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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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La morte di Maria Argiroffi: ritorno a Fulù

La morte di Maria Argiroffi: ritorno a Fulù

Pochi giorni dopo la donazione alla Città di Palmi dell’imponente biblioteca, dei quadri e delle collezioni d’arte del Senatore

 

di LUIGI MAMONE

La morte di Maria Argiroffi: ritorno a Fulù

Pochi giorni dopo la donazione alla Città di Palmi dell’imponente biblioteca, dei quadri e delle collezioni d’arte del Senatore

 

di Luigi Mamone

 

Il mondo della cultura è in lutto. Il 21 gennaio, pochi giorni dopo aver donato la ricchissima biblioteca e tutte le opere d’arte del fratello Emilio, alla Città di Palmi, che le custodirà e manterrà vivo il ricordo del Poeta, dello scrittore, dell’artista e di quanto altro seppe essere Argiroffi, Maria Argiroffi Raber, l’amata sorella che in questi ultimi 12 anni con una forza e una sagacia straordinarie, espressione di un amore sconfinato verso la memoria del fratello, ne aveva saputo tenere vivo il ricordo, è tornata – in silenzio – con discrezione – come sua abitudine, per dirla come avrebbe detto Emilio Argiroffi, a Fulù, per ricongiungersi al fratello e alla madre, per ritrovare ” l’ombra di Don Giovannino / Il tenero, il saggio /nel mistero dell’ombre /che non venne compreso da alcuno. Taurianova nella sua sonnolenta agonìa che ricorda la Macondo dei “Cent’anni di Solitudine” di Garcia Marquez forse non ha saputo della sua morte. Oppure è rimasta indifferente, in un giorno di gennaio segnato , ancora con i versi immortali dell’Epicedio, dallo scirocco che s’è levato aspro mentre faceva buio e fra gli olivi piovigginava con fulmini improvvisi. Maria Argiroffi, in questi 12 anni avevamo imparato a conoscerla e ad apprezzarla. Una donna, che nel tempo ha assunto – senza essere essa una scrittrice o una poetessa, un ruolo propulsivo nella rivisitazione della figura giganteggiante del fratello. Era amareggiata. E non lo nascondeva. Molti ambienti politici e culturali di quella Taurianova nella quale Emilio Argiroffi si era trasferito facendone la sua città sembravano aver troppo frettolosamente sepolto con l’uomo anche la sua arte, la sua poesia, il frutto di una vita fatta di amore per il bello, di studio, di collezione di libri, codici miniati, quadri e oggetti provenienti da ogni angolo del mondo. Probabilmente la Taurianova del dopo Argiroffi ha avuto paura del ricordo di una figura giganteggiante di un Uomo che più di ogni altro al di la dell’agone politico aveva saputo leggere la poesia della quotidianità agreste della Calabria del secolo scorso elevandosi ad interprete ed araldo anche degli stridenti contrasti politici e sociali, delle aspettative e delle delusioni dei calabresi di quegli anni . Un mondo piccolo, codino, che già aveva fatto cadere l’oblio su altre figure taurianovesi a loro modo culturalmente importanti e che ha continuato a ricordare Argiroffi solo per le sue scelte politiche e di vita senza capire che il mondo del Senatore , spirito liberale e illuminato, era stato diverso dalle pochezze che alle latitudini meridionali spesso la politica mostra e produce. Argiroffi aveva creato un suo mondo, fatto di arte, bellezza e perfezione introflettendo passioni e pulsioni dentro le mura della sua incredibile casa museo. Un luogo della memoria che avrebbe dovuto essere elevato a punto di riferimento e risorsa culturale per Taurianova. Ma la Taurianova degli ultimi 20 anni non ha compreso che l’Uomo Argiroffi era morto con il suo vissuto mentre viva e vitale – eterna – restava la sua arte, i suoi versi, i disegni, le matite, le acqueforti. “Non hanno avuto neanche la sensibilità di intitolare una strada a mio fratello” – disse Maria Argiroffi una delle ultime volte che ci incontrammo. Palmi, invece, con una visione culturale lungimirante, non solo custodirà il “mondo di Argiroffi” fatto di libri , opere d’arte, argenti e porcellane d’oriente. Gli intitolerà anche un salone conferenze e nel tempo darà vita ad happening culturali. Unusquisque faber fortunae suae est potremmo dire. Parafrasando Pirandello invece chiosiamo con realistico cinismo dicendo “a ciascuno il suo” . A Palmi visioni lungimiranti di centralità politica e crescita culturale ; a Taurianova, beghe politiche di bassa lega e commissariamenti per pericolo di condizionamento mafioso