La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 11, Apr 2011
Il caso Gioseta al centro delle riflessioni del nostro filosofo
La lanterna di Diogene
Il caso Gioseta al centro delle riflessioni del nostro filosofo
«Ogni potere umano è composto di tempo e di pazienza». Ed è proprio da Honoré de Balzac che inizio il mio percorso (molto tortuoso) affrontando l’oramai vecchio e tanto discusso affaire GioSeTa S.p.A., ed in questo caso il potere è quello della gestione commissariale prefettizia del comune di Taurianova che, applicando un articolo dello statuto, e precisamente l’art. 10, ossia “Risoluzione per inadempienze gravi”, hanno rescisso il contratto con la società di riscossione dei tributi voluta dall’allora amministrazione Biasi e dalla sua maggioranza nel 2003 ed operativa dal 2007 (durante il quale, in barba a tutte le leggi c’è un sindaco, lo stesso Biasi, che ricopre illegalmente il terzo mandato consecutivo alla carica di Sindaco candidandosi ugualmente alle elezioni). Nella maggioranza del 2003 facevano parte per dovere di verità e di cronaca molti esponenti che oggi gridano vittoria e che hanno altresì criticato sia quella amministrazione che la Gioseta, tra tutti alcuni esponenti di Alleanza Nazionale (ed ora FLI) della deputata Angela Napoli, presente con due assessori.
Di quella società ricordo la foto in primo piano su tutti i giornali della triade di sindaci che l’hanno fortemente voluta, il sindaco di Seminara Marafioti (finito poi in carcere), il sindaco di Gioia Tauro Dal Torrione (indagato, arrestato ed infine assolto nel processo cosiddetto “Cent’anni di storia”) ed il sindaco di Taurianova Biasi.
Restano ancora molti dubbi e diverse perplessità sulla necessità di costituire una Spa pubblica e che i soggetti coinvolti sono amministratori che godono della loro posizione grazie al voto dei cittadini, e nonostante ci fosse un ufficio, quello dei tributi, a Taurianova che funzionava bene. Come restano molti dubbi anche sui criteri di assunzione del personale senza bando ad evidenza pubblica, nonostante fosse una società nella maggior parte con capitale pubblico. E su questo nell’atto di indirizzo n. 45 del 31 marzo 2011 i commissari prefettizi di Taurianova lo hanno scritto a chiare lettere ed evidenziandolo dietro un parere della responsabile dell’area economico finanziaria nelle frasi in cui si dice che “…numerosi cittadini annualmente si rivolgono allo sportello della società per avere assistenza e chiarimenti e non ricevono idonea risposta. Tutto ciò molto probabilmente è dovuto alla scarsa preparazione del personale addetto allo sportello (…)”.
Il discorso sulla non convenienza della Gioseta lo aveva sollevato prima di tutti l’allora commissario prefettizio Luisa Latella in un atto di indirizzo datato 16 maggio 2007, esprimendo forti perplessità in quanto «appare necessaria una riflessione sull’utilità della partecipazione del comune alla Società di che trattasi in relazione ai costi di gestione della stessa (…) alle modalità di svolgimento del servizio, alle garanzie per l’ente ed alla possibilità di controlli sull’attività gestionale». Da considerare che all’epoca si era parlato che tale operazione fosse stata eseguita per «liberare i cittadini dalla vessazione dell’Etr», quest’ultima curava esclusivamente la riscossione della tassa sui rifiuti che era del «3,58% e non del 12%», come è stato detto. Dallo stralcio del contratto della società Gioseta risultava che l’aggio si aggira al 6% solo per la “gestione ordinaria” e ad esso vanno aggiunti «l’1% per i solleciti, l’8% per le riscossione coattive, un altro 8% per la gestione patrimoniale e finanziaria del patrimonio del Comune oltre alle varie spese fisse per le varie procedure». Ed infine anche il giornalista de Il Sole 24 Ore Roberto Galullo il 15 febbraio 2008 scrisse «che la magistratura sta studiando l’operato della Gioseta», visto il dominio della ‘ndrangheta nella Piana. E che, scrive ancora Galullo, «la Gioseta avrebbe alle sue dipendenze, secondo gli inquirenti, con tutti i condizionali, persone vicine alla cosche di Gioia Tauro». Quindi, un tema particolarmente caldo e predominante caduta sotto i riflettori nazionali.
Ed è proprio nella primavera del 2008 che si svolgono le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale che sanciscono la vittoria di Domenico Romeo (il sindaco del cambiamento dopo dieci ininterrotti a guida Biasi) e cosa cambia per la Gioseta? Praticamente nulla.
Appena insediato viene sfiduciato l’attuale presidente nella persona di Alfredo Giovinazzo e viene sostituita con Maria Concetta Polifrone, per il resto, tutto prosegue con ordinarietà fino all’avvento dei Commissari prefettizi che dopo quasi 18 mesi trovano il cavillo per rescindere un contratto capestro che aveva legato Taurianova alla Gioseta. E da ciò che si evince dall’atto sembra che anche gli altri due comuni hanno intenzione di uscirne fuori, “nei modi che saranno ritenuti più opportuni”.
Eppure, qualcuno si chiede, ma visto che tanto era criticata e in diverse occasioni si era anche detto che c’erano delle inadempienze, come mai si è fatto passare tutto questo tempo? L’art. 10 che parlava di “inadempienze gravi” c’era già nel contratto di origine. Ed ecco che a tal proposito mi viene in mente, e questo vale per il futuro anche in vista delle prossime elezioni amministrative che si terranno a maggio prossimo, una frase di Poe tratta da una famosa citazione del prof. Catrame: «Non credete a nulla di quanto sentito dire e non credete che alla metà di ciò che vedete». Quindi, voi (per chi legge) in questi mesi a venire ne sentirete di tutti i colori, magari prendersi i meriti di questa cosa della risoluzione del contratto, ecco, non credete ad una sola parola se essa verrà dalla politica. Perché, la politica degli amministratori ha creato questo danno e la politica degli altri amministratori non è riuscita a sanarlo. Tranne qualche timida raccolta di firme che si sa è uno strumento lecito in una democrazia, ma le leggi ed il diritto sono altra cosa, in quanto esse e solo esse, hanno il potere di agire direttamente. Ed anche se personalmente non sono mai stato d’accordo sul commissariamento ed affini, perché credo nelle azioni politiche democratiche e di partecipazione collettiva e sovrana, devo dare atto che i commissari (e solo loro), hanno dato una ventata di innovazione e risolto un grave problema che nessun altro era riuscito a risolvere. Ripeto. Nessuno.
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