Intitolazione piazza ad Almirante, Fiamma Tricolore risponde alla sinistra reggina
Giu 03, 2012 - redazione
“I signori, se cosi li possiamo chiamare, che hanno scritto quel delirante e calunnioso documento, del quale dovrebbero solo vergognarsi se avessero un minimo di decenza e dignità, stanno alimentando un clima di odio e di intolleranza che, non solo rischia di farci tornare indietro di quarant’anni con tutti i drammi che sono accaduti in quel tragico periodo, ma che produce anche e soprattutto l’effetto di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dai gravissimi problemi che attanagliano la nostra società verso argomenti che non contribuiscono per nulla alla risoluzione della grave crisi socio-economica attuale”
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“I signori, se cosi li possiamo chiamare, che hanno scritto quel delirante e calunnioso documento, del quale dovrebbero solo vergognarsi se avessero un minimo di decenza e dignità, stanno alimentando un clima di odio e di intolleranza che, non solo rischia di farci tornare indietro di quarant’anni con tutti i drammi che sono accaduti in quel tragico periodo, ma che produce anche e soprattutto l’effetto di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dai gravissimi problemi che attanagliano la nostra società verso argomenti che non contribuiscono per nulla alla risoluzione della grave crisi socio-economica attuale”
Riceviamo e pubblichiamo:
Una nostra “breve” replica a quanto scritto nel documento presentato dai sinistri come prologo alla loro manifestazione nella futura Piazza Almirante (ex Orange), di qualche giorno fa, è doveroso. Solitamente non siamo disponibili a farci trascinare in sterili e puerili discussioni che abbiano come oggetto rivendicazioni o argomentazioni frutto del perenne stato di frustrazione in cui da decenni una certa parte politica si ritrova, preferendo noi occupare il nostro tempo in confronti di spessore culturale decisamente migliore da un punto di vista qualitativo. Ma le deliranti affermazioni contenute in quel documento, che ci ha fatto orrore e terrore, per la disonestà intellettuale che ne traspare copiosa, non possono non essere considerate. Per troppe volte abbiamo voluto chiudere gli occhi e tappare le orecchie, per non leggere o ascoltare quanto di infamante e sacrilego veniva scritto e detto contro l’area politico-culturale nella quale ci riconosciamo, ma adesso questa disonestà intellettuale non è più tollerabile, perché ha superato ogni limite e sta diventando pericolosa. I signori, se cosi li possiamo chiamare, che hanno scritto quel delirante e calunnioso documento, del quale dovrebbero solo vergognarsi se avessero un minimo di decenza e dignità, stanno alimentando un clima di odio e di intolleranza che, non solo rischia di farci tornare indietro di quarant’anni con tutti i drammi che sono accaduti in quel tragico periodo, ma che produce anche e soprattutto l’effetto di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dai gravissimi problemi che attanagliano la nostra società verso argomenti che non contribuiscono per nulla alla risoluzione della grave crisi socio-economica attuale. A ciò si aggiunga altresì che questi signori condiscono le loro argomentazioni con un cumulo di bugie e falsità degne della peggiore propaganda in stile sovietico. Già, perché quando si comprende di non essere in grado di apportare nulla allo sviluppo socio-culturale della comunità, quando si comprende di essere vicini al fallimento, quando si avverte il pericolo che il popolo potrebbe rendersi conto che in piazza c’è qualcun altro che professa idee, più giuste e nelle quali riconoscersi intimamente, e concepisce progetti e programmi innovativi e spiccatamente sociali, allora cresce la paura di essere esclusi, la paura di perdere qual consenso costruito sull’inganno. La sinistra reggina ha paura, una paura folle. Ha paura di noi. E come ha sempre fatto in passato, dinanzi al pericolo di perdere la piazza, rispolvera le sue antiche ma mai desuete (per i sinistri, s’intende) armi di distruzione culturale di massa, di delegittimazione, di capovolgimento della realtà, di distorsione dei fatti e della storia, di diffamazione e di calunnia. Ha paura delle nostre idee sociali, delle tematiche che noi affrontiamo e della prospettiva dalla quale le medesime vengono affrontate, ha paura del nostro proiettarci al futuro con slancio d’orgoglio e con ardimentoso coraggio, nella consapevolezza che se le infami leggi ci costringono a stringere alleanze, noi non siamo ne saremo mai disponibili a compromessi culturali, mai disponibili a fare sconti sui nostri programmi e sulle nostre idee. Ecco perché ci vorrebbero fuori da ogni istituzione, compreso palazzo San Giorgio. Noi adesso, come in passato, siamo pressoché esclusi da tutto, compresi parecchi spazi sociali, mentre loro asseriscono il contrario. Roba da far dubitare della loro salute mentale. Stiamo lentamente conquistandoci i nostri spazi, con diversi sacrifici e senza chiedere nulla di personale in cambio, se non un doveroso riconoscimento politico che ci consenta di portare avanti le nostre battaglie. Oppure deve restare fuori dal consiglio comunale chi parla di mutuo sociale, di impignorabilità della prima casa, di lotta alla corruzione e al malaffare come in occasione della nostra campagna ‘basta con…cumpari’ e ci deve restare chi è in odore di mafia (non importa il colore politico), chi si limita a scaldare le poltrone e chi da anni non svolge altro che la funzione dei parassiti? “Piccoli uomini” che quando ci incontrano per strada ci salutano senza nessun problema e che non hanno mancato, in alcune circostanze, di elogiarci e di riconoscere l’onestà e la giustizia di certe nostra valutazioni e manifestazioni – come accade nella tv locali, quando veniamo invitati e come si è verificato in occasione del secco no alla centrale a carbone (siamo stati vicini a loro all’interno del consiglio provinciale, senza che nessuno dicesse nulla) o della manifestazione contro la ‘ndrangheta del 2010 – ma dopo – nel silenzio alle spalle – tramano, ed in pubblico – in gruppo, in branco – attaccano, aggrediscono, calunniano, infamano. Non ci sono aggettivi per qualificare simili individui e le loro scorrettezze. Chi offende e calunnia, e addirittura aggredisce come di recente, evidentemente è perché non è in grado di confrontarsi, forse non si sente all’altezza, forse è affetto da una strana sindrome di impotenza e vive in uno stato perenne di rivalità fine a se stessa. Questo grigiore culturale, fortunatamente, non ci appartiene e vorremmo che non appartenesse a nessuno. Riprendiamo, date le circostanza, integralmente quanto da noi scritto in un altro comunicato qualche giorno fa, al quale però è stata dato poco spazio mediatico, rivolgendoci soprattutto ai giovani: Dovreste soltanto vergognarvi. Siete giovani solo anagraficamente, ma spiritualmente non siete diversi dai vecchi arnesi della falsa e pericolosa propaganda comunista. Se, invece, realmente credete a ciò che scrivete, allora il problema è risolvibile con una profonda e sincera purificazione morale ed intellettuale. Purtroppo il problema è che non accetterete mai che il Fascismo è riuscito a fare tutto ciò che avreste voluto fare voi, che il Fascismo è riuscito in ciò in cui voi avete sempre miseramente fallito, in ogni paese retto da un regime socialista o comunista. È per questo che, al fine di presentarsi con una verginità politica che in realtà non vi apparteneva, i vostri maestri hanno provveduto ad occultare, mistificare e corrompere la storia, per fare propri i lungimiranti principi del Fascismo di difesa dei lavoratori, di lotta ai poteri forti, di contrasto alla grande usura internazionale e all’apparato affaristico-lobbista, cancellando dalla mente degli italiani il grande progresso che la nostra nazione fece in quegli anni. Noi continueremo su quella strada, ben consapevoli che quei principi straordinari di civiltà, umanità e socialità sono soltanto nostri. La sinistra, a Reggio Calabria, ormai priva di argomentazioni e di proposte che non siano la brutta copia delle nostre, messa alle strette, si ostina a voler riproporre lo scontro ideologico come soluzione alle sue lacune culturali e alla sua inefficienza pratica. Un simile scontro, non solo non ci interessa, ma lo respingiamo al mittente con forza. Come non ci interessa nulla che abbia a che vedere con la violenza o con la lotta armata, da noi ripudiata e condannata, senza se e senza ma. Ci siamo, altresì, sempre chiesti come sia stato possibile che un partito come il Partito Comunista Italiano, che è riuscito ad ottenere finanche il 35% nelle elezioni passate, fiancheggiato dalla potente macchina sindacale e finanziato dal criminale comunismo sovietico che ha provocato durante la dittatura di Stalin oltre 20 milioni di morti, non sia riuscito ad apportare niente di buono al nostro Paese. Vista la situazione attuale devo pensare che i sostenitori del capitalismo di Stato, non hanno prodotto niente di buono per la nostra nazione. Ma è cosi. Il socialismo reale ed il comunismo, se fosse possibile, hanno aggravato le condizioni dei Paesi che hanno governato. I casi in cui simili governi ancora reggono sono proprio quelli in cui si verificano costantemente le più gravi violazioni dei diritti umani e dei lavoratori. La Cina attuale, massima espressione del capitalismo di stato, ci fornisce una dura lezione. Ciò che possiamo ricordare è solo la triste e nefasta volontà di portare lo Stalinismo anche nel nostro Paese. Possiamo dire che ci siamo risparmiati milioni di potenziali vittime, anche se parte dei comunisti italiani, Togliatti in testa, hanno sulla coscienza i morti di Russia e anche migliaia di italiani, visto e considerato che avallavano i crimini di quel regime corrotto, dimostrandosi ossequiosi in una forma subdola di servilismo politico, e preso atto che hanno nascosto e causato molti crimini durante la resistenza, al di fuori di ogni norma di diritto internazionale. Per non tacere poi dell’occultamento della vicenda delle foibe. E poi si autodefiniscono difensori della democrazia e sostengono di riconoscersi nell’attuale costituzione repubblicana. Non ci stancheremo mai di dirlo: il mondo della sinistra è pieno di ipocrisia, di presunzione e di deliri di onnipotenza. Ma, venendo ai giorni nostri, l’aspetto che più ci colpisce è il desiderio ardente di metterci a tacere con qualunque mezzo, e questo contrasta con la visione di giovani e meno giovani strenui difensori della democrazia e della libera e corretta informazione. Vi dovreste solo vergognare! Addebitare ad altri i propri fallimenti ed insuccessi, creando ad arte ragnatele di calunnie e diffamazioni, sospetti e ipotesi di collusioni, è quanto di più meschino e volgare si possa fare. Abbiate il coraggio delle vostre azioni! Assumetevi la responsabilità morale e civile dei danni che avete contribuito a creare. Per anni avete preteso di occupare tutti gli spazi sociali e della burocrazia che di volta in volta si venivano a creare, per anni avete sempre cercato di riciclarvi e presentarvi come gli unici salvatori della Patria, per anni avete irresponsabilmente annichilito ogni altra sana forma di protesta, per anni avete avuto in mano la cultura, per anni avete avuto in mano tutto ciò che poteva rappresentare uno sbocco alle sofferenze del Popolo. Per anni avete avvilito ogni cosa, tutto ciò che i comunisti hanno toccato da oro è divenuto cenere, tutto ciò di cui i comunisti di sono occupati negli anni ha portato a clamorose sconfitte. Avete persino incancrenito la lotta proletaria. Avete addirittura preteso di avere un diritto di esclusiva sulla questione meridionale e, più in generale, sulla cultura e sui movimenti meridionalisti. E anche qui, considerando che il meridionalismo non ha prodotto nulla di rilevante, si registra l’ennesimo fallimento. I lavoratori, dopo essersi resi conto che preferivate salotti e poltrone, vi hanno voltato le spalle. E, anziché registrare questo cocente e mortificante abbandono da parte del Popolo che vi aveva in precedenza votato, resosi conto degli intrighi in cui eravate costantemente coinvolti, oggi, come in passato, piuttosto che fare un mea culpa ed un conseguente esame di coscienza sul vostro tracollo, la vostra risposta alla situazione che vi circonda altra non è se non quella di mistificare la realtà, di ribaltarla, nascondere e occultare tutto, trasferendo colpe e responsabilità a quelli che voi chiamate fascisti, ipotizzando collusioni tra neofascisti, mafia e massoneria. Non ci sono parole per descrivere questo grigiore intellettuale. La cultura sta morendo sotto i colpi che gli state infliggendo senza alcuna pietà. Se non ve ne siete resi conto il Movimento Sociale Italiano ha ottenuto come massimo risultato di voti solo il 9%, dopo anni di isolamento, attacchi da ogni parte, scorrettezze di ogni tipo. E qual è stata la conseguenza? I poteri forti, con la complicità della massoneria, dei servizi segreti e della Democrazia Cristiana, hanno subito fatto la loro mossa con l’operazione ‘destra nazionale’ per annientare definitivamente il partito che sanciva la continuità ideale con la Repubblica Sociale Italiana. I comunisti potevano continuare a giocare ma i post-fascisti non avrebbero mai dovuto crescere. Mi avvio alle conclusioni. Non essendo possibile, in un comunicato, trattare le singole deliranti espressioni contenute nel documento proposto da quell’accozzaglia di sigle, senza parte né arte, provvederemo a dare alla sinistra reggina la risposta culturale e sociale che si merita tra qualche settimana, soprattutto con riferimento ai legami ipotizzati con la mafia e la massoneria e a tutto ciò che di infamante è stato detto nei confronti di Almirante e della rivolta di Reggio, l’unica vera rivolta di Popolo che avrebbe potuto sconvolgere il sistema mafioso dell’Italia, l’unica rivolta definita fascista tra le innumerevoli sconfitte della sinistra comunista . A Reggio abbiamo preso alle recenti elezioni comunali 466 voti, alla provincia 1.901, tra tanti sforzi e sacrifici di noi giovani, contro tutto il sistema della partitocrazia. Esperienza che ci ha proiettato verso un futuro di grandi speranze. Un po’ poco per chi dovrebbe avere rapporti con mafia e massoneria. Ma si sa, i sinistri sono cosi, tra sindacalisti arrestati a causa di rapporti con la mafia; politici di centro sinistra arrestati a causa di pesanti collusioni o per questioni di malaffare in tutta Italia, finanche per questioni legate ai rimborsi elettorali; l’attestazione fatta persino dal gran maestro Gustavo Raffi dell’aderenza di moltissimi esponenti del centrosinistra alla massoneria; la partecipazione dei sinistri persino alle riunioni del gruppo Bilderberg; le radici massoniche di Marx; per non tacere poi delle radici comuniste della mafia nel periodo post-fascista in reazione al Fascismo stesso; e chi più ne ha più e metta; in mezzo a tutto ciò, chi sarebbero poi colpevoli? I neofascisti che avrebbero rapporti con mafia e massoneria. E su cosa si basano queste convinzioni? Su dichiarazioni di pentiti di mafia che avrebbero ottenuto le loro informazioni da ‘confidenti’ (o sulle impressioni di Giacomo Lauro), senza che a ciò si accompagni nessuna prova concreta, come la presunta partecipazione di mafiosi al golpe borghese. Illazioni, calunnie, impressioni. Per considerare un individuo colpevole non bastano voci, ma servono prove serie ed inconfutabili, ma per i neofascisti sono bastate dichiarazioni di pentiti di mafia (e i mafiosi sono stati tra i peggiori nemici dei fascisti) o, peggio ancora, di assassini e delinquenti vari. In un Paese normale tutto ciò sarebbe a dir poco ridicolo, e processi del genere costruiti sul nulla, col solo intento di addebitare colpe a chi più facilmente di molti altri può essere incolpato perché notoriamente più debole, sono lo specchio del livello di inciviltà che oggi tristemente si registra. Roba degna dei tristissimi “tribunali del popolo”: ma quale popolo poi? Eppure ci sono stati e ci sono storici che, non solo continuano a dire che la mafia sta solo col potere, ma anche e soprattutto che, almeno all’inizio, prima che si verificasse la svolta borghese e liberale della mafia stessa, erano molti i dirigenti e i militanti comunisti nelle file della ‘ndrangheta contadina. Ma su questo cala il silenzio assoluto. Concludo sul serio. Non vogliamo volgarmente accusare nessuno. A tempo giusto ci saranno le dovute risposte sociali e culturali a tutto quello che è stato scritto. Ci riserviamo solo ed esclusivamente la possibilità di verificare con i nostri legali se esistono gli estremi per querelare chi ha scritto parole cosi forti e vergognose che, seppur indirettamente, sono rivolte anche a noi militanti della Fiamma ed a tutto quel mondo che ha fatto parte negli anni del MSI e della destra radicale italiana, in modo tale che i deliranti soggetti della sinistra reggina possano dimostrare in tribunale le accuse pesanti che hano rivolto alla cosiddetta estrema destra reggina nel momento in cui si allude alla riproposizione, ai giorni nostri, di un ‘intreccio ndrangheta-borghesia parassitaria e corrotta-estrema destra. Perché, se da una parte è vero, che i sinistri usano il termine ‘fascista’ per etichettare in modo dispregiativo tutti quelli che la pensano diversamente da loro, senza valutare tutti gli aspetti culturali e ideali che accompagnano la nostra dottrina, mostrando un livello culturale che definire mediocre è un complimento, d’altra parte è chiaro che si riferiscono anche e soprattutto a noi, visto e considerato che tutto è partito dalla proposta di intitolare una piazza a Giorgio Almirante, nostro amato e storico segretario, persona onesta e pulita, simbolo di correttezza e di equilibrio, che mai fu accusato di rubare, di delinquere, di corrompere o di essere corrotto, né tantomeno di avere rapporti con mafie o massoneria, se non sempre sulla base delle accuse dei nemici storici dell’MSI. Come ho detto non vogliamo accusare la sinistra di nulla se non di una cosa: grazie a voi il processo di imbarbarimento sociale e culturale ha raggiunto livelli indescrivibili. Voi ci accusate di tutto e di più per coprire e/o giustificare i vostri continui fallimenti e lo stato perenne di frustrazione in cui vivete, creando sempre nel fascista di turno un possibile capro espiatorio, pertanto spero non si offenda nessuno se coniamo per voi un nuovo appellativo: barbari intellettuali o barbari culturali, come meglio vi aggrada.
Luigi Iacopino – Responsabile Fiamma Giovani Reggio Calabria
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