La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 02, Giu 2012
“L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa” a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
“L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”
a cura di Giuseppe Larosa
«Mentre si è perso il conto delle pallottole (…)». Questa frase letta su un giornale regionale (Calabria Ora), in merito alle continue e drammatiche intimidazioni che stanno interessando la città di Taurianova, mi ha particolarmente colpito, tantè che mi sono andato subito ad informare in merito per dare un ragguaglio (di servizio) al giornalista autore del pezzo, D.M., il tutto per cercare (più o meno) con l’umile presunzione di dare un servizio utile all’informazione. Le pallottole sono otto (quattro al consigliere Giuseppe Rigoli la prima volta; due pallottole la seconda e due all’ex sindaco Rocco Biasi). Quindi, il conteggio, forse, con qualche approssimazione di sorta dovrebbe essere quello descritto.
Taurianova sta vivendo un momento delicato che detta in termini attuali utilizzando una metafora, vive il suo “terremoto” tra problemi amministrativi atavici, tra condizioni di precaria situazione di economia per le casse vuote dichiarate dal sindaco Romeo, ma soprattutto vive in un contesto di precaria democrazia della libertà e del vivere civilmente. In altri termini vive nella paura. Quella che non ti fa stare tranquillo nemmeno a casa tua, perché potresti imbatterti in qualche delinquente che invade i tuoi affetti rubandoti dentro casa o magari ti viene incendiata una macchina durante la notte. E questi atti vandalici si ripetono adesso da moltissimo tempo e purtroppo non smettono di cessare. In una città dove dal punto di vista delle forze di sicurezza è in teoria “coperta” su tutti i fronti tra Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza.
Una paura come quella che descriveva Saul Bellow che «governa il genere umano. Il suo è il più vasto dei domini. Ti fa sbiancare come una candela. Ti spacca gli occhi in due. Non c’è nulla nel creato più abbondante della paura. Come forza modellatrice è seconda solo alla natura stessa».
Purtroppo la questione da sollevare è molto complessa e occorre descrivere i fatti con una cognizione di responsabilità che va al di fuori della spettacolarizzazione dell’evento o degli eventi stessi.
In questi casi occorre dare una risposta ferma e decisa stando tutti uniti, politica ed istituzioni, stare divisi è consegnare la vittoria in mano a chi ha interesse di divulgare ed attuare questa “strategia” che non è della tensione ma della paura.
Una città che ha subito molte mortificazioni e ne continua a subire, ci sono stati ben due scioglimenti per infiltrazioni mafiose, diversi attentati a politici ed amministratori oltre alla triste vicende della cosiddetta microcriminalità che vista con un’ottica bel più ampia tanto “micra” non è. Ed allora dove vogliamo arrivare e cosa vogliamo fare per dare un contributo affinché tutto questo abbia una fine? Iniziamo magari con un consiglio comunale aperto ove confluire tutte le forze politiche, le forze di sicurezza, le associazione e la chiesa, dando così un segnale forte ed incisivo insieme ad una risposta netta e senza dietrologie o parate di circostanza. Associamo tutto questo anche ai poteri che una legge dello Stato confluisce al sindaco di operare insieme alle forze di sicurezza per eventuali condizioni di violazioni delle leggi.
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