La libertà di stampa in Calabria! Di Vincenzo Speziali
La libertà di stampa in Calabria!
La Calabria è una terra molto, ma molto strana, ovvero il luogo degli specchi, in cui una realtà viene deformata, oppure chi è equivoco o equivoca, attraverso -non certo ‘arsenico e vecchi merletti’, bensì con finto ‘perbenismo e altezzosità paccottigliosa’- si fanno passare per quel che non sono, cioè persone dabbene e come nel caso di specie di cui scriverò ora, quali giornalisti indipendenti, indomiti e adamantini.
A questo modo di fare, non ci casco affatto e per nulla, difatti sto compilando un esposto non solo al Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti e al Disciplinare, ma lo farò non solo in Calabria (sarebbe troppo facile e l’esito, sfortunatamente scontato!), ma anche e soprattutto a Roma, cosicché una posticciata e platinata arrogantella (age`, molto age`, per non dire in ‘menopausa’) si ritroverà a spiegare tante e tante ma tante sue ‘equivocita`’, professionali e gestionali, da farle diventare la sua chioma -di per sé già poco credibile!- uno spelacchio degno della nostra realtà cogente, la quale segna l’A.D. 2023.
In più, siccome quando perdo la pazienza, mi ricordo o di Francesco Cossiga o di Giulio Andreotti, ‘avviso i suddetti naviganti’, che inizierò a breve a raccogliere lecite e legalissime informazioni pubbliche, per capire come e perché arrivano delle sponsorizzazioni a questo (ipotetico?) giornaletto on line (la signora, ne sarebbe a capo e la definisco signora, poiché è di sesso femminile, benché le sue fattezze fisiche siamo paragonabili ad un suppellettile sanitario per l’igiene intima, al pari di come il suo predecessore era un riconosciuto ricattatore, prezzolato, equivoco, obeso, laido, unto e bisunto, aduso a vari corroboranti) dicevo, ordunque, alfine di capire come e perché, gente ed enti, continuano una serie di ‘rimesse sponsorizzati’, sarebbe d’uopo verificare se il tutto sia il risultato di qualche ‘loscaggine’ (poco importa se reale o millantata), da questa reietta (indefinita!?) della ‘parainformazione’.
E già perché non sempre le cose tornano, così come non si può tollerare la sistematicità di chi artatamente censura, taglia, blocca, le notizie e i comunicati (oltre che la gente a lei non ‘assonante’), Quai fossimo in preda al delirio brezneviano della Pravda.
Ecco quindi cosa significa, avere coraggio, cioè essere me, il quale se ne sbatte delle fumisterie che tal costei (ove mai esistesse) potrebbe indirizzarmi, poiché se solo lo facesse replicherei da par mio con ancora più lecita ‘perfidia dc’ (fortunatamente sempiterna), la quale serve per essere al servizio di tutti i cittadini, non di una invasata ‘sacerdotessa alla testa di una setta’, che si spaccia per giornalista ed è invece, non solo una giornalaia, bensì una povera poveretta e poveraccia.
Vincenzo Speziali