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TAURIANOVA (RC), SABATO 20 APRILE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

A poche ore dal ballottaggio di Taurianova, il nostro filosofo riassume la campagna elettorale appena conclusa

La lanterna di Diogene

A poche ore dal ballottaggio di Taurianova, il nostro filosofo riassume la campagna elettorale appena conclusa

 

Il teologo Paul Tillich disse che «La vita non potrebbe continuare se non si gettasse il passato nel passato, liberando il presente dal suo peso».

Ecco arrivati all’epilogo di una campagna elettorale il cui risultato darà il nuovo (?) sindaco di Taurianova, il tempo del turno di ballottaggio ed è fatta.

Ho voluto iniziare con la frase di Tillich, che è stato un padre del rinnovamento, con il preciso intento di dare un segnale tangibile che il presente del nostro tempo non è stato liberato da nessun peso del passato. Ho cercato, tramite questa rubrica, di difendere la comunità da attacchi demagogici e di potere e così facendo porre in essere a chi ha la memoria corta, che tutti (nessuno escluso) dei politici presenti e non alla campagna elettorale, hanno contribuito, chi per un verso e chi per un altro, all’affossamento globale di una comunità, nei suoi minimi canoni di dignità e di sviluppo amministrativo ponendo in essere solamente i loro tornaconti in cima alle prerogative di questo paese. Certo sarebbe riduttivo e fuorviante sparare a zero su tutti e tutto, ma purtroppo la verità supera ogni minimo appiglio di difesa.

L’avventura elettorale è iniziata con l’argomento più scontato che poteva esserci, lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. Motivo predominante che dava modo di appigliarsi e quindi dare una svolta all’insegna della così definita “salute pubblica” e per la “discontinuità”. Organizzando incontri tra forze politiche, tutti in prima fila contro lo strapotere mafioso e del suo condizionamento, così descritto in maniera chiara nella relazione che ha provocato lo scioglimento e l’avvento del commissariamento prefettizio al comune di Taurianova. Questi si organizzavano sotto la stretta regia dell’on. Angela Napoli che a sua detta ha voluto fortemente questo tavolo, saltato poi per non precise motivazioni. Forse, a causa di alcuni nomi alla carica di sindaco (a mio avviso improponibili), saltati per languidi disaccordi: chi ne voleva uno, chi ne voleva un altro, come di solito accade in questi casi. L’epilogo? Tutti fuori come pecorelle smarrite. Alcuni non avevano nemmeno la forza e la capacità di riempire una lista, una tra tutte la stessa Fli ed a seguire l’Mpa. Il Pd (irresponsabilmente) non ha voluto partecipare alla competizione elettorale, ed infine l’Api che passa dal tavolo della “discontinuità” alla coalizione che regge il candidato a sindaco Peppe Rigoli (sic!).

Tralasciando il coraggio di Pino Ciano per essersi presentato da solo in una sorta di Davide contro Golia, c’è da evidenziare l’educazione e la serietà di uno dei candidati esclusi dal ballottaggio che è Domenico Zucco. Ha fatto il suo percorso e a differenza degli altri candidati a sindaco più quotato non è mai entrato in polemica con nessuno, tirando dritto per la propria strada. E solo per una manciata di voti non va al ballottaggio con Romeo: peccato!

Del candidato del Pdl Leva c’è poco da dire, sembra la stessa campagna elettorale di Placido Orlano quando perse contro Romeo. Sul palco viene presentata una faccia pulita, giovane ma con gli stessi argomenti dietro le quinte. Poi le solite arringhe sul fatto che loro (Biasi e Siclari) sono i migliori e gli altri una massa di incapaci e vagabondi, la spazzatura dopo Argiroffi, la sinistra ed urla a squarciagola con un diversivo, qualche nota canterina. Per il resto solo comizi fotocopia che si susseguono adesso da troppi anni. In ogni caso come ho sempre asserito sono gli unici politicamente preparati che sanno fare sempre la differenza ed inesorabilmente restano a distanza di anni gli uomini da battere in quanto avversari pericolosi.

Mimmo Romeo e Peppe Rigoli. Due uomini la stessa sorte, legati da uno stesso filo conduttore. Quello della continuità di ciò che si era lasciato e dei veleni che hanno contraddistinto la vita amministrativa di questo paese tra relazione della commissione di accesso, scioglimento del comune per condizionamento mafioso. In entrambi gli schieramenti c’è parte di quella relazione tramite i suoi componenti. Romeo il sindaco sciolto per mafia, mentre Rigoli ha nel suo interno alcuni dei personaggi citati nella relazione come altri “reduci” di quella amministrazione decaduta, perché il sindaco Romeo era stato sfiduciato da alcuni dei suoi stessi alleati e consiglieri oggi in sella con Rigoli.

Personalmente non saprei cosa dire anche perché non farei altro che aggiungere ulteriori veleni a quelli che già ci sono. C’è tanto agonismo tra i due contendenti alla poltrona di sindaco, direi anche troppo. Si è iniziato con gli insulti, i colpi bassi sin dall’inizio della campagna elettorale anzi prima, dalla presentazione delle liste. Si è concluso con querele (che reputo inopportune, sarà che non ho mai amato questo strumento giudiziario), ed ora si attendono gli esiti del voto che ha come favorito il sindaco uscente Romeo.

Il problema maggiore si porrà nel dopo, quando chi tra i due diventerà sindaco. E se avranno le capacità di amministrare un paese che è reduce da molte inattività come cattive amministrazioni e commissariamento prefettizio, mi viene difficile da capire e da immaginare quale sarà la squadra di entrambi e semmai saranno capaci di risollevare le sorti di un paese in declino. Ma questo è il futuro, intanto il presente è il voto di ballottaggio del 28 e 29 maggio prossimi.

Una data è stata stabilita ed è quella dell’insediamento, ossia il primo giugno così come comunicato dalla Commissione straordinaria, e per l’occasione si apporrà nel palazzo municipale una targa con su scritto “Qui la ‘ndrangheta non entra” (sic!). Cosa sto pensando in questo momento è facile da immaginare e l’unica cosa che mi sento di dire è che il Signore ce la mandi buona.

lalanternadidiogene@approdonews.it