La Calabria, come l’Abruzzo, la Sicilia e la Sardegna, in queste ore, è stretta nell’incubo mortale degli incendi Ho appreso con immenso dispiacere della notizia delle due persone decedute nel Comune di San Lorenzo, nell'area del Parco nazionale dell'Aspromonte, interessato da un incendio di vaste dimensioni, colte dalle fiamme mentre cercavano invano di salvare il proprio uliveto frutto di tante fatiche
La Calabria, come l’Abruzzo, la Sicilia e la Sardegna, in queste ore, è stretta nell’incubo mortale degli incendi.
Ho appreso con immenso dispiacere della notizia delle due persone decedute nel Comune di San Lorenzo, nell’area del Parco nazionale dell’Aspromonte, interessato da un incendio di vaste dimensioni, colte dalle fiamme mentre cercavano invano di salvare il proprio uliveto frutto di tante fatiche. Oltre alle vite umane, la Calabria piange anche ettari di prezioso bosco andati in fiamme, aziende agricole distrutte, capi di bestiame e fauna selvatica carbonizzati, danni ad edifici pubblici e abitazioni civili: un inferno! Tante sono le zone assediate dalle fiamme e ci stanno facendo passare vere ore di terrore. Ne è un chiaro esempio la situazione che sta vivendo la popolazione di Acri e d’intorni a causa delle fiamme che stanno devastando tutto e che questa notte sono persino entrate nella città. Faccio un sentito ringraziamento a tutti quanti stanno mentendo la propria vita a rischio per arginare il fuoco e mettere in sicurezza persone ed edifici cercando di limitare i danni: Vigili del fuoco, Forze dell’ordine, Protezione civile e Calabria verde. Alle popolazioni interessate e ai sindaci esprimo ancora una volta la mia vicinanza.
Da quello che apprendiamo dai media in altre zone del pianeta le fiamme stanno distruggendo intere foreste e interi ecosistemi. Di certo i cambiamenti climatici, con conseguente aumento delle temperature, stanno alimentando gli incendi ma, purtroppo, la maggior parte dei roghi sono di natura dolosa, causati da piromani, criminali della peggiore specie che appiccano il fuoco approfittando di giorni particolarmente ventosi. Senza voler fare polemica, anche perché la situazione non lo consente, vorrei fare però una riflessione sull’opportunità della riforma Madia (da me mai condivisa) di accorpare, o meglio di smantellare, il Corpo Forestale dello Stato all’Arma dei Carabinieri.
In merito condivido il pensiero del prof. Maddalena (Vice presidente emerito della Corte Costituzionale e presidente dell’Associazione Attuare la Costituzione) che analizzando l’infelice riforma Madia dice testualmente “La responsabilità di questo immane disastro risale al governo Renzi del 2017 e alla sua ministra Madia, che hanno soppresso il Corpo forestale dello Stato, trasferendo soltanto ai vigili del fuoco l’onere dello spegnimento degli incendi, peraltro senza nulla prevedere per la loro prevenzione. Nel contempo la gestione della flotta di canadair appartenente allo Stato italiano è stata data, con bandi di appalto di dubbio svolgimento, a società private, tra le quali primeggia la Babcock Italia (ex Inaer, corporation quotata al London Stock Exchange), per costi stellari che già nel 2017 prevedevano 15 mila euro all’ora per l’utilizzo dei canadair, mentre il costo di mercato si aggirava sui 4/5 mila euro all’ora, quindi tre volte tanto. È un puro scandalo e assolutamente incredibile è il silenzio dell’attuale governo Draghi e dei mezzi di comunicazione in ordine a questo disfacimento dell’organizzazione amministrativa e della quasi totale distruzione del territorio e del paesaggio italiani. Ed è per questo, che ancora una volta, invito a dare attuazione agli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 11, 41, 42 e 43 della nostra Costituzione repubblicana e democratica”.
È mia intenzione aprire un dibattito-confronto in merito perché se qualche errore è stato commesso il prezzo che stiamo pagando è troppo alto. Contestualmente chiedo alla Regione Calabria di dichiarare lo stato di calamità affinché chi ha perso tutto venga sostenuto ed aiutato dallo Stato e dalle istituzioni competenti.