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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

Gay e….intoccabili?

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Gay e….intoccabili?

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

In Italia è vietato esprimere opinioni, giudizi ed avere una libertà di espressione secondo i propri principi e l’educazione che gli è stata trasmessa dentro l’ambito familiare. Anche se tale condizione sia ampiamente regolata dalla Costituzione. Ma quando si tratta di gay o omosessuali, chiamateli come volete, si innesca un meccanismo pericoloso di intoccabilità. Analogamente, tale meccanismo scatta anche quando si osa criticare quando parlano gli uomini di chiesa e si criticano le loro espressioni. Alcune volte, dalle cronache della stampa nazionale, si apprende che ci sono episodi di un binomio “sacerdote-gay”, ed in quei casi cosa si fa? Come prima cosa la scomunica, come è accaduto in alcuni luoghi del Paese, uno tra tutti in Brianza, dove don Mario Bonfanti dichiara che “Sono gay: anzi sono un prete felicemente gay. Spero che in molti, ragazzi e ragazze, gay e lesbiche nascosti, oggi abbiano il coraggio di prendere in mano la propria verità e dichiararla pubblicamente”. Scomunicato! E che ci vuoi fare…..
«Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale», lo ha detto Guido Barilla. E di colpo si sono scatenate le acque, e poi i fuochi di artificio, chi ha gridato al sabotaggio, chi (oramai va di moda), ad un vero e proprio episodio di omofobia. Ma che cosa ha detto di male Barilla? Che cosa avrà mai detto di così blasfemo un uomo, un imprenditore proprietario di una grande azienda italiana che produce pasta? Che lui da imprenditore e da uomo con le sue idee, non farebbe mai uno spot con una “famiglia” di omosessuali perché, «Io rispetto tutti – precisa – facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole al matrimonio omosessuale, ma no all’adozione per una famiglia gay. Da padre di più figli credo sia molto complesso tirare su dei bambini in una coppia dello stesso sesso». Cosa c’è di scandaloso in queste parole? Personalmente mi trova perfettamente d’accordo con le sue idee e le sue opinioni. Trovo invece scandaloso due condizioni, la prima che si è dovuto scusare pubblicamente per quanto ha detto, e secondo me costretto a farlo. E la seconda che un Paese civile e democratico come l’Italia per mettere un freno alle discriminazioni debba ricorrere al potere legislativo per varare una legge contro la discriminazione degli omosessuali, come se fossero persone diverse con diversi diritti e doveri degli altri. Una legge che se varata, va nella direzione di tutelare una sorta di “specie protetta”, quando il tutto dovrebbe rientrare nella normalità degli individui per quanto riguarda rispetto, educazione e soprattutto tolleranza. Perché come ci insegnava Voltaire, il grado di civiltà di una società si misura dal grado della sua tolleranza. Condizione fondamentale e necessaria ai fini del vivere civile.
Qui non si tratta di fare a gara tra diverse opinioni o tra dogmi cattolici, ma è solo una questione di sapere e di buon senso, senza ledere la dignità altrui ma accettare le condizioni naturali degli eventi.
Una famiglia tradizionale non è stabilita né da Barilla né da altri, è la natura che lo impone. Ed in natura un maschio ed una donna formano un binomio naturale perfetto. Un uomo ed una donna possono creare. Due uomini e due donne, no! Si vuol far passare il concetto di stravolgimento che una “famiglia tradizionale” può essere composta da due persone dello stesso sesso. Ma non è così. Sono d’accordo alle unione di gay e sono d’accordo come credo abbondantemente la legislazione attuale li tutela, della salvaguardia e del riconoscimento dei loro diritti. Non sono affatto d’accordo sulle adozioni, sarò “tradizionalista”, anzi, lo sono e basta.
I gay come tutte le altre persone di questo mondo, possono essere criticate, giudicate, contraddetti e tanto altro ancora, purchè vengono rispettati nel loro intimo, nelle loro scelte e nella loro libertà, quest’ultima sacra per tutti gli individui di questo mondo. I gay non sono una casta né degli intoccabili, né delle vittime, quasi come se volessimo paragonarli alla persecuzione ebraica. Siamo seri.
Tempo fa si è voluto, a mio avviso, strumentalizzare le parole di Papa Francesco quando affermò “Chi sono io per giudicare un gay?”, come se la cosa fosse accettata e creasse una rottura con le tesi cattoliche e cristiane del passato. Lui ha detto che non li giudica, ma non che stravolgono il concetto di famiglia, sacra e dogmatica per la chiesa. Tant’è che, proprio ieri, un sacerdote australiano, ha ricevuto la comunicazione di scomunica proprio da Papa Bergoglio, perché favorevole alle nozze gay.
Ritorniamo al presente, con rispetto, dedizione e buon senso. Ma soprattutto, siamo seri e non arroganti, ma soprattutto non sentiamoci con un grado di superiorità verso gli altri, ossia, quelli che non la pensano come la “casta”, non fa bene e non aiuta a nessuno.

lalanternadidiogene@approdonews.it