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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 08 DICEMBRE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

| Il 20, Feb 2012

Ha ancora un senso togliere la libertà alle persone? “Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni”

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Ha ancora un senso togliere la libertà alle persone? “Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni”

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

Ha ancora un senso togliere la libertà alle persone? Il sovraffollamento delle carceri italiane che provoca ogni settimana un suicidio è un dato di una civiltà moderna o ci troviamo in un contesto medievale?

Nel giro di pochi giorni sono morti tre detenuti in tre carceri italiane diversi. Una “strage” causata dalle precarie condizioni che hanno le prigioni. Il tutto accade nell’indifferenza assoluta di una certa stampa, impegnata solo a elogiare chi mette in carcere (anche se in maniera preventiva) esseri umani e non mostri da sbattere in prima pagina. Come se una volta che il “dado è tratto” e questi sono posti in primo piano con tanto di filippica giornalistica, dopo come di incanto ci si dimentica anche della loro stessa esistenza. Questi drammi stanno a significare che c’è una vera e propria emergenza carceri italiane. Molte battaglie sono state fatte negli anni passati, in primis i radicali di Pannella e di seguito molte altre associazioni di tutela per la vita dei detenuti che vivono in una triste e misera condizione di precarietà umana e ambientale. A questo punto dovrebbe essere inevitabile aprire un dibattito sul concetto fattivo di “amnistia”, applicandola alla sua funzionalità in rapporto ai tanti procedimenti giudiziari irrisolti in questo Paese. Aprendo così un dibattito che invade molte discussioni, dibattiti pubblici ed è la cosiddetta “certezza della pena”, quella che in Italia è insieme alla condizione carceraria precaria.

L’unica cosa “certa” è stata la morte di tre persone decedute per cause svariate, come a Roma un trentenne per qualche grammo di droga è stato sbattuto a Regina Coeli e morto nella notte; così come certa è stata la morte per un altro essere umano nel carcere di Campobasso, ed infine, per un’altra vita umana morta molto probabilmente come le prime, dal freddo o per qualche infarto, a Bologna.

Come ha scritto il direttore Piero Sansonetti che “La politica non vuole l’amnistia, perché sa che le costerebbe troppo in termini di consenso. E comunque è difficilissimo approvarla perché, per via di una decisione folle presa ai tempi di Tangentopoli, oggi l’amnistia può essere approvata solo con una maggioranza dei due terzi del Parlamento. Maggioranza praticamente irraggiungibile”. E va a considerare anche quello che diceva Victor Hugo per quanto riguarda la libertà dal carcere che «La liberazione non è la libertà; si esce dal carcere, ma non dalla condanna».

Al contrario di quanto si sta dibattendo, quello che l’indirizzo politico sta attuando in tutti questi anni è la costruzione di altri istituti di pena, altro cemento armato da impiegare, altri arricchimenti di imprese ed altre speculazioni edilizie su territori che molto probabilmente non vedrebbero di buon occhio la costruzione di un carcere. Quando invece basterebbe ridurre il numero dei carcerati, come quelli in attesa di giudizio, quelli con la carcerazione preventiva per piccoli reati così come anche le condanne che possono essere espiate in un regime rieducativi fuori dal carcere per far sì che ci sia l’introduzione del reo nella società civile in un suo possibile reinserimento sociale. Ma la politica a tutto questo resta indifferente e non muove un dito, nonostante i drammi negli ultimi si susseguono a dismisura.

Quello che mi chiedo, oggi alle soglie del terzo millennio per certi tipi reati, provocatoriamente ha un senso “togliere” la libertà alle persone? Se poi questi in regime carcerario vanno a finire dentro una condizione di sovraffollamento di tipo medievale. Negli ultimi dieci anni oltre ai quasi 600 suicidi in carcere ci sono stati oltre 1100 morti. È tollerabile accettare ancora questa condizione? Perché non si cerchi una soluzione che possa fare in modo che il nostro Paese dia esempio di rispetto dell’uomo in quanto tale anche se dietro a delle sbarre? Sarebbe un primo passo verso una nuova civiltà moderna.

lalanternadidiogene@approdonews.it