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La morale ad orologeria del giornalismo e della politica calabrese

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Immanuel Kant ci insegnò che «Da un legno storto come quello di cui è fatto l’uomo, non si può costruire niente di perfettamente dritto», quindi non si può pretendere la perfezione nelle azioni degli umani. Considerando poi che nella nostra vita, ognuno di noi, ha due tipi di morale, “una che predichiamo ma non pratichiamo, e un’altra che pratichiamo ma di rado predichiamo”. Ciò vale per chi in questi anni, ha utilizzato la propria professione (di lacchè, giornalisti prezzolati ed altre professioni). Fatta questa ampia premessa, vado al nocciolo della questione. Si è votato per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria a novembre dello scorso anno, con un suffragio popolare (favorito pure, da una maggioranza uscente frammentata in mille pezzi), che ha sancito la vittoria a governatore di Oliverio. Da allora c’è una stasi imbarazzante e la normalità combacia con la stravaganza, e nessuno che sollevi una seppur timida reazione. Abbiamo un governatore monco di giunta (?) e di completezza. E questa situazione di stallo si protrae adesso da circa sette mesi (sic!). Non c’è un organo di stampa, un giornalista (primadonna e non) che sollevi il (grave) problema che questa regione sta attraversando.

Adesso facciamo qualche passo indietro. Quando a governare la regione c’era Giuseppe Scopelliti che nella sua carriera predominante di consensi ha gestito il buono ed il cattivo tempo in Calabria. Prima da sindaco (più amato) di Reggio Calabria per poi arrivare ad essere eletto con un elezione che ha umiliato l’allora governatore uscente Loiero con percentuali bulgare. Ora, mai avrei immaginato di pormi in difesa e spezzare una lancia a favore di Peppe Scopelliti, un governatore rimosso dal suo scranno, non dal popolo, non dalla politica, ma dalla magistratura.

Ai suoi tempi per chi non ha la memoria corta, si ricorda una campagna di stampa (selvaggia) ad ogni movimento seppur lieve dell’ex governatore. Un martellamento contro uno, considerato quasi un mostro di potere contro le libertà e la democrazia. Oggi, che in teoria la stampa (almeno quella libera), che dovrebbe fare altrettanto con Oliverio ed ha tanta di carne al fuoco, è sparita. Sciolta come neve al sole, come se tutto fosse tranquillo, c’è benessere in Calabria, si governa con dovizia, parsimonia e si è in una terra idilliaca. Si sta creando un ambiente alla Gargantua e Pantagruel.

Il giornalismo in Calabria è molto strano, vive di lamentele e di sfoggio da “primadonna”, e sembra che tutti siano spariti, quando invece ai tempi di Scopelliti, erano tutti dei leoni coraggiosi dotati di impavida volontà! Molti in questi anni. Hanno vissuto di antimafia, vedendo il male ove il male doveva essere inventato per esistere e quindi comunicarlo. Però non si accorgono che, oggi, in Calabria, chi la governa sta rendendo ridicola questa terra davanti al paese, a partire dalle cosiddette primarie per il candidato a governatore, vinte (?) da Oliverio contro l’attuale sindaco di Pizzo Gianluca Callipo. E per finire al fatto che è una regione isolata dal resto d’Italia, come se a Roma, al governo centrale, ignorano finanche l’esistenza di questa Regione. Eppure il premier è del Partito Democratico (che è pure il segretario), così come l’attuale governatore della Calabria, cosa c’è che non va? A primo acchito c’è tanto che non quadra, però vi prego state zitti, non ditelo a nessuno, loro, potrebbero svegliarsi di colpo ed i “cerchi” comportano una gran fatica per farli quadrare!

Da osservatore di tutta questa bella interpretazione scenografica, mi viene da pensare che, prima di parlare di morale occorre innanzitutto menzionare lo stomaco. Perché come disse Brecht, “Prima viene lo stomaco, poi viene la morale”.