La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 30, Mar 2011
Diogene abbandona la veste di “lanterna” ed indossa quella di “cinico” per esprimere la propria indignazione riguardo alcuni episodi che si sono verificati contro la nostra redazione
La lanterna di Diogene
Diogene abbandona la veste di “lanterna” ed indossa quella di “cinico” per esprimere la propria indignazione riguardo alcuni episodi che si sono verificati contro la nostra redazione
Ripeto per chi non lo avesse capito: Io voglio bene a Taurianova. Io adoro Taurianova.
«Durante un banchetto gli gettarono degli ossi, come a un cane. Diogene, andandosene, pisciò loro addosso, come un cane», così scrisse Diogene Laerzio nella sua “Vita dei filosofi” parlando del suo omonimo Diogene da Sinope (padrone della mia lanterna). Ed è così che inizio questa mia tappa contro le arroganze, gli abusi e le prepotenze dei vari “volti noti” che la signorilità stenta a far parte del loro animo.
Dopo tante genuflessioni nei confronti del potente di turno, mi accingo come cinico e non come “Lanterna” a prendere posizione in merito ad una spiacevole questione che ha invaso una redazione giornalistica. E lo faccio perché sono stufo dei tanti “lei non sa chi sono io”.
I vari “lei non sa chi sono io” sono le peggiori forme della democrazia e della libertà nonché fautori anticostituzionali.
Ho paura delle persone che inducono la altrui orgogliosità solo perché si è famosi da “Trapani a Mazara del Vallo” (?). E meno male che siamo così circoscritti, altrimenti avremmo anticipato di più di un anno la fine del mondo, così come detto dal popolo Maya nel 2012.
Voglio innanzitutto premettere due cose, la prima riguarda le donne e mi rifaccio al mio amico Diderot quando disse che «Quando si scrive delle donne, bisogna intingere la penna nell’arcobaleno», dedicato a chi non si sa comportare con una donna, specie quando le si inveisce ingiustamente contro e per giunta all’interno di una redazione giornalistica.
La seconda premessa è quella in cui mi rifaccio all’art. 21 della Costituzione Italiana che recita così : «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure (..)». Ergo. È un diritto anche del “famoso trapanese”.
Potrei anche essere un pezzente, un mendicante o meglio un poveraccio, ma il rispetto per la donna è parte integrante della mia signorilità e del mio rispetto per tutte le donne. Potrei anche difendere uno spaccato debole della società quali sono i minori, ma nulla mi impedisce di avere rispetto per una donna e di rivolgermi con garbo ed educazione. Pessima cosa e brutto esempio. Specie per i “volti noti”, quelli che si autocelebrano da soli. Quelli che con un’apparizione televisiva possono permettersi di dire quello che vogliono disprezzando anche le più minime basi del buon comportamento, insieme all’educazione che dovrebbe essere la prima regola fondamentale di ognuno di noi. Lasciando perdere minacce, querele e altre bagattelle (non quelle di Céline “…per un massacro”), che non fanno parte della nostra cultura di uomini liberi e rispettosi della Costituzione. Siamo uomini di penna e non di aule giudiziarie. Signori si nasce…diceva il grande Totò.
Questa rubrica, si prende le responsabilità di ciò che scrive, così come si è constatata che lo stesso direttore di questo sito si prende le sue responsabilità di quello che ha scritto, e che il sottoscritto in parte (ma in gran parte) dissente.
Vorrei evidenziare che tutti i candidati a sindaco della città di Taurianova potrebbero essere prestigiosi e la cosa poco importa, quello che è importante è una cosa sola: tutti hanno pari dignità e pari orgoglio come qualsiasi altro volto “noto”.
Ps. Desidero precisare che io sono padrone del mio sapere come sono anche padrone del mio ignorare. Posso essere padrone della mia ignoranza? O se uno è ignorate è soggetto a querele? Io conosco solo l’Osservatorio astronomico e l’Osservatorio sui Lavori Pubblici, altri “Osservatori” non li conosco. È un reato soggetto a querele?
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