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TAURIANOVA (RC), VENERDì 17 MAGGIO 2024

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Intrieri: solidarietà a magistrati Tribunale dei minori "Troppo silenzio sulla vicenda"

Intrieri: solidarietà a magistrati Tribunale dei minori "Troppo silenzio sulla vicenda"
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Per le minacce subite dai magistrati del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, gli inquirenti privilegiano la pista della ‘ndrangheta che non gradisce i provvedimenti giudiziali di allontanamento dei propri figli, a contrasto all’indottrinamento mafioso.

Questi fatti vanno pubblicamente condannati dalle istituzioni e dalla   parte sana della società calabrese.

Si è invece registrato un deprecabile silenzio,eccezione fatta per le due Autorità Garantiche, auspico, possa interrompersi.

Questo silenzio può, comunque, dare importanti indicazioni.

Ricordo il ruolo attivo dell’informazione, all’indomani – era il 2012- del primo provvedimento de potestate,con il quale   il Presidente Roberto Di Bella, sottrasse il figlio a un boss che lo indottrinava alla mafia.  Le notizie riportate, rischiarono di distogliere l’attenzione, dal dovere della Repubblica,di agire nel superiore interesse del minore e di isolare quel valoroso Magistrato.Fu dato risalto, per lo più, alle dichiarazioni  di chi, non condivise l’iniziativa giudiziaria e non esitò a definireuna deportazione, l’allontanamento del bambino,disposto dal magistrato e una violazione delsuo diritto all’amore genitoriale.

Anche recentemente, in occasione del provvedimento giudiziale  di allontanamento  del  figlio undicennedi un esponente di mafia  e di una collaboratrice di giustizia che  confermò le dichiarazioni di sua madre sugli illeciti del padre e della cosca, ci fu  chi teorizzò, addirittura,  che l’azione della magistratura fosse  contraria agli interessi minorili perché aveva messo il figlio contro il padre, facendogli  perdere il suo  affetto.

Concludo ricordando che questi importanti provvedimenti di tutela minorile dell’Autorità Giudiziaria, incontrano non poche difficoltà, nell’ esecuzione,a causa deicolpevoli ritardi di funzionari dell’apparato burocratico dell’Ente Regione e dell’ASP.

Purtroppo non si risolleva la Calabria, con il solo taglio di nastri di opere pubbliche. I veri burattinai non sono né a Reggio né in altri posti della Calabria, ma da qui vanno a Roma (ci sono da tanto tempo), per tessere nei luoghi adatti, le  trame, per  garantire politicamente e   fare crescere la ‘ndrangheta.

Marilina Intrieri

 

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