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TAURIANOVA (RC), VENERDì 19 APRILE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

La differenza di uomini e di eroi. Un ragazzo, un aggressore e le tante ipocrisie politiche, Carlo Giuliani. Un Magistrato che con la sua morte cambiò davvero questo Paese. Paolo Borsellino

La lanterna di Diogene

La differenza di uomini e di eroi. Un ragazzo, un aggressore e le tante ipocrisie politiche, Carlo Giuliani. Un Magistrato che con la sua morte cambiò davvero questo Paese. Paolo Borsellino

 

Il 19 luglio del 1992 in un pomeriggio caldo a Palermo, un’autobomba imbottita di tritolo parcheggiata in via D’Amelio uccide un eroe italiano, un magistrato, Paolo Borsellino. Vittima della violenza mafiosa. Un uomo in cui in una delle sue ultime interviste aveva detto «Guardi, io ricordo ciò che mi disse Ninni Cassarà allorché ci stavamo recando assieme sul luogo dove era stato ucciso il dottor Montana alla fine del luglio del 1985, credo. Mi disse: “Convinciamoci che siamo dei cadaveri che camminano”».

Il 20 luglio del 2001 in un analogo pomeriggio caldo ed afoso a Genova in piazza Alimonia durante il G8, un giovane con un estintore in mano che minaccia un mezzo dei carabinieri, viene ucciso da uno dei militari che sta dentro il veicolo con un colpo di pistola. Il veicolo stava nel mezzo di una grande folla di manifestanti tutt’altro che pacifici. Questi “pacifici” lanciavano di tutto inveendo contro le i mezzi delle forze dell’ordine e distruggendo tutto quello che incontravano mentre “marciavano” nelle vie della città ligure. Praticamente dei teppisti e potenziali delinquenti. Così come credo fosse anche il giovane Carlo Giuliani, che tutto era tranne che una persona di pace che manifestava in pace, visto che in ogni foto che ha fatto il giro del mondo viene immortalato con quell’estintore di colore rosso mentre sta per catapultarsi contro il mezzo dei carabinieri.

Il lettore si starà chiedendo cosa c’entra l’associazione di queste due figure così diverse e con i fatti accaduti con una differenza di quasi una decina di anni l’uno dall’altro? La riflessione nasce da alcune considerazioni lette con accenni del tutto inopportuni e fuori luogo, e la cosa che più mi ha colpito particolarmente è stata l’affermazione del neo sindaco di Milano Giuliano Pisapia che ebbe a dire a proposito di Carlo Giuliani che era “un ragazzo che sognava un futuro migliore per il nostro Paese e per il mondo, cui sentiva di appartenere e che desiderava più giusto, più libero, più democratico”. Non credo che un Paese libero e democratico accettasse persone incappucciate e violente con un estintore in mano inveendo contro le forze dell’ordine ed in quel caso contro i carabinieri.  E si sta facendo passare questo ragazzo morto per mano di un altrettanto giovane carabiniere che per “legittima difesa”, così come stabilito da diversi tribunali sia italiani che europei vedendosi arrivare questo individuo mascherato con un corpo di metallo in mano, magari preso dal panico anche del fatto che il loro automezzo era circondato da altrettanti facinorosi violenti ha sparato due colpi, di cui uno ha colpito Carlo Giuliani.

Che tutto è tranne che un eroe. Ed è proprio da qui che parte la mia riflessione sul significato di “eroe” e di chi avrebbe desiderato un Paese davvero libero e democratico senza l’oppressione della violenza mafiosa, senza la delinquenza del forte sul più debole, questo eroe (vero) è uno dei tanti veri eroi siano essi magistrati, giornalisti, sindacalisti, operai e uomini sani e genuini nonché onesti rispettosi della legge e della Costituzione Italiana. Uno tra questi cui cade l’anniversario del suo barbaro assassinio è proprio Paolo Borsellino. Mentre si rivendica con forza di accertare la verità sulla morte di Carlo Giuliani  e in che contesti sia avvenuta visto che subito dopo la sua uccisione si sono create molte ombre, prima facendo passare la morte causata da un sasso, e quindi la ricerca del fantomatico poliziotto che rincorreva un ignoto passante che avrebbe lanciato il sasso magari per nascondere il fatto che il carabiniere Mario Placanica avesse sparato, poi le indagini se la pallottola che ha colpito Giuliani fosse stata deviata da un sasso.

Diverse ipotesi intrecciati su un episodio che non scagionano Carlo Giuliani dall’essere stato un violento ed un aggressore con un corpo metallico in mano che stava “marciando” contro il mezzo militare. Invece nel caso dell’eroe Paolo Borsellino i misteri sono tanti a cominciare dalla sua morte, di chi l’ha ordinata, gli esecutori materiali, la fine della sua classica “agenda rossa” che era contenuta dentro la borsa. I misteri del cosiddetto patto “mafia-Stato” cui magari Paolo Borsellino forse sarebbe venuto a conoscenza e tanto altro che circonda questo evento con una fitta ombra di mistero. Queste le differenze sostanziali tra l’aggressore Carlo Giuliani e l’eroe Paolo Borsellino.

lalanternadidiogene@approdonews.it