totalmente alle cure di Di Bella. Dopo il protocollo ogni lesione sembra scomparsa. Questo caso appare come credibile, almeno stando a quanto descritto, anche se esistono alcune incongruenze e non vi è nemmeno corrispondenza apparente tra le lesioni descritte e le immagini presentate.

Esiste un caso (attenzione, immagini molto impressionanti) studiato dall’ematologia degli ospedali riuniti di Bergamo, nel quale una paziente affetta da linfoma cutaneo (che ha una percentuale di sopravvivenza del 91% a 5 anni con le cure standard), ha rifiutato ogni cura per seguire proprio il MDB. La malattia è progredita in maniera impressionante (i medici parlano di “cose che si vedono solo nei film di fantascienza come Alien”). Solo a quel punto la donna si sottopone a cure regolari.

Esistono ancora  una serie di studi che sono spesso citati come dimostrazioni di efficacia ma che in realtà descrivono un’assenza di effetti collaterali ed un buon effetto sui sintomi. Per esempio in un tumore polmonare avanzato non curato con chemioterapia, il metodo Di Bella ha migliorato in alcuni casi i sintomi e la capacità respiratoria, ma non ha guarito la malattia. La sopravvivenza inoltre non è stata superiore a quella ottenuta con i metodi standard. Anche qui, dunque, nessuna dimostrazione di particolare efficacia. Se il MDB ha ottenuto una sopravvivenza media di poco più di 3 mesi (95 giorni), i metodi tradizionali ne ottengono una di oltre 14 mesi (14,6 mesi, per l’esattezza) ma quando i sostenitori del MDB descrivono lo studio parlano di “grande successo della terapia”. Stesso risultato in un altro studio: alla fine si ha una buona qualità di vita, scarsi effetti collaterali ma nessuna guarigione dalla malattia, ed anche in questo caso si tratta di un medico “dibelliano”.

Questo non vuol dire che l’attuale trattamento standard del tumore polmonare avanzato sia ricco di successi, perché si tratta di una delle malattie più gravi e meno curabili, ma mentre la medicina ufficiale lo ammette, il gruppo Di Bella con gli stessi risultati (fallimento delle cure), non lo fa e parla, al contrario, di successo evidente.

Un esempio può essere un protocollo standard sperimentale con chemioterapici: farmaci ben accettati, scarsa tossicità ma nessuna guarigione nè prolungamento della sopravvivenza. In pratica gli stessi risultati di Di Bella ma conclusioni, negative, ammesse.
Gli errori statistici e di analisi, a volte, davvero soprendenti, si ripetono in molti studi del gruppo. Un esempio in questo studio nel quale, tra le altre cose, si dice che le pazienti con tumore mammario (stadio iniziale) che si sono sottoposte solo al metodo, sono sopravvissute nel 100% dei casi. La tabella che illustra questo risultato invece, riporta alcuni decessi, oltre ad “analizzare” i risultati di due anni quando nello studio si parla di controllo per 5 anni (gli altri 3 anni di analisi dei pazienti, dove sono finiti?). I grafici contenuti in questo studio, non mostrano in nessuno di essi una sopravvivenza del 100% come dichiarato nel testo.

Sopravvivenza del 100% nel testo, non nel grafico (se la sopravvivenza fosse del 100% le linee sarebbero “rette” come la prima superiore).

Come si spiegano queste analisi superficiali, poco curate quando non palesemente errate?

Dal libro di Salvo Di Grazia:

Perizie e risultati, le conclusioni.

In questa ultima parte del dossier mostrerò alcuni dati che mi sono stati utilissimi per trarre delle conclusioni. Su tutti la perizia svolta da medici su mandato della pretura di Maglie che doveva decidere se fornire gratuitamente i farmaci ai malati che ne facevano richiesta.

Infine le mie conclusioni personali.

Ribadisco, conclusioni personali. Tratte dai dati che ho mostrato, da mesi e mesi di lettura, da conoscenza diretta di casi trattati con il MDB e dalle mie conoscenze professionali.

In tutta questa vicenda ho cercato di mantenere un certo distacco ed ho elencato le mie perplessità, i documenti, le valutazioni fatte all’epoca e le carte a disposizione.

Invito chi è davvero interessato alla questione a non fermarsi solo alle mie parole ma indaghi e ragioni personalmente, cercando di capire se davvero il MDB sia stato un grande bluff oppure un “misterioso” complotto che ha affossato il tutto. Il caso, ormai quasi dimenticato, è stato un grande evento che ha mischiato scienza, creduloneria, speranza e cupidigia.

Io la riposta che cercavo da anni l’ho avuta, e spero la trovi anche chi tra di voi ha conservato in un angolo del proprio cervello un dubbio riguardante questa pratica “alternativa”.

Ho letto la relazione CTU (è la perizia svolta da consulenti, medici, da consegnare al giudice, in questo caso il pretore di Maglie dell’epoca, Carlo Madaro) e vi ho trovato anzitutto molte forzature.

E’ questa (è un .pdf) e vi sono analizzate una serie di cartelle cliniche. Un gruppo di cartelle appartenevano ai malati che avevano fatto richiesta di rimborso spese per i costi che avevano sostenuto effettuando il MDB, un altro gruppo era formato da cartelle inviate spontaneamente in pretura da malati che così desideravano sostenere l’efficacia del metodo. L’analisi di questa perizia è interessante non solo per ciò che conclude e per come lo fa ma anche perchè è un modo per analizzare altri casi definiti come “migliorati” o “guariti”, in un unico documento abbiamo la possibilità di studiare decine di casi (scelti però, chi non ha avuto effetti le cartelle non le ha inviate, naturalmente).

 

Già all’inizio si parla di 78 casi analizzati dei quali, dopo un anno di MDB, 40 erano deceduti ed uno peggiorato. Cumulativamente quindi (ma non è così che si fanno le medie in medicina) più del 50% dei pazienti era morto dopo un anno di cura Di Bella. Ora, non per fare l’avvocato del diavolo, ma subito dopo la tabella iniziale c’è questa singolare affermazione:

Considerando che le migliori statistiche oncologiche sui tumori riportano una sopravvivenza a 5 anni del 29% associando chirurgia e/o radio-chemioterapia, il risultato del MDB è chiaramente ed innegabilmente positivo.

Quali sarebbero le “migliori statistiche” (i dati ufficiali che non distinguono per tipo di tumore e quindi non forniscono dati precisi dicono che il 55% dei malati, 72% per i tumori infantili, è vivo dopo 5 anni dalla diagnosi e non il 29%)?

Riguardo quale tipo di tumore (sappiamo che la sopravvivenza dipende fortemente dal tipo di tumore analizzato)? “Più del 50%” di decessi ad un anno da tutti i tipi di tumore non mi sembra un dato “chiaramente ed innegabilmente positivo“, anzi, potrebbe essere definito come assolutamente sconfortante…

 

Poi viene analizzato un secondo gruppo che presenterebbe più dell’86% di casi di stabilità, regressione o scomparsa del tumore. In quanti anni? Su 161 casi solo due sono descritti come completamente guariti, mentre per gli altri non è descritto nemmeno il periodo di osservazione (che è citato come: “diversi anni […] anche cinque“).

Diversi anni” mi sembra una valutazione piuttosto imprecisa e fuorviante soprattutto se teniamo presente che non siamo di fronte ad una considerazione vaga e personale ma ad una perizia medica giurata, richiesta oltretutto per decidere se affrontare un’importante spesa del denaro pubblico.

Da pagina 12 in poi vi è un elenco che dovrebbe essere l’argomento centrale di una discussione sull’efficacia di questo metodo. Sono elencati dei casi “responsivi alla cura” e quindi la loro attendibilità e la cura della statistica sarebbe decisiva per una valutazione del MDB.

Ogni caso è evidenziato da un colore che indica l’esito della cura (positivo o negativo). Ma studiando bene l’elenco sorgono parecchi dubbi e non si può fare a meno di ricordare che questa è una perizia medica che doveva far decidere ad un giudice (indebitamente, disse qualcuno, in quanto giurisdizionalmente compito del Ministero o del TAR) se valesse la pena o meno fornire gratuitamente i farmaci per il metodo a chi ne avesse fatto richiesta.

Per capire l’attendibilità di questa perizia e quindi l’efficacia presunta del MDB vediamo cosa riportano questi elenchi.

Qualche esempio. Sono definiti “responsivi alla cura” (attenzione: responsivi alla cura, che hanno cioè tratto beneficio dal MDB) casi come (note tra parentesi mie):

 

– Non progressione della malattia dopo 3 mesi (3 mesi…?)

– Regressione delle metastasi polmonari inferiore al 50% (che misura è? Inferiore di quanto? Dell’1 o del 48 per cento?)

– Caso valutato con riserva, documentazione incompleta (e allora perché è stato inserito nei casi “positivi“?)

– Parziale regressione di una lesione dello sterno di dubbia natura neoplastica (parziale? dubbia? Perché quindi hanno inserito il caso?)

 

Tantissimi  “casi migliorati” sono su questo tono. Come si fa a giudicare “particolarmente rilevante” il caso di un paziente che ha effettuato il MDB per un mese e radioterapia nei sei mesi precedenti? Nella migliore delle ipotesi questo caso sarebbe da escludere dall’elenco dei casi “responsivi”, almeno con la formula del dubbio. Come si può definire rilevante un caso di stabilizzazione delle lesioni dopo 9 mesi?

 

Questa perizia ha un valore altissimo. Prima di tutto raccoglie la presunta evidenza di efficacia della terapia Di Bella tratta dalle centinaia di cartelle visionate dai periti. Visto che la perizia conclude con un giudizio fortemente favorevole nei confronti del MDB (tanto da indurre l’allora pretore di Maglie a stabilire che i farmaci necessari alla cura dovessero essere forniti gratuitamente) sarà interessante studiare su cosa si siano basati questi periti per trarre queste conclusioni (che verranno però in seguito smentite dalla sperimentazione). Dalle parole di uno dei periti, il dott. Montinari:

“Le ripeto: partendo da un assoluta asetticità verso la MDB io per primo ho fatto la parte dell’avvocato del diavolo. Ho chiesto e continuo a chiedere Tac, analisi, referti, anche recentissimi per integrare anche le cartelle più datate. Ho visitato io stesso alcuni pazienti, abbiamo tenuto conto in ogni singolo caso del peso anche posticipato nel tempo che possono aver avuto chemioterapia, radioterapia, interventi. E stato un lavoro massacrante, mi creda. Ma che sarà inconfutabile”. (da Il Giornale, 17/02/99 Gabriele Villa)

Inconfutabile. Montinari usa questo termine. Ma è davvero così?

La perizia “inconfutabile” che si confuta da sola.

La perizia, commentata dal tribunale, è stata effettuata dai medici dottor D’Ambrosio, Lupo e, appunto, Montinari (per la cronaca, Massimo Montinari è un medico che cura l’autismo con diete ed omotossicologia e sostenitore del collegamento vaccini-autismo) e consta di 24 pagine che discutono ed analizzano 203 cartelle cliniche pervenute alla pretura di Maglie che doveva decidere se intimare con un’ordinanza la cessione gratuita dei farmaci necessari al MDB che fino a quel momento erano a pagamento a carico di chi li acquistava.

Per l’esame riassuntivo dei dati clinici dei pazienti che avrebbero utilizzato il MDB per curare il tumore maligno del quale soffrivano, sono state utilizzate delle tabelle, in cui vengono riportati senza particolare evidenziazione i casi standard, in giallo quelli definiti “rilevanti” ed in azzurro i casi definiti “particolarmente rilevanti“.

Alla luce di questa suddivisione che poi sarà decisiva per il giudizio finale, ci si aspetterebbe che un caso “rilevante” dimostri un effetto chiaro del MDB su un tumore maligno. Ancora di più nei casi definiti “particolarmente rilevanti“, in cui il MDB dovrebbe aver avuto un effetto evidente, oggettivo e palese. Prima di dare un giudizio su queste definizioni, guardiamo qualche esempio:

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Il primo caso analizzato dell’elenco non è evidenziato. Si tratta di un adenocarcinoma a grandi cellule, indifferenziato, e l’analisi dei periti dice:

“Modesta riduzione della lesione costale sede della pregressa RT. A tre mesi di MDB non si evidenziano nuove lesioni. […] Buona la qualità di vita”.

In pratica il tumore localizzato nella zona delle costole è ridotto di volume esattamente dove il paziente ha effettuato radioterapia (RT). Questa cartella, quindi, con l’eventuale efficacia del MDB non avrebbe nulla a che vedere, ma al contrario mostrerebbe effetti positivi della radioterapia effettuata dal paziente.

Seguono gli altri casi.

Il primo definito “particolarmente rilevante”, perciò evidenziato in azzurro, parla di un “adenocarcinoma polmonare”. Il giudizio dei periti recita letteralmente (copio):

“Il caso è emblematico poichè non è stato eseguito alcun trattamento tradizionale. Si apprezza nel corso di circa 10 mesi dall’inizio del MDB un notevole miglioramento clinico e soggettivo ed un modesto miglioramento radiologico. Il caso merita di essere seguito nel tempo data la sua singolarità per non aver subìto alcun trattamento interferente”.

Ebbene, ci sarebbe da aspettarsi, dalla classificazione detta sopra, che i casi “particolarmente rilevanti” siano quelli che descrivano una guarigione certa, evidente, o almeno un miglioramento eclatante, con chiari segni di regressione importante della malattia. Nel caso descritto invece si parla di “notevole miglioramento clinico e soggettivo” (cioè che il paziente si sentiva meglio, era una sua constatazione o un rilievo di chi lo esaminava, non un dato strumentale) e poi di modesto miglioramento radiologico: la radiografia del torace, cioè, aveva evidenziato solo un lieve miglioramento (nemmeno quantificato con precisione). Il problema più importante è che il paziente non è stato seguito, non sappiamo com’è finita la sua storia, se è guarito, peggiorato, deceduto: è insomma una descrizione assolutamente inutile. Questo sarebbe un caso “particolarmente rilevante“…

Il secondo subito a seguire è ancora peggio. Un caso di adenocarcinoma polmonare con metastasi cerebrali. Anche questo “particolarmente rilevante”, che però, leggendolo, assume ben altra connotazione. Si vede infatti che il paziente ha un (copio):

“miglioramento iconografico delle lesioni cerebrali con la loro quasi scomparsa che potrebbe essere la risultante della pregressa RT. Si evidenzia la riduzione dei marcatori tumorali e la non progressione della malattia. Buona qualità di vita”

Questo vuol dire che radiologicamente le lesioni cerebrali sono quasi scomparse ma il paziente su quelle lesioni ha eseguito la radioterapia (RT): cosa c’entrerebbe il MDB? La riduzione dei marcatori tumorali (sono esami del sangue, non specifici e che non fanno diagnosi) e la non progressione della malattia potrebbero essere dovuti anche alla terapia “standard” che ha fatto il paziente. Perché quindi questo caso è considerato “particolarmente rilevante” a favore del MDB dai periti?

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Un caso “particolarmente rilevante” a favore del MDB. Meningioma in miglioramento (clinico), ma il miglioramento è dovuto al drenaggio (asportazione di materiale)…

I casi successivi sono tutti dello stesso spessore e posso affermare che le contraddizioni presenti nella perizia sono talmente evidenti che anche un profano probabilmente le coglierebbe, invito chi legge a dare un’occhiata facendo attenzione soprattutto alla suddivisione dei casi: il colore azzurro equivale ai casi “particolarmente rilevanti“, prima chiedetevi cosa vi aspettereste da una definizione del genere poi date una lettura. Si troveranno così pazienti migliorati grazie alle precedenti terapie mediche standard, addirittura casi come la “stabilizzazione di un tumore benigno” a lenta evoluzione (un tumore benigno non è…maligno e se si evolve lentamente è normale che lo si riscontri come “stabile”), anche questo definito “particolarmente rilevante” o con miglioramento della qualità di vita (senza sviluppo positivo della neoplasia). A volte (ed è un caso molto frequente) non si ha nemmeno la certezza che la lesione sia tumorale (ed il caso è inserito sempre tra quelli “a favore” del MDB)!

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Caso “particolarmente rilevante”: parziale effetto su una lesione ma i periti non sanno nemmeno se si trattasse di una metastasi o di una complicazione della radioterapia (radionecrosi, non un tumore).

Per non parlare dei casi evidenziati in giallo. Qui i giudizi di “rilevanza” assumono toni grotteschi, come nel caso del paziente che migliora con la radioterapia e non peggiora con il MDB o quello che si basa su dichiarazioni della paziente e non su documenti (copio): “la signora dichiara che nel corso dell’ultimo ciclo di chemioterapia erano ricomparse recidive cutanee“. Il MDB avrebbe quindi migliorato qualcosa della quale non si ha nemmeno una diagnosi.

La casistica non evidenziata (con sfondo bianco) è assolutamente inconsistente (tumori già asportati, curati con altri metodi, in corso di chemioterapia, senza documentazione, progrediti, ecc.).

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Leggendo quindi la perizia (che, ricordo, è stato un passo fondamentale nell’intera vicenda Di Bella) emergono ancora più dubbi di quanti ne esistano semplicemente studiando la teoria, la sperimentazione e tutto ciò che si sente a proposito di questa “cura”. Se sono quelli documentati nella perizia i casi “risolti” siamo davvero molto lontani da una cura risolutiva per il cancro. Si suppone infatti che i casi sottoposti a perizia siano quelli più “positivamente trattati” (sono casi “scelti“, inviati da pazienti che richiedevano il rimborso spese!) mentre non sappiamo quanti casi non siano stati riportati, non vi è una statistica precisa, non conosciamo i fallimenti, non sappiamo nemmeno su quanti casi trattati in totale si siano avuti questi risultati. Si conclude quindi che persino sulla base di documentazione “a favore” e selezionata, non emerge per niente un effetto positivo del MDB, ma piuttosto una forzatura nelle conclusioni che vogliono far pendere l’ago della bilancia verso un lato quando l’evidenza lo spinge decisamente verso l’altro. Per questo è necessario sottolineare nuovamente che i casi esaminati sono “selezionati“, si tratta cioè di cartelle inviate alla procura dai pazienti e da chi voleva un rimborso spese e quindi sono casi “prescelti” come dimostrazione di efficacia. E se invece analizzassimo la totalità delle cartelle di chi si è sottoposto alla cura?

La perizia è l’aspetto della vicenda che mi ha disorientato di più. Queste pagine non sono una raccolta di casi dimostrativi di effetto curativo ma un elenco che mostra un’assoluta inconsistenza dei presunti effetti positivi del MDB.

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Caso “particolarmente rilevante”: tumore mammario con risposta parziale inferiore al 30%

Se è vero infatti che una perizia medica per il tribunale è pur sempre un giudizio “di parte”, ci si aspetterebbe una valutazione almeno obiettiva da parte dei medici che hanno esaminato quelle cartelle. Il loro giudizio infatti poteva (come in effetti sembra aver fatto, vista la disposizione del pretore di Maglie) far decidere in un senso o nell’altro il giudice ed influenzare l’opinione pubblica. Compito delicato, quindi, e per questo da svolgere con attenta precisione.

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Tumore mammario con metastasi: 7 mesi di MDB, miglioramento del quadro, stabilità di malattia, dovuti a precedenti chemio, radio ed ormonoterapia. Questo sarebbe un caso “particolarmente rilevante” a favore della cura Di Bella…

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Tumore mammario, caso “rilevante”: risposta completa…ma non valutabile e senza dati.

Chi legge può comunque farsi un’idea personale. Critiche alle decisioni della pretura arrivarono anche dalla stampa: qualcuno infatti sospettò un atteggiamento demagogico del pretore che sfociò nella sua candidatura in un partito politico.

Abbiamo visto quindi come l’analisi di decine di casi e la conclusione di “efficacia” del MDB raggiunta dai periti fa sorgere molti dubbi non solo sull’analisi stessa ma anche sui risultati del metodo che non appare per niente così risolutivo come indicato dai periti. Ribadisco che questi sarebbero i dati più “evidenti” a disposizione (selezionati, inviati volontariamente, usati per richieste di rimborso).
In seguito a questa perizia, il pretore ordinò di rimborsare (spesa pubblica quindi) i farmaci a chi seguiva il MDB. Lascio al lettore un giudizio sulla vicenda.

Questa curiosa “metodica” di analisi la ritroviamo in un’altra pubblicazione presente nel sito ufficiale del gruppo Di Bella.

Si analizzano alcuni casi di tumore mammario curati con MDB.

Si presume che sul sito dei Di Bella si trovino analisi di casi “positivamente” risolti, di dimostrazioni di efficacia, altrimenti non si comprenderebbe l’utilità (se non ad avere un parere negativo della presunta cura) di pubblicare un elenco del genere.

Eppure anche in questa pubblicazione abbiamo le stesse fallacie e gli stessi “strani” risultati presenti nella perizia della quale ho parlato.

Prendiamo il primo caso analizzato e scorriamolo cronologicamente.

1985: diagnosi di carcinoma mammario. Intervento chirurgico.

1986: Recidiva. Radioterapia e terapia ormonale.

Per dieci anni nessun sintomo

1997: Metastasi cerebrali. Chemioterapia.

1998: Inizio MDB, migliore qualità di vita, nessun segno di miglioramento delle metastasi.

1999: Decesso della paziente.

Questo caso è definito “positivo“: chi legge giudichi.
Ora, che una sostanza somministrata ad una persona che soffre porterebbe ad un presunto miglioramento delle condizioni cliniche (da dimostrare, naturalmente, perché stiamo parlando sempre di giudizi soggettivi), può anche essere positivo, ma vendere un “metodo” come curativo quando non cura nulla non è corretto, oltre che pericoloso. Come abbiamo letto nell’ultimo articolo poi, Di Bella non ha mai sostenuto che il suo metodo potesse avere un effetto almeno palliativo (per esempio la riduzione dei dolori o dei disturbi senza effetto curativo) ma affermava di curare, guarire, migliorare la malattia tumorale e questo da quanto emerge dai casi esaminati è assolutamente falso. I casi presentati dai Di Bella spesso sono invece dimostrativi di come le cure standard abbiano l’effetto che tutti conosciamo: quando non curano prolungano la sopravvivenza.
Nel caso di tumore mammario visto prima ad esempio basti notare come la medicina (con l’intervento e le terapie) abbia fatto sopravvivere quella paziente per ulteriori 14 anni (che non sono pochi) dalla diagnosi di tumore mentre il MDB non ha avuto nessun ruolo nella vicenda. Nonostante Di Bella critichi profondamente le cure attuali, con questo dato quindi ha dimostrato involontariamente che chirurgia, radio e chemio mantengono le promesse quando al contrario il suo metodo non dimostra di mantenerne nessuna.

Gli altri casi nell’elenco seguono più o meno la stessa storia, nel secondo ad esempio una paziente peggiora (addirittura in corso di MDB sviluppa nuove lesioni) ma “sta meglio“. Simili gli altri casi, diagnosi di tumore, radioterapia, chemioterapia e nessun risultato evidente del MDB. Un caso è esemplare (il n°9): una paziente con tumore mammario si sottopone ad intervento chirurgico e successivamente, dichiarando di rifiutare qualsiasi altra terapia, inizia il MDB. Viene però scoperto che la paziente sta effettuando terapie “antitumorali” (probabilmente chemio) e non presenta peggioramento della malattia. Prosegue in ogni caso il MDB. Alla fine dell’analisi è scritto che il caso è di “incerta valutazione e […] può attestare una sua possibile efficacia nel contrastare la comparsa di metastasi”. Che ne dite?

 

Capisco che ad uno sguardo profano sia molto complicato districarsi tra sigle, tecnicismi e termini scientifici, ma ad una veloce analisi competente no: tutto è molto più chiaro.

 

Tirando le somme, quindi, abbiamo una presunta cura per i tumori che non ha mai avuto dimostrazioni scientifiche, le cui ripetute sperimentazioni pubbliche hanno avuto esito negativo, la cui evidenza documentale non mostra particolari effetti positivi. Persino i casi presentati come “migliorati” dal gruppo Di Bella ad un’analisi della documentazione non mostrano il presunto miglioramento ma evidenziano quasi sempre un’inefficacia della cura o la presenza di altre terapie contemporanee o antecedenti. Il suo “inventore” non ha mai dimostrato un effetto particolarmente significativo della cura nei malati di tumore, non pubblica statistiche documentate, non pubblica in letteratura scientifica (tranne in tre casi ma su una rivista secondaria e “schierata” a suo favore e che vede Giuseppe Di Bella nel comitato editoriale) i risultati delle sue presunte cure, non ha mai pubblicato sperimentazioni animali. I metodi di divulgazione della presunta cura sono assolutamente ascientifici ed utilizzano canali impropri, gli atteggiamenti aggressivi ed intimidatori.

Gli effetti positivi di questa terapia si baserebbero sulle dichiarazioni personali dei componenti del gruppo Di Bella e su dichiarazioni spontanee di alcuni pazienti, troppo poco per parlare di “cura del cancro“.

Mi pare non ci sia altro. Questo non vuol dire che informare sia inutile, chi viene a conoscenza di questa “cura” e ha la sensazione sia efficace, è bene sappia che non è vero. Nessuno si senta esente da debolezze o cedimenti.
Nel 2008 l’Istituto nazionale del cancro di Genova sottoponeva a questionario 2000 parenti di pazienti deceduti di tumore, 1100 di questi avevano usato (almeno negli ultimi tre mesi di vita) il MDB. Non fu riscontrata nessuna differenza nelle caratteristiche dei pazienti (ricorrere alla cura cioè non era esclusiva di un sesso o di una classe di età o altro), questo significa che la possibilità di ricorrere ad un metodo non riconosciuto riguarda chiunque.

Se qualcuno dovesse avere altri elementi da aggiungere o correzioni da fare mi contatti pure, io non vedo altri elementi sui quali basarsi per un giudizio. Se esistono pazienti con documentazione completa che vogliono inviarmi le carte del loro caso mi contattino tranquillamente.

Prima di chiudere questo capitolo aggiungo l’ultimo paragrafo.

Ho contattato varie persone che affermavano di aver assistito famigliari trattati con il MDB, alcune mi hanno contattato personalmente, altre le ho raggiunte io. Tra le “testimonianze”, alcune (esattamente 12) di esse erano assolutamente inattendibili (simili ai casi elencati nella perizia di Maglie, casi curati dalla medicina ma dichiarati curati dal MDB, mancanza di documentazione importante), altri (due) mostravano chiara inefficacia del metodo (non sono stato autorizzato alla pubblicazione) perché, avendo effettuato solo MDB, non hanno avuto alcun miglioramento dei sintomi, della sopravvivenza e sono deceduti. Pensavo di realizzare un articolo a parte con i casi ricevuti ma per mancanza di dati non ho modo di farlo. Di seguito l’elenco dei casi che hanno mostrato effetti sulla malattia o sulla sopravvivenza che aggiornerò se dovessero aggiungersene altri:

  • 1) relativo ad un tumore mammario recidivato dopo 3 anni in tumore polmonare. La sopravvivenza totale è stata di 27 mesi dalla diagnosi, ha mostrato una buona sopravvivenza mentre effettuava il MDB, rispetto alle medie più recenti di sopravvivenza per questo tipo di malattia in trattamento standard. La paziente ha effettuato inizialmente le terapie standard e successivamente le avrebbe abbandonate per ricorrere al MDB. Questo caso l’ho trovato molto interessante pur nei limiti del singolo episodio e della chemioterapia effettuata inizialmente per 3 cicli. Non si è assistito comunque a guarigione.

Anche tra i commenti di questo blog sono apparse alcune persone che raccontavano di effetti positivi del metodo, una che si è dichiarataguarita dalla terapia del professore Luigi Di Bella“. La signora è autrice di un libro che racconta la sua storia ed a pagina 20 dell’introduzione è scritto “quanto scrivo è supportato da una lunga serie di esami diagnostici e da altra documentazione […] verificabile da parte di chiunque voglia appurarne la veridicità“. Le ho chiesto questa documentazione “verificabile” dopo un primo contatto via mail da parte sua, ma non ho mai ricevuto risposta. Un altro commentatore aveva promesso di inviarmi i documenti appena pronti, aspetto dall’8 giugno 2011 senza aver ricevuto niente.

 

Per cercare eventuali altri casi con evidenza di efficacia ho allora contattato direttamente il dott. Giuseppe Di Bella (figlio del prof. Luigi) e gli ho inviato un messaggio mail il 04/03/11, questo:

Gentile Dott. Di Bella,

sono un medico che gestisce un blog critico sulle medicine alternative (l’indirizzo lo trova in calce al messaggio).

Sto per completare (dopo mesi di lavoro, analisi e studio) un dossier sulla cura Di Bella ed ho praticamente finito di scrivere tutti gli articoli che saranno pubblicati appena possibile.

Alla fine degli articoli era mia intenzione inserire eventuali casi di guarigione o miglioramento oggettivo di tumori maligni tramite il MDB e per questo motivo ho chiesto tramite vari canali (soprattutto, ma non solo, via internet) che chiunque avesse casi simili li avrebbe potuti inviare al mio indirizzo di posta elettronica per studiarli ed eventualmente (se autorizzato) pubblicarli.

Mi riferisco naturalmente a casi ben documentati con i dovuti riferimenti clinici e diagnostici, che hanno effettuato esclusivamente il protocollo Di Bella e che dimostrano un’efficacia del metodo. Il mio appello ha prodotto purtroppo pochissimi casi, dei quali solo uno pubblicabile perchè autorizzato. La documentazione completa quindi (come lei comprenderà sicuramente) è fondamentale.

 

Prima di procedere alla pubblicazione dei miei articoli quindi, mi sembra corretto rivolgermi a lei direttamente per ricevere qualcosa in proposito se esiste (ho letto nel suo sito di circa 22.000 casi trattati, non dovrebbe quindi essere un problema fornirmene alcuni).

Se possibile i casi non dovrebbero essere quelli presenti nel suo sito che ho già studiato approfonditamente ma altri che lei non ha mai pubblicizzato ma che sicuramente ha conservato assieme agli altri migliaia descritti.

 

Certo di un riscontro positivo porgo cordiali saluti.

La risposta alla mia richiesta è arrivata il giorno dopo. Cinque messaggi contenenti rispettivamente:

 

1) I due lavori pubblicati su Neuroendocrinology Letters (già noti, commentato il primo nei miei articoli, il secondo è una sorta di “speciale” sul MDB, la rivista è quella con Giuseppe Di Bella nel comitato editoriale, la stessa che pubblica tutti i suoi lavori)

2) Due ulteriori lavori pubblicati su Neuroendocrinology Letters (noti, già commentati nei miei articoli).

3) Il depliant del congresso di oncologia che si è svolto in Cina al quale ha partecipato Giuseppe Di Bella. Il congresso è organizzato dalla stessa società che ha invitato Di Bella a Singapore, in un precedente incontro. Si tratta del congresso “spazzatura” che ha accettato il mio  “studio” sul cetriolo.

4) Una lista dei congressi (scientifici e non) ai quali ha partecipato Giuseppe Di Bella e degli studi indicizzati su Medline e una parte del depliant del congresso cinese di cui sopra.

5) Un documento in italiano che spiega il razionale del MDB, i motivi che non validerebbero la sperimentazione ufficiale con riferimento alla perizia della pretura di Maglie.
Niente altro, nessun caso o dato utile a studiare un “successo” del metodo.

Non ho ricevuto alcun caso diverso da quelli presentati in questo dossier nè casi non presenti nel sito dei Di Bella nè altri casi inediti. In extremis ho poi contattato un medico “dibelliano” che presenta nel suo sito alcuni “casi clinici” chiedendogli documentazione del primo che era quello più “interessante”: al giorno d’oggi non ho ricevuto alcun documento ma l’invito a contattarlo telefonicamente (cosa che non ho ancora fatto).

Più di questo non ho potuto fare.

Ho letto anche alcune reazioni ai miei primi articoli e come spesso accade non è stato confutato nessuno dei casi che ho analizzato ma (dallo stesso gruppo Di Bella) ho letto i soliti proclami inutili (che io sarei pagato da chissà chi o che questi articoli sarebbero parte di un programma enorme che avrebbe come obiettivo la demolizione di questa cura) uniti ad insulti, “auguri” della peggiore specie e minacce di querela. Sarebbe molto più costruttivo fornire spiegazioni, discutere i fatti invece di perdersi in discorsi vaghi ed attacchi personali che hanno l’aria di giustificazioni di chi non ha altri argomenti.

Siamo arrivati quindi alla fine.
Giuseppe Benagiano, direttore dell’istituto superiore di sanità, dichiarò nel 1998:

“Sulla vicenda abbiamo sbagliato tutti: ministerò della sanità, commissione unica del farmaco, mass media, medici e magistrati. L’unico a non commettere errori è stato proprio il professore modenese, che ha perseguito con scaltrezza di un attore la sua personale rivincita sul mondo accademico”. (La Repubblica, 28/03/1998)

L’intera vicenda assume connotati diversi rispetto a quelle dei guaritori via web, perché è arrivata all’attenzione nazionale ed è stata sperimentata pubblicamente con finanziamenti statali ed in un’epoca nella quale internet non aveva praticamente voce.

Il caso poi fu di rilevanza nazionale e si esposero (a favore della cura) anche personalità di un certo rilievo. Fu anche la prima volta nella quale parte dell’opinione pubblica si schierò contro gli scienziati che continuavano a ripetere che la cura non aveva nessuna possibilità di essere efficace. Improperi, insulti e minacce erano indirizzati continuamente nei confronti degli oncologi e degli accademici che cercavano di calmare un’opinione pubblica che sembrava ormai delirante.

Quanto successo significa anche che non è ammissibile la sperimentazione nazionale finanziata da tutti noi di una teoria indimostrata e senza evidenze, se non scientifiche (che comunque sarebbero fondamentali), almeno cliniche (un congruo numero di persone davvero guarite con la terapia “alternativa”). Qualsiasi sperimentazione di un metodo non scientifico, infatti, sarà inevitabilmente contestata in eterno da chi quella cura l’ha ideata, si troveranno centinaia di difetti nella sperimentazione, soprattutto a risultati pubblicati (e negativi). Non esiste la sperimentazione perfetta, o comunque è difficilissima da realizzare, soprattutto quando riguarda malattie gravi dove entrano in gioco anche l’etica, la pietà umana e la legge.

L’esperienza fallimentare di Di Bella dovrebbe quindi servire proprio a dimostrare che sperimentare qualsiasi idea con soldi pubblici è un delitto scientifico, sociale ed etico (oltre che economico): sono migliaia le cure alternative esistenti al mondo e tutte dicono di essere infallibili ed efficaci. Tutte però si scontrano con lo scoglio della dimostrazione scientifica, ed è un bene che sia così. Alla fine la cosiddetta cura Di Bella non ha mostrato (ammetto con mia sorpresa) nè più attendibilità nè più evidenze delle varie cure alternative che ho analizzato in questi anni. C’è un altro punto che sottolineo e che ribadisco ogni volta che compare l’ennesimo “genio incompreso” che ha trovato la cura “efficace” per una grave malattia: perchè affermare che il mondo nasconde una cura che sarebbe utile al mondo stesso? Che bisogno ci sarebbe di giochi di parole, casi “dubbi”, finte guarigioni, se si ha ragione? Perchè gridare al complotto quando basterebbe mostrare dei fatti chiari ed inequivocabili per dimostrare di avere scoperto qualcosa che funziona? Perchè assumere atteggiamenti discutibili ed antiscientifici e poi lamentarsi che la scienza non ascolta?
Dichiararsi “a favore della scienza” e poi partecipare ad un convegno di ufologi per presentare una cura medica non depone certo a favore di chi lo fa. Perchè dissociarsi da un mondo (quello universitario ed accademico) del quale Luigi Di Bella era parte integrante (professore universitario di fisiologia) e lo è stato fino alla fine?
E perchè quindi lamentarsi di un fantomatico complotto e lanciarsi nelle braccia di venditori di fantascienza?
La spiegazione potrebbe essere la più semplice e la lascio a voi.

Di Bella inoltre vìola il codice deontologico dei medici (l’articolo 13) che recita:

Sono vietate l’adozione e la diffusione di terapie e di presidi diagnostici non provati scientificamente o non supportati da adeguata sperimentazione e documentazione clinico-scientifica, nonché di terapie segrete. In nessun caso il medico dovrà accedere a richieste del paziente in contrasto con i principi di scienza e coscienza allo scopo di compiacerlo, sottraendolo alle sperimentate ed efficaci cure disponibili.

L’unico che è fuori dalle regole in tutta la vicenda quindi è proprio Di Bella che non rispetta alcun criterio tra quelli necessari al buon progresso della scienza.

Quando

Quando un individuo pensa di aver trovato un rimedio per la salute prima di tutto deve confermare la sua idea in maniera indipendente, sperimentandola come meglio preferisce ma con criteri precisi e ripetibili: solo allora, e se si avranno risultati significativamente positivi, si potrà passare ad una sperimentazione più vasta ed al limite finanziata dal pubblico. Pensiamo poi ai giornalisti che urlavano al miracolo ed al boicottaggio, ai politici che hanno cavalcato la vicenda alla famelica ricerca di voti facili, a tutti quei malati che vedevano accendersi la speranza (molti dei quali hanno abbandonato le cure standard per affidarsi al MDB), ai loro famigliari incantati dalle sirene del miracolo. Pensiamo ai titoli dei telegiornali ed alle manifestazioni di piazza, alle urla ed alle accuse. Ai libri che si affrettavano ad uscire durante il periodo di maggiore clamore. Pensiamo a tutto questo ed a quante speranze sono state spezzate. Ricordiamoci delle persone che hanno preso parte volontariamente alla sperimentazione. Cavie umane per una pratica senza prove, riflettiamo soprattutto su questo. Quanti di noi lo farebbero?
Pensiamo a chi si è aggrappato a questa illusione ed ha perso la sua battaglia e pensiamo a chi lo fa ancora oggi, credendo ad un’illusione che tale resterà.

Infine due righe di parere personale, lo devo per dovere professionale e perchè mi è stato chiesto (soprattutto in questi giorni):

La mia impressione è che il prof. Di Bella si sia intestardito (probabilmente in buona fede) sulla sua idea andando oltre quello che è il metodo scientifico, in questo modo è scivolato, come capita spesso, in un terreno pericoloso e criticabile: le cure alternative senza efficacia. Molti sono quelli che ne hanno approfittato (non in buonafede, stavolta) per fini personali. Infine gli atteggiamenti dell’odierno gruppo Di Bella sono assolutamente fuori dai canoni scientifici e medici (ed anche del buon senso) non hanno alcuna attendibilità scientifica e come collega diffido dal loro operato in maniera profonda.

Se dovessi dare un consiglio ad una persona cara che mi chiedesse un parere sul MDB glielo sconsiglierei vivamente considerandolo un metodo alternativo pseudoscientifico ed assolutamente inattendibile. Non ho avuto nessun elemento che mi abbia convinto di dover dare una possibilità a questa “cura”, troppe approssimazioni e forzature, certezze mai confermate, non ho mai letto di un caso che mi abbia fatto pensare a qualche effetto evidente e limpido di questa “cura”. Sono arrivato ad una conclusione che non avrei immaginato, il MDB alla luce dei fatti non ha alcuna differenza con le varie cure alternative che ho analizzato in questi anni, tra questo metodo ed un Bonifacio, un Hamer ed un Simoncini vi sono davvero pochissime differenze, una delle quali è la sperimentazione ufficiale (con risultati negativi) e pubblica che per le altre cure non è mai (giustamente) avvenuta. La vittoria dell’ignoranza sulla scienza, della speranza sulla ragione, questo è stato il “caso Di Bella”. Sottoscrivo quindi in pieno l’opinione della comunità scientifica e medica internazionale sul cosiddetto metodo Di Bella: non è curativo.

Spero di aver tracciato un buon ritratto di tutta la vicenda e credo che ognuno di noi a questo punto abbia la possibilità di fare una scelta tra un metodo mai provato e che continua a non curare nessuno e la medicina che con tutti i suoi limiti raccoglie qualche successo e riesce in qualche miracolo.

A chi sta male ed è confuso dico che è normale esserlo e spero che si abbia il coraggio di sollevarsi e sollevare il velo di paura che ci fa perdere di vista la realtà: bisogna affidarsi a metodi provati, non ad illusioni, piacevoli, dolci ma inutili. Attenzione anche a chi cerca di trascinarvi con le parole nel baratro delle speranze infrante.

 

Chiudo questa inchiesta con l’augurio che simili cose non debbano più ripetersi e con la speranza che la gente non si fidi delle voci da cortile o delle notizie apparse sul giornale e sui media per argomenti così delicati ma si affidi alla scienza perché è interesse di tutti. Uno scienziato geniale che scoprisse davvero un rimedio rivoluzionario avrebbe tutto l’interesse a sperimentare, affidare i suoi risultati alla scienza e diffondere le sue statistiche. Ha la ragione e l’onestà dalla sua parte.

Non so se riprenderò l’argomento Di Bella in futuro, ma sicuramente oggi ho chiuso un debito con la mia coscienza che avevo in passato. Il mio invito a documentarsi ed approfondire ogni argomento l’ho usato per me, l’ho condiviso ed ho raggiunto le mie conclusioni. Non ho alcuna intenzione di definire il mio giudizio una sentenza: resta un giudizio personale come tutti quelli che fornisco tramite questo blog, a chi mi ha seguito l’onere di scegliere.
Del “metodo Di Bella”, in Italia restano i figli che continuano a vendere la cura a decine di persone senza alcun riscontro clinico né scientifico e promettendo risultati che in realtà non esistono, non dimostrano e nessuno ha mai riscontrato all’infuori della cerchia del gruppo modenese, questo in Italia, nel resto del mondo più nulla. Una discreta carriera universitaria bruciata dalla voglia di apparire, un nome dimenticato che tornò nelle pagine dei giornali internazionali solo alla sua morte, per il Los Angeles Times, Di Bella fu l’inventore della “cura ciarlatanesca per il cancro“.

Spero quindi che chi legge si sia fatto un’idea sul caso Di Bella e che di questa storia se ne parli come merita e non come spesso accade come l’ennesimo “mistero all’italiana“, visto che, dati alla mano, di misterioso c’è ben poco.

 

Bibliografia e riferimenti.

 

  • http://www.metododibella.org
  • 2010 – Fondazione “Giuseppe Di Bella” – Documentazioni Cliniche
  • Giuseppe Di Bella: Relazione Congresso SIO Torino 2008
  • CTU per la Pretura Circondariale di Lecce (Sezione distaccata di Maglie).
  • Neuro Endocrinol Lett. 2009;30(4):437-49.
  • Neuro Endocrinol Lett. 2009;30(3):312-21.
  • Neuro Endocrinol Lett. 2008 Dec 29;29(6).
  • Neuro Endocrinol Lett. 2012 May 27;33(3):247-248.
  • E. Altomare: Medicine & Miracoli (Avverbi edizioni)
  • Cancer Biother Radiopharm. 2001 Apr;16(2):171-7.
  • The National Cancer Institute of Canada Clinical Trials Group, J Natl Cancer Inst. 1994 Feb 16; 86(4): 306-9.
  • Risultati sperimentazione clinica e studio osservazionale del MDB, Istituto superiore di sanità.

Adesso potete decidere da soli.