La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 15, Feb 2012
Il sindaco ed i suoi cavalli. “La violenza è un metodo di lotta inferiore, brutale, illusorio soprattutto, figlio di debolezza, fonte di debolezza, malgrado, anzi in ragione dei suoi effimeri trionfi”
La lanterna di Diogene
Il sindaco ed i suoi cavalli. “La violenza è un metodo di lotta inferiore, brutale, illusorio soprattutto, figlio di debolezza, fonte di debolezza, malgrado, anzi in ragione dei suoi effimeri trionfi”
A cura di Giuseppe Larosa
Cos’è che rende un territorio fragile nei confronti della violenza criminale? È stato un interrogativo che in molti contesti diversi sociologi e uomini di cultura si sono sempre chiesti. Alcuni tra i grandi filosofi come Benedetto Croce asserivano che «La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna ma soltanto distruttrice», ed è quello che ha creato, stavolta ai danni di un primo cittadino, Domenico Romeo sindaco di Taurianova, colpendolo nel cuore dei propri affetti per l’ennesima volta, uccidendo brutalmente un altro cavallo, il secondo, con un ordigno ad alto potenziale (mentre il primo, nel 2009, era stato ammazzato a colpi di fucile).
Sono segnali forti che lasciano aprire spiragli enorme preoccupazione tra la gente, che minano alla sicurezza ed alla tranquillità di una città che vittima di gravi episodi, macchiati dal sangue negli anni passati e colpita anche nelle istituzioni politiche ed amministrative con ben due scioglimenti per infiltrazione mafiosa dei consigli comunali.
Mentre veniva colpito il sindaco Romeo a diversi chilometri di distanza 43 sindaci erano riuniti in audizione nella commissione regionale antimafia. Amministratori colpiti dalla criminalità mafiosa, dalla violenza del sopraffare e della vigliaccheria, sì proprio vigliaccheria perché chi agisce così senza guardarti in faccia ma con l’arma della minaccia, della sopraffazione, della cultura violenta della forza utilizzata a fare del male, quella si chiama vigliaccheria e non ha giustificazioni né provenienza culturale.
Quando alti magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino asserivano che per lungo tempo c’è stata una netta confusione tra la mafia e la mentalità mafiosa; ed intendendo la mafia come organizzazione illegale e la mafia come semplice modo di essere. C’è stato un errore storico perché si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale (sic!).
E dov’è che inizia il percorso alla civilizzazione di una società? Quale la condizione fondamentale di un progetto che raccoglie tutte le forze sane di una società in maniera tale che percorrano la stessa direzione, quella della legalità e soprattutto della tolleranza. La tolleranza è un qualcosa di fondamentale in una comunità democratica, quella che aiuta a sopportarci meglio, a sopportare le idee che ognuno di noi esprime senza sconfinare nella violenza sia verbale che fisica perché se tale fosse, ecco come si suol definire mentalità mafiosa. Ed in che cosa consiste aprioristicamente una società civilizzata per quanto riguarda i propri comportamenti Essa consiste proprio nel ridurre la violenza. Ed è una funzione fondamentale per la civilizzazione, così come anche lo scopo dei nostri tentativi di migliorare il livello di civiltà delle nostre società. A Taurianova questo traguardo è ancora molto lungo e la colpa è anche nostra, quelli che in un certo qual modo vengono definiti “società civile”, termine aberrante e malizioso. Perché il resto cos’è (o cosa siamo) una società “incivile”?
Tornando al gesto violento ai danni del sindaco Romeo, ci troviamo sempre più in fondo al baratro e l’incapacità di rialzarci come comunità, è sempre più difficoltosa. In queste ore si susseguiranno attestati di solidarietà, di stima, di coraggio e tante altre “baggianate” mentre i riflettori saranno accesi, ma appena si spegnerà anche l’ultimo spiraglio di “quest’opera criminale”, rientrerà tra di noi l’oblio, il senso del dimenticare e del criticare. Mentre qualcuno si chiederà, per le vie della città, come mai proprio a Romeo capitano tutte queste cose, senza poi aver il coraggio di ammetterlo pubblicamente, nella città ci sarà il consueto chiacchiericcio di facciata e di “comarelli” in cerca di d’autore…..
Altri faranno sempre la solita solfa che Taurianova non è mafiosa, che è fatta per la stragrande maggioranza di persone perbene, giusto e sacrosanto. Ma Taurianova è anche questo (ed anche altro se dobbiamo dirla tutta). Leggendo delle note stampa di solidarietà (alcuni molto banali), si denota un senso di “formalità” del caso, nulla di esponenziale né di esposto a tali contesti, così non va bene. Io spero che altrettanti comunicati stampa di altrettanti partiti ripercorrono anche la coerenza che avevano descritto in altre occasioni nei confronti del sindaco Romeo e della sua maggioranza, ecco quelli saranno più di tutti da apprezzare perché anche le falsità e le formalità di rito fanno parte della cultura criminale di una società che vorrebbe divenire sana e respirare aria pulita.
Molte volte la nostra vita è quasi simile ad una grande violenza. Ci sono ombre, anche distanti dal nostro essere, che stanno sopra di noi. E di colpo la nostra anima diventa silenziosa così per questo e come per incanto tutte le cose arrivano incontro a noi come una marea.
La solidarietà sugli eventi violenti va dimostrata con i fatti, con le azioni e con i gesti (anche quelli più inconsueti).
PS. LA SOLIDARIETA’ AL SINDACO DOMENICO ROMEO E’ SINCERA, INCONDIZIONATA E SENZA NESSUNA RISERVA DA PARTE DI QUESTA RUBRICA.
lalanternadidiogene@approdonews.it